(335/8257036)
San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro,
Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone
Vita parrocchiale dal 10 al 17 aprile 2022
DOMENICA 10 aprile | Domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa. S. Messe. Carpineti ore 8.30 (def. Fontanesi Tarcisio) ore 11.15 (def. Sacaggi Giuseppe) ore 18.00(def. Guidetti Aronne) Pontone ore 10.00 Pantano ore 10.00 | |
LUNEDI’ 11 aprile | S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione. ) | |
MARTEDI’ 12 aprile | S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione.) | |
MERCOLEDI’ 13 aprile | S. Messa: ore 10.30 (def. Rossi Giancarlo.) Dalle ore 10.00 alle 11.30 e dalle 20.00 alle 21.00 Confessioni. | |
GIOVEDI Santo 14 aprile | Chiesa di Carpineti ore 21.00 S. Messa in Cena Domini Adorazione all’altare della reposizione | |
VENERDI’Santo 15 aprile | Astinenza e digiuno. Adorazione all’altare della reposizione Chiesa di Carpineti ore 21.00 Celebrazione della Passione del Signore e Adorazione della Santa Croce. | |
SABATO Santo 16 aprile | Per tutta la giornata, in chiesa adorazione della S. Croce Ore 21.30 a Carpineti solenne Veglia Pasquale e S. Messa | |
DOMENICA 17 aprile | Pasqua di Risurrezione. S. Messe. Carpineti ore 8.30 (libera intenzione ) ore 11.15 (pro populo) ore 18.00(libera int.) Pontone ore 10.00 Pantano ore 10.00 |
Meditazione domenicale. Un mondo al contrario. Una caratteristica che emerge dalle letture della domenica delle Palme, o della Passione del Signore, è il ribaltamento delle prospettive. Nel Deutero-Isaia, il profeta si pone ogni mattina in ascolto della Parola, che per lui, come per Geremia, è motivo di obbrobrio e di scherno (prima lettura). Eppure egli non sii oppone, non si ritrae; la sua vita rimane un enigma che ci interroga. L’inno paolino ci porta al cuore di questa rivoluzione: è nel movimento di abbassamento del Dio fatto uomo, nel suo farsi servo, che ha origine la novità del Vangelo e la croce diventa buona notizia (seconda lettura). In fine, il racconto della passione di Luca (vangelo) ci rivela che questa buona notizia ha un volto e uno sguardo, quello di che sceglie per amico il traditore, per vicario colui che lo rinnega, che perdona l’uccisore e fa santo il ladrone. Questa è la vera rivoluzione e il suo dimorare fiducioso nel Padre durante la passione diviene “segno di contradizione” per tutti coloro che ascoltano oggi il Vangelo di Gesù Cristo.
Significato pagano e cristiano dell’ulivo. Popoli orientali ed europei, fin dall'antichità hanno considerato l'ulivo - o olivo - una pianta sacra. In epoca storica è diventato anche simbolo della pace. Gli antichi greci consideravano l’ulivo una pianta sacra e la usavano per fare le corone per gli atleti vincitori delle Olimpiadi. Nella mitologia greca si narra, inoltre, che già la dea Atena lo offrì agli ateniesi in segno di pace dopo aver sconfitto il dio Poseidone. Per i Romani, l'olivo era simbolo insigne per uomini illustri. Per gli Ebrei era simbolo della giustizia e della sapienza. Nella religione cristiana l'ulivo ha molte simbologie. La più antica è quella narrata nell'Antico Testamento: calmatosi il diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d'ulivo, per annunciargli che la Terra e il cielo si erano riconciliati. Il ramoscello d'ulivo è dunque simbolo della rigenerazione perché, dopo la distruzione causata dal diluvio, la terra tornava a fiorire. Allo stesso tempo divenne anche simbolo di pace, perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Nel Nuovo Testamento ci sono molti episodi legati all'olivo. Gesù fu ricevuto calorosamente dalla folla che agitava foglie di palma e ramoscelli d'ulivo. Nell'Orto degli Ulivi passò le ultime ore prima della Passione. Nella festa cristiana delle Palme, celebrata una settimana prima della Pasqua, l’ulivo rappresentare Cristo stesso che, con il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per l’umanità. C'è un altro motivo per cui l'ulivo è una pianta sacra. Dal suo frutto, le olive, viene ricavato l'olio. L'olio d'oliva è il Crisma, usato nelle liturgie cristiane dal battesimo, dalla cresima alla consacrazione dei nuovi sacerdoti. Infine, il nome Cristo significa “unto”. Per queste ragioni, nel periodo pasquale, i fedeli cattolici distribuiscono ramoscelli d'ulivo. Oggi, portando nella tua casa l’ulivo benedetto ti impegni a fare della tua famiglia un luogo di pace e di fede. Ogni volta che volgerai lo sguardo al ramoscello d’ulivo ricorderai che Dio ti dona pace e amore.
La festa del perdono per 22 nostri bambini, è stata vissuta sabato scorso alle ore 15.00 con una bella e suggestiva celebrazione, che ha visto l’emozione dei bimbi e la presenza dei genitori nell’accompagnarli al primo incontro con la Misericordia di Gesù nel Sacramento della Riconciliazione. Questi i lori nomi: Brigandì Simone, Catelli Matteo, Cavandoli Ester, Croci Filippo, D’Auria Martina, Ferrarotti Filippo, Filippi Ivan, Fiorini Simone, Fontana Jacopo, Levrini Chiara, Mantovani Cristian, Marazzi Nicole, Margini Nicolas, Medici Leonardo, Mercati Elena, Merlini Riccardo, Montori Matteo, Monzali Enrico, Palladini Eliseo, Pallai Francesco, Pattacini Matilde, Rossi Nicolò. Abbiamo scelto questa data, proposta dalla catechista Baldelli Noemi, in accordo con i genitori, perché è significativa: essa segna la fine del cammino quaresimale e l’inizio della Settimana Santa, nella quale mediteremo la passione e la morte di Gesù che ha offerto la sua vita per la remissione dei peccati. I bambini si sono preparati meditando e comprendendo la parabola del Padre Misericordioso e, come segno e ricordo, abbiamo dato loro una chiave, che significa avere accesso alla casa del Signore, dove si sperimenta accoglienza, amore, fraternità e perdono. Custodendo questo simbolo, i bambini e le loro famiglie ricorderanno che come il Signore ci dà la possibilità di entrare nella sua casa, così anche noi dobbiamo essere accoglienti nei confronti degli altri. All’emozione della Prima Confessione, dove hanno sperimentato attraverso l’assoluzione del sacerdote, la grazia del perdono, dovrà seguire, cari bambini, il desiderio di restare in amicizia col Signore e di ricorrere, tutte le volte in cui ne sentite il bisogno, al dono del Sacramento che avete ricevuto. Nel dar notizia di questa gioia alla comunità, chiediamo per i bambini e le loro famiglie una preghiera perché possano continuare il cammino che li porterà in giugno alla festa di Prima Comunione.
RIFLESSIONI SUL TRIDUO SANTO.
Giovedì Santo. La messa in Cena Domini è il preludio sacramentale al Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Mentre contempliamo il momento in cui Gesù istituisce il sacramento dell’Eucaristia e dell’Ordine (che ne permette la celebrazione), ecco che il Mistero pasquale si apre davanti a noi. Quando noi celebriamo l’Eucaristia non riviviamo l’ultima cena, ma celebriamo l’alleanza nuova stabilita con noi dal Padre per mezzo della morte e risurrezione di Cristo. Due sono gli aspetti che ci guidano in questa celebrazione: l’umiltà di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli, prefigurando con questo la donazione totale di se stesso; e l’amore con il quale Gesù Cristo, riprendendo i segni del pane e del vino dell’antica alleanza, inaugura una nuova alleanza. Mangiano e bevendo a quel mistico banchetto noi ogni volta annunciamo la morte del Signore, proclamiamo la sua risurrezione, attendiamo la sua venuta. L’Eucaristia, vertice dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, ci permette di vivere dentro il Cristo risorto con umiltà e amore».
Venerdì Santo, celebriamo la Pasqua dell’immolazione del Figlio di Dio. La liturgia propone all’inizio del rito la prostrazione silenziosa davanti al mistero dell’amore di Dio offerto per noi. Tutto tace, perché ogni parola è assorbita dal Verbo immolato e risorto. Non siamo nella giornata del lutto ma del mistero. Infatti, il colore della liturgia è il rosso, il colore della vita, del sangue, dei martiri. Siamo di fronte a Colui che non subisce la morte, ma vi va incontro per sconfiggerla e liberare tutti gli uomini dalle sue spire velenose che si esprimono nel peccato. Ecco il perché della lunga preghiera universale che scende dall’ambone per raccontarci i mille rivoli del sangue di Cristo, che raggiunge tutti, dal Papa fino all’ultimo uomo: nessuno è oramai escluso dal potere dell’amore crocifisso. È celebrata l’universalità della salvezza. Il rito dell’adorazione della Croce non è un atto di devozione o di pietà. Ci genuflettiamo davanti alla Croce , perché adoriamo il Figlio di Dio nell’atto di immolarsi e gloriosamente sconfiggere il peccato e la morte. Noi con quel gesto adoriamo la presenza della sua Pasqua.
Sabato Santo. La solenne Veglia Pasquale della notte tra il sabato e la domenica di Pasqua, non è la veglia del Sabato Santo, perché con la Veglia Pasquale il Sabato si chiude, come la notte è chiusa dal nuovo giorno. Questa è la notte nella quale rivivendo i prodigi dell’amore di Dio nella storia della. salvezza dalla Genesi al Vangelo, siamo condotti a celebrare i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia che sono il segno permanente della Pasqua di Cristo, del Cristo risorto in mezzo alla sua Chiesa. Essi sono il frutto pasquale presente per sempre nella Chiesa. Le quattro liturgie che costituiscono questa Veglia, la Liturgia della Luce o Lucernario, la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica, esprimono tutte la Pasqua del Signore, perché il Risorto è la Luce del mondo, è la Parola che salva, è Colui che ci inserisce nella sua morte e risurrezione attraverso il sacramento del Battesimo, è il Pane Divino che la Chiesa ci dona. In questa che è chiamata la Veglia della Veglie, ogni cristiano è chiamato a vegliare, per essere trovato vigilante alla venuta del Signore risorto.
La gioia autentica, non può essere trattenuta: domanda di essere comunicata e diffusa intorno a noi. Che i gesti di pace e di augurio, che ci scambieremo nelle feste Pasquali, siano sinceri. Con la risurrezione di Gesù, Dio ha fatto nascere un mondo nuovo. A dato a tutti la possibilità di farne parte. In questa Pasqua di guerra non perdiamo la speranza e continuiamo a credere nella pace. Cristo Principe della Pace, la doni all’umanità accecata dall’odio fratricida della guerra. Buona Settimana Santa, preparazione a una luminosa festa di gioia pasquale, in Cristo Risorto!
Ricordiamo i nostri morti. Santi Pierina (Camilla) vedova Donadelli di anni 88 deceduta in casa sua il giorno 8 aprile. Chi passava per la strada che dal Castello porta a Colombaia, spesso la vedeva attorno alla sua casa, sempre a pulire, ordinare; potremmo dire che la sua vita è stata casa e famiglia. Donna riservata, ma che non disdegnava, quando ne aveva la possibilità, di dialogare. Si era sposata con Orlando e dal loro matrimonio sono nati due figli: Danilo e Daniela, che sono stati per lei la cosa più importante, assieme ai nipoti. Dopo la morte del marito, che ha assistito finché ha potuto, ha continuato a far famiglia con la figlia Daniela, che è rimasta accanto a lei e l’ha accompagnata fino alla fine, sorretta dalla vicinanza e aiuto del fratello. Si è spenta alla vigilia della Settimana Santa che prepara alla Pasqua: al Cristo, morto e risorto, la affidiamo perché possa partecipare alla Pasqua eterna. Il suo funerale è stato celebrato nella chiesa di S. Pietro e il suo corpo, sepolto nell’omonimo cimitero, accanto al marito, vi riposi in pace. Condoglianze ai familiari.
Offerte ricevute. Ovi Corrado per l’asilo parrocchiale. In memoria di Izzo Giuseppina i famigliari per la chiesa. Becchetti Nello per la parrocchia di S. Donnino. A tutti grazie!
Oggi iniziamo la grande settimana in cui rivivremo il dramma della passione,
morte e risurrezione del Signore. Nessun’altra settimana, fuorché quella della Creazione,
può stare alla pari con questa.
Nella prima fummo creati, in questa veniamo ricreati, redenti e santificati.