Riceviamo e pubblichiamo da Giuseppe Adriano Rossi
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Alla iconografia di Santa Maria Maddalena sarà dedicata dal 27 marzo al 10 luglio una pregevolissima mostra allestita nelle sale dei Musei San Domenico di Forlì. Saranno esposte duecento opere – tra le più significative – datate dal terzo al ventesimo secolo.
Emblematico è il titolo dell’esposizione: “Maddalena. Il mistero e l’immagine”.
Il percorso espositivo è articolato in undici sezioni, che comprendono: pittura, scultura, miniature, arazzi, argenti e opere grafiche; ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico, la mostra si avvale di un prestigioso comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci e della direzione generale di Gianfranco Brunelli. Il progetto espositivo presenta capolavori provenienti dalle più importanti istituzioni museali nazionali e internazionali
Occorre sottolineare che la grande mostra forlivese può costituire motivo di notevole interesse anche per il territorio reggiano, dove è particolarmente diffuso il culto di Santa Maria Maddalena.
Infatti nel centro storico cittadino – dove ora è piazza Antonio Fontanesi – sorgeva la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, con annesso convento di monache benedettine. Questa chiesa aveva ampie proprietà nei sobborghi di Reggio, tant’è che l’unità pastorale che comprende le parrocchie di San Pellegrino e Gesù Buon Pastore è intitolata a questa Santa.
La chiesa e il convento furono abbattuti sul finire del sec. XVIII. Le vicende storico-artistiche di questo complesso sono state ripercorse da Monducci e Nironi nel prezioso volume “Arte e storia nelle chiese reggiane scomparse”, edito da Bizzocchi. La chiesa custodiva pale d’altare di Besenzi e Desani.
Si deve al pittore reggiano Cirillo Manicardi (1856 – 1925), insegnante e poi direttore della Regia Scuola di Disegno, l’esecuzione di uno splendido quadro rappresentante Santa Maria Maddalena, conservato nella chiesa di San Venanzio Abate a Nismozza. La Santa penitente è rappresentata in ginocchio – con le mani giunte e i capelli sciolti - davanti al Crocefisso; un teschio, appoggiato su un masso, sostiene un libro aperto. Ringrazio il nipote Enrico Manicardi per avermi cortesemente fornito la fotografia del dipinto.
Il culto magdalenico è particolarmente diffuso nel nostro Appennino, come documenta esaurientemente il volume di Arnaldo Tincani “I Templari in Diocesi di Reggio”, arricchito da numerose illustrazioni, tra cui la riproduzione del pregevolissimo reliquiario del piede destro della Maddalena, dapprima custodito nel monastero benedettino di San Prospero fuori le Mura, poi nel tempio cittadino di San Pietro e ora a Modena nella chiesa benedettina di San Pietro. Arnaldo Tincani, socio emerito della Deputazione reggiana, ha corredato il volume di puntuali schede sugli edifici di culto dedicati nel reggiano a Santa Maria Maddalena.
Grazie alla cortese segnalazione di Fernando Miele dell’Ufficio diocesano beni culturali – nuova edilizia, diretto da Angelo Dallasta - risulta che in diocesi sono intitolati alla Maddalena oratori a: Busana, Ciano, Pontone, Castelnovo ne’ Monti, Fosdondo. Dipinti rappresentanti la Santa sono presenti nelle chiese di Canolo, Roteglia, Cerreto Alpi, Gombio, Roncolo, Ramiseto, Montecavolo, Grassano, San Pietro-città, Gavasseto, Albinea (pieve).
Giuseppe Adriano Rossi