Sul "Bando borghi" previsto dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per i territori" riceviamo l'intervento di Marco Bussone, presidente Uncem.
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Tra poche ore scadranno i termini dell'Avviso del Ministero della Cultura per i Comuni che vogliono presentare progetti volti alla riqualificazione dei loro borghi. Il bando è rimasto aperto un paio di mesi e ha sollevato un'attenzione mediatica senza precedenti. Mai un bando era stato al centro di un tale dibattito. In termini giornalistici, si direbbe che questa attenzione è la notizia e non invece che venga speso oltre 1 miliardo di euro. La notizia è la corsa al bando, il fatto che la "linea a" e la "linea b" siano state prese di mira da migliaia di Comuni italiani per accedere ai finanziamenti; che i borghi siano nuova sorgente del futuro, che migliaia di case possano essere riqualificate sono notizie nella notizia. La notizia è che il bando è una lotteria. Una lotteria, abbiamo detto e scritto come Uncem. E non abbiamo condiviso l'impostazione complessiva data dal Ministero. Una "linea a" con 21 fortunati borghi che porteranno a casa 20 milioni di euro - in Emilia Romagna sarebbe già stato ufficiosamente individuato un comune del bolognese ndr - . Scelti dalle Regioni e ora ancora da valutare in via definitiva da parte della Commissione ministeriale. Ci sono città che ritagliano pezzi di città da candidare, paesi molto piccoli, Comuni già preoccupati su come spenderanno quei soldi stante tutto il caos delle minime macchine organizzative dei Comuni. Ci sono molti progetti belli, interessanti, virtuosi che saranno importanti per il futuro (se nella rimodulazione, annunciata, pervista e ormai certa, del PNRR, si troveranno altre risorse per 'sti borghi, altri avranno speranza). Eppure è successo di tutto su questa assurda e poco visionaria misura che premia uno e scontenta tutti gli altri. "Un ingrato e mille scontenti", si diceva per le nomine della prima Repubblica. Venti contro duemila, in questo caso. Non doveva essere così in un Paese che deve oggi come mai, generare coesione a partire dall'unità delle Istituzioni. Facendo lavorare insieme i Comuni. Solo insieme, in un territorio omogeneo i Comuni sono vincenti e forti. Non da soli e uno contro l'altro! Così si distrugge la rete dei Comuni, si ignorano le faticose reti esistenti, si inabissa il lavoro dei Sindaci che vincono i campanilismi e i dannosi municipalismi per essere forti insieme. Non andava bypassato tutto questo! Tantopiù da un Ministero.
Scelte del tutto inadeguate anche per la "linea b" del bando. 229 saranno i prescelti da una Commissione - confermo che Uncem non ci sarà e non vuole in alcun modo esserci in questa Commissione, a fare una valutazione complicatissima - che dovrà esaminare forse mille o duemila candidature. Aspettiamo ancora la "linea c" del Piano, a valere sul PNRR, quella per le imprese. Non è chiaro se ne beneficeranno solo i titolari del biglietto fortunato sulla linea b. Sarebbe ancor più inopportuno, nella già inopportunità di un percorso che ha spinto centinaia di Comuni a "correre verso l'avviso" con il supporto di assistenze tecniche pagate bene, in alcuni case approdate sui Comuni italiani da tutt'Europa... promettendo molto, anche di punteggi, e generando non poco caos. Lo abbiamo denunciato e lo faremo ancora. La rigenerazione dei Comuni, dei territori, delle comunità, ha bisogno di "supporti" veri, ma non di prese in giro.
Non può funzionare tutto questo perché la matrice narrativa, politica, istituzionale, non è corretta. Lo diciamo amareggiati, preoccupati, con la testa bassa. Un miliardo non si spende così. Avevamo la legge sui piccoli Comuni, 158/2017 che poteva orientare la spesa! Perché ignorarla come è stato fatto. Non andava fatto così quel bando, quell'impianto. Tantopiù complicando notevolmente gli aspetti amministrativi e giuridici con la volontà di "scremare". Se è vero, ad esempio, che per i partenariati pubblico-privati un Comune doveva già avere una scrittura in fase di candidatura - come se si potesse sancire prima di un finanziamento che si lavora insieme - questo è un modo buono per togliere di mezzo numerosi progetti.
La Commissione farà le sue valutazioni. Uncem non ne farà parte e dirà quello che pensa come ha fatto finora.
Faccia bene, la Commissione. Senza esporsi al rischio grande di ricorsi.
Vale, in tutto questo e nelle prossime Componenti con avviso del PNRR, quello che il 21 ottobre 2020 Uncem scrisse all'architetto Stefano Boeri. Sui media erano appena apparsi i titoli e le grandi pagine sulla bellezza dei borghi, sulla rigenerazione, sulle migrazioni dai quartieri urbani verso i borghi e i paesini. Ci eravamo permessi di ribadire che dovevamo evitare retorica e banalità. I paesi sono paesi. Non borghi. Costruire comunità non è rifare un borgo. E così, la lettera aperta di allora, è validissima oggi, alla vigilia della chiusura dell'avviso del bando borghi del MIC. Peraltro nato sulla scia di una certa retorica dei borghi fatta nel corso dei primi due lockdown, all'inizio della pandemia. Quando tutti ci dicevano "che belli i borghi, che bella la montagna", "come siete fortunati". "Compriamo casa in un borgo", "ci sono le case a 1 euro, sono perfette". Salvo poi accorgersi che "eh ma qui c'è la neve", "manca l'asilo... e pure il pediatra!". "Vivere qui costa caro... i chilometri da fare in auto sono molti". "Manca la connessione e il telefono prende malissimo. Poveretto chi vive nei borghi". Ecco. In mezzo a questo movimento del pendolo schizofrenico, ci siamo noi. Ci sono le Comunità, con i Sindaci e i Comuni dei territori montani, rurali, interni del Paese, alle prese con una retorica che vorremmo evitare di leggere in certi avvisi e nelle modalità di assegnazione dei finanziamenti. Perché di nuove Venezie non abbiamo bisogno e le campane di vetro in montagna sono difficili da portare. Non ci servono.
Orientiamo in modo diverso gli avvisi e i piani del PNRR. I territori non sono tutti uguali e la fenomenologia del bando, la lasciamo a questo passato del bando borghi. Che chiudiamo volentieri mettendo una pietra sopra alle modalità-lotteria. E chiedendo a chi decide e scrive i bandi - siano interni ai Ministeri, alle Regioni o consulenti di grandi gruppi esterni, ben pagati - più attenzione a come è fatta l'Italia. Ai Sindaci e alle comunità.
La lettera aperta del 21 ottobre 2020 ribadiva questo, un anno e mezzo fa. Eccola. Buona lettura. E buona chiusura del bando-borghi-MIC-PNRR, per chi partecipa e chi no. Con tanta amarezza e sofferenza, per come poteva essere diverso il destino di 1 miliardo di euro.
Marco Bussone
Presidente Uncem