Home Cronaca Conad: “In molti donano beni alimentari per l’Ucraina”

Conad: “In molti donano beni alimentari per l’Ucraina”

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Stefano Castellini, proprietario dei Conad di Felina e Casina: registra un assalto agli scaffali?

“Per fortuna non si sono, per ora, verificati accaparramenti importanti, anche se alcuni prodotti come farina, pasta e riso hanno avuto uscite maggiori. Questo è dovuto, non dimentichiamolo, al fatto che molti consumatori stanno facendo raccolte per l’emergenza in Ucraina, e nel cestone che abbiamo predisposto in negozio per questo fine, i prodotti che troviamo all’interno sono prevalentemente quelli menzionati prima".

Come procede coi rifornimenti?
“Dal magazzino Conad arriva quasi tutto: esempio, se un tipo di pasta non arriva una volta, arriva la volta dopo. E lo stesso discorso possiamo farlo per le farine e per l’olio. Ovviamente è bene sottolineare che la situazione che descrivo è quella attuale, poi da domani potrebbe cambiare tutto tra scioperi di autotrasportatori, nuovi aumenti dei carburanti …”.

Nota analogie/differenze rispetto ai momenti più critici dell’emergenza Covid?

“Al momento il mio consumatore si sta comportando diversamente rispetto alla pandemia. Va detto, inoltre, che in quel periodo proprio i beni di prima necessità non arrivavano, e quando arrivavano finivano immediatamente. Oggi lo scenario è differente”.

Qualcosa da segnalare sui prezzi?

“Abbiamo avuto aumenti importanti sul pane, e il consumatore ne ha ridotto in modo significativo l’acquisto”.

Avete pensato come Conad a qualche mossa?

“In questa fase Conad sta cercando ci calmierare gli aumenti con offerte importanti, oltre all’introduzione di nuove iniziative che vanno incontro alle famiglie”.

Come vede il ruolo del suo personale in questo frangente?

“Ha un ruolo importante all’interno dei miei negozi, perché con professionalità invita le persone a non creare allarmismi, e a fare la spesa in modo razionale”.

C’è un prodotto in particolare che manca?

“Ultimamente faticano ad arrivare i pannolini per bambini. Probabilmente la domanda è aumentata per poter aiutare anche i bambini colpiti dalla guerra, e succede questo”.