Con una nota stampa la federazione di Reggio Emilia del Partito socialista italiano torna a parlare della diga di Vetto.
L'attuale situazione dei bacini idrici - comunica la federazione con l'intervento che si riporta - ci dice che se non impariamo ad immagazzinare e gestire l'acqua quando questa è disponibile non sarà possibile salvaguardare l'attuale tessuto economico e produttivo.
Assodato che la gestione di un fiume e/o di un bacino devono essere seguite a livello interprovinciale, regionale e, in alcuni casi, anche interregionale, bisogna però rendersi conto che la pianificazione, perché sia valida e dia dei risultati, deve essere effettuata per tempo; non ci si può ridurre a mettere delle toppe quando ormai è troppo tardi.
Questo significa agire con responsabilità per anticipare gli eventi e non doverli subire passivamente. In quest'ottica la federazione provinciale del Psi di Reggio Emilia ritiene necessario e urgente riprendere quanto prima i lavori per la realizzazione di un invaso sull'Enza (diga di Vetto).
A questo importante e fondamentale intervento serve poi affiancare una verifica puntuale e precisa di tutta l'impiantistica perché siano azzerate eventuali perdite d'acqua. Immagazzinare l'acqua quando questa
è disponibile ed evitare di sprecarla nei periodi di siccità sono la base per una programmazione territoriale coerente che salvaguardi, al contempo, ambiente e tessuto economico.
Aggiungiamo pure energia pulita, zero Co2 , lavoro,presidio del territorio. Ma chi regge initerrottamente le fila dello strapotere , da decenni fa finta di niente , salvo poi riempirsi la bocca di green. Un montanaro,nato a pochi metri da un invaso artificiale , per caso insegnante di fisica,e spero anche di buonsenso. Cesare
Cesare
Io sono Favorevole alla Diga di Vetto, o anche ad una serie di invasi minori.
Non mi sembra logico lasciarla andare giù fino al Pò per poi rimandarla su, dopo averla mischiata oltretutto con le acque del Seveso (per citare il primo che mi viene in mente).
Max Giberti
Ringrazio la Federazione del PSI per la sua decisione, un grande partito il PSI, rimasto nel cuore di tanti Italiani. Ma a tutt’oggi dire di NO alla ripresa dei lavori della Diga di Vetto assicura voti al potere, un potere che fa “acqua” da tutte le parti ma che continua ad amministrare. Oggi dire di NO alla Diga di Vetto è un trampolino di lancio per una possibile carriera politica o presso qualche Ente, e questo purtroppo viene prima del bene dell’agricoltura, dei paesi montani, dell’ambiente, del lavoro, dell’energia pulita, della buona acqua ai rubinetti, dei danni da esondazione o da siccità, e chi più ne ha più ne metta. Il progetto “Marcello” della Diga di Vetto è adeguabile alle nuove normative sugli invasi del 2014, un invaso in “inerti naturali” è tale quale un muro di sostegno, era coì 1000 anni fa, è così ora e sarà così tra 1000 anni, vanno adeguati gli scarichi, la sismica, i dispositivi di sicurezza e le apparecchiature; a “scriverlo”, nero su bianco, non è il vecchio geom. Lino Franzini, ma una delle grandi Società d’Ingegneria Italiane che progettano dighe a livello mondiale, ma a Reggio Emilia, chiunque, e senza alcuna competenza in merito, sostiene che il progetto è superato, è da cestinare. Una cosa è certa, chi ha convenienza a spendere una decina di milioni di euro per un nuovo progetto e a prendersi altri 5 anni di tempo, ha sicuramente convenienza a dire che il progetto Marcello è da cestinare, che non è adeguabile, questa si che è una certezza. Basti pensare che il grande lago di Molveno è stato formato da una frana, una frana in “inerti naturali”, neppure calcolata da una società di Ingegneria. Che la diga di Vetto serve lo comprendono tutti, provate a pensare se avessimo la Diga di Vetto quali benefici avremmo, infiniti, la Valle dell’Enza sarebbe la Valle più importante dell’Emilia Romagna, ma ribadisco il concetto: l’interesse di qualcuno viene prima di ogni altra cosa e si continua a dire di NO, ma i risultati di come siamo ridotti li vediamo, e li vedranno ancora meglio i nostri nipoti, continuando ad ascoltare e a sostenere i NO a tutto, anche alle cose utili e indispensabili come la Diga di Vetto.
Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto
Per le province di Reggio Emilia e Parma, che hanno le DOP più importanti dell’agricoltura Italiana, non avere la diga di Vetto che assicura acqua al comparto agricolo è inconcepibile; è chiaro che il problema è politico, in regione Emilia Romagna chi governa ha bisogno dei voti dei contrari alla diga di Vetto e continuano a dire di no a quest’opera o, peggio ancora, propongono un piccolo invaso che sarebbe un danno senza alcun beneficio; questa non è buona politica, questa non è serietà, questo è assurdo.
sergio
Questo pronunciamento politico mi sembra ispirato dal pragmatismo, con un approccio non ideologico all’argomento, volto cioè a tenere in primo luogo conto di come si è andata sviluppando nel corso degli anni la “questione idrica” (nella nostra provincia ma non solo)
È ovviamente legittimo il non trovarsi d’accordo con l’invaso vettese, ma allora, o si nega l’esistenza di un problema idrico, o lo si minimizza, oppure, se invece lo si riconosce, bisognerebbe proporre contestualmente soluzioni alternative, realistiche e convincenti.
Questa mia considerazione – al di là di come la si pensi riguardo a detta opera – nasce dal constatare che in altri settori “strategici” udiamo sovente ripetere che i “no”, senza fornire in parallelo altre solide opzioni, ci hanno portato in situazioni critiche, se non “difficili”.
P.B. 22.03.2022
P.B.
Per gli agricoltori non avere l’acqua e per i paesi montani non avere la diga è peggio del Covid, senza acqua e senza diga è la fine di entrambi. Mi sorprende leggere quanto scrive Franzini sul fatto che il progetto dei lavori iniziati è adeguabile, come logica porta a pensare trattandosi di uno sbarramento in inerti naturali. Ma a fronte della sua dichiarazione, sostenuta da chi ha competenze tecniche, perchè altri, compreso dei Sindaci locali sostengono che quel progetto è superato?, è Franzini a mentire o sono altri?; e a quale scopo si mente e con quali competenze si sostiene una tesi o l’altra?. Se gli uni o gli altri mi fanno sapere ve ne sarei grato.
Daniele
Caro Daniele
io posso cercare di comprendere tutto, ma chiedo per cortesia un po’ di rispetto per le vittime della pandemia e per i loro famigliari.
Già Franzini, in passato, ha paragonato la mancata realizzazione della diga ai campi di concentramento nazisti. Direi che ci ha già pensato lui a passare il segno, per favore non ci si metta anche lei.
Grazie
Andrea