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Confermato il commissariamento degli Usi civici di Febbio

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“E’ una decisione di buonsenso che va nella direzione del dialogo. Alla nostra proposta d’incontro alcuni hanno preferito intraprendere la via dello scontro. Speriamo che da oggi il discorso imbocchi la strada che il Comune, avendo veramente a cuore la stazione turistica estiva ed invernale di Febbio e il suo futuro, ha da sempre auspicato, cioè quella del confronto pacifico e costruttivo”.

Così il sindaco Elio Ivo Sassi commenta la decisione del tribunale amministrativo regionale di Parma che ha respinto la richiesta da parte dell’ex presidenza degli Usi civici di Febbio di sospendere il commissariamento dello stesso organismo disposto dall’Unione montana lo scorso luglio su richiesta dell’Amministrazione comunale villaminozzese.

“I ricorrenti al Tar avevano tra l’altro lamentato - spiega il primo cittadino - che i commissari non avrebbero usato attenzione nella gestione dei beni degli Usi civici, soprattutto in merito alla seggiovia. Ciò è risultato totalmente infondato perché si sono sempre attivati per cercare di risolvere tutte le situazioni di criticità. E’ stata, fra le altre cose, avanzata la richiesta alla Regione per un finanziamento di quarantamila euro per la bonifica dei luoghi. I commissari hanno inoltre ottenuto, insieme al Comune, un finanziamento regionale pari a duecentosettantaquattromila euro (su duecentonovantacinquemila complessivi di interventi) per la revisione straordinaria e per la messa in sicurezza della seggiovia, obbligatoria per legge. Hanno poi intrapreso una sana ed ordinata gestione amministrativa. Hanno infine iniziato ad affittare i terreni a pascolo con bandi ad evidenza pubblica”.

Conclude Elio Ivo Sassi: “Non solo il Tar parmense ha riconosciuto la legittimità dell’azione di commissariamento intrapresa sugli Usi civici di Febbio, ma anche la bontà del nostro operato precisando che ‘non sussiste un pregiudizio grave ed irreparabile dall’esecuzione dei provvedimenti impugnati, ma, viceversa, la sospensione degli atti potrebbe provocare un danno all'intera collettività, dei cui interessi l’amministrazione si è fatta carico’. L’esito di questa vicenda legale conferma la correttezza del Comune e dell’Unione, finalizzata alla tutela degli interessi di tutta la collettività”.

La controversia fra il comune di Villa Minozzo e gli Usi Civici di Febbio ha origini lontane.

Nel luglio 2021, infatti, l'Unione dei Comuni dell'Appennino Reggiano ha commissariato gli Usi Civici di Febbio a causa della poca trasparenza con cui operava e la mancata valorizzazione del territorio. A Rino Marchiò, presidente esautorato dal commissariamento, è quindi succeduto Dante Rabacchi. Nel dicembre dello scorso anno il legale di Marchiò, Italo Rovali, ha depositato un ricorso al Capo dello Stato. Secondo l'avvocato l'Unione dei Comuni non avrebbe la competenza per poter commissariare gli Usi civici e dunque ci sarebbe stata una violazione di legge.

Il legale aveva smentito le cause che avrebbero portato al commissariamento, sostenendo come gli Usi civici hanno sempre provveduto alla pubblicazione dei propri atti nell'albo pretorio del comune di Villa Minozzo e che la valorizzazione del territorio si sarebbe arrestata solo dopo il cambio di vertici. La battaglia legale si era quindi spostata davanti al Tar dopo che il 13 gennaio l'Unione aveva chiesto la traslazione del ricorso nelle mani del giudice amministrativo.

Oggi la sentenza.