Riceviamo e pubblichiamo da un nostro lettore, Luigi Bottazzi
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La figlia primogenita di De Gasperi, Maria Romana, ci ha lasciato per raggiungere la casa del padre. Per me e, credo, per molti amici reggiani impegnati nella DC e nell’associazionismo cattolico ci lascia un ricordo indelebile. Perché abbiamo avuto l’ onore e il piacere di conoscerla personalmente e di avere contatti a più riprese, specialmente nell’ ambito della attività del circolo di cultura “ Giuseppe Toniolo “, quando abbiamo cercato di far conoscere ed approfondire il pensiero e le opere dello statista trentino.
Nel suo ultimo libro, scritto con la sorella Paola “De Gasperi scrive”, alla domanda “Perché vale la pena recuperare le parole di un uomo scomparso quasi settant’anni fa? Risponde con la schiettezza di giornalista ( teneva una rubrica sul quotidiano “Avvenire “) alla domanda: “Vale ancora la pena seguire la sua dirittura morale, la sua fede nel futuro, la sua fiducia nella brava gente”, risponde la figlia. “Mio padre guardava ai giovani che volevano fare politica non come carriera, ma come servizio alla Nazione” ha aggiunto, “sono certa che anche oggi cercherebbe i giovani”.
Ho ancora presente e viva la conferenza che Maria Romana tenne al centro Giovanni di Via Prevostura, una sala pienissima di partecipanti, il 28 maggio 2010, inaugurando il ciclo “ 2010-2011 : verso il 150 ° dell’ Unità d’ Italia “ con una vera e propria lectio magistralis su “Alcide De Gasperi : Mio padre, i cattolici e il senso dello Stato". Un’esposizione solida ma anche accattivante, che ancora oggi si può ascoltare per intero sul sito di Yuo Tube.
Un altro momento importante è stata la collaborazione preziosa che mi ha dato nello scrivere, nell’estate del 2019, la prefazione al volume da me curato “La memoria che si rinnova. Alcide De Gasperi”, che raccoglie il testo delle omelie tenute alle messe nella Basilica di San Prospero dal 2008 al 2018, nel mese di agosto, in occasione degli anniversari della morte del papà Alcide nonché documenti inediti o poco conosciuti del primo presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia liberata dal giogo fascista.
Incomincia proprio così “Mai avrei immaginato, mio caro padre, di unire i miei ricordi alle omelie dei vescovi e dei presbiti di Reggio Emilia, che hanno voluto parlare di te in questi anni, su invito del circolo di cultura “Giuseppe Toniolo" ed insieme alle associazioni cattoliche impegnate nel campo culturale e sociale. Le mie sono parole modeste come era la nostra vita passata assieme. Eri un uomo semplice di modi e parco di espressione di affetti che invece avevi profondi nel tuo cuore. Di te ricordo poche carezze, ma sincere, importanti, che confessavano affetto profondo, ascolto attento".
Poi teneramente chiude “Dal mio piccolo studio che avevo accanto al tuo al Ministero degli interni sentivo la tua voce quando cercavi di non seguire le richieste di alcun uomini della politica che ti chiedevano cose che tu non intendevi fare. Poi ho raccolto negli ultimi giorni della tua vita, i piccoli fogli che scrivevi, quando avevi bisogno di farti aiutare dal Signore: "Perdonami, Signore, ma porto con me nelle mie occupazioni la tua preghiera. Penetra tutta la mia attività, prega tu nel mio lavoro e in tutta la donazione di me stesso... grazie padre di avermi concesso di stare accanto a te anche solo una breve parte della mia vita".
Non credo proprio che si debba aggiungere altro, se non “Grazie, carissima Maria Romana”.
Luigi Bottazzi
Il nome di Maria Romana De Gasperi lascia sicuramente un ricordo indelebile nei suoi Amici Reggiani, ma in tutti noi il nome “De Gasperi” suona come un mito della nostra storia italiana, un portatore di valori agli antipodi di tanti amministratori di oggi.
Ogni giorno mi chiedo perchè, e mi ripeto perchè non abbiamo più persone come De Gasperi che amministrava pensando solo al bene del paese e non ai propri interessi; la Figlia Maria Romana ringrazia il Padre di avergli concesso di vivere accanto a Lui e noi ringraziamo il “Costruttore del mondo” di averci concesso una persona come De Gasperi; con la speranza che un giorno qualcuno comprenda che se vogliamo dare un futuro a questo paese Italia basterebbe fare memoria di ciò che ci ha lasciato questo grande uomo.
Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto