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“Non devo piangere” – poesia di Alberto Bottazzi

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Non ho più un Orizzonte, non ho più niente,

i bambini vorrebbero riposare, ma non c’è tempo,

la strada della salvezza dalle bombe è lunga,

non possiamo fermarci neanche per un attimo.

Il solco della speranza è impegnativo da percorrere,

cammino alla ricerca di un cielo senza nubi di guerra,

un cielo sereno, lasciando il cuore alla mia madre terra.

Campi velati di neve accompagnano la mia sofferenza.

Doveva essere un giorno come altri, l’alba chiara di sempre,

quotidianità normale che nel ricordo diventa straordinaria,

relazioni umane, la scuola per i bimbi, la visita a mia madre,

doveva essere un giorno così, senza il veleno della guerra.

Doveva essere un giorno come altri, vicino al camino acceso,

dentro casa che non era un granché, ma sempre la nostra casa,

ridotta in polvere da una bomba nemica che non sa niente di noi,

della nostra storia e dei progetti di vita che stavamo realizzando.

Eppure non devo piangere, devo essere forte per i miei bimbi,

con tutto l’amore verso mio marito che combatte l’invasore...

faceva il fotografo e non aveva mai preso in mano un fucile,

ora mi affligge il pensiero che non riesca neppure a difendersi.

Petro e Roman hanno l’età dell’innocenza e si chiedono perché?

Cosa ha scatenato questo odio così feroce contro il nostro popolo?

Quale perverso pensiero ha scatenato questa inimmaginabile follia?

Sono tanti i perché e a Petro e Roman nessuno darà mai una risposta!”.

Alberto Bottazzi