Continua la collaborazione tra il liceo linguistico Cattaneo-Dall’Aglio e Redacon tramite la rubrica “Speakeasy”, curata direttamente dagli studenti dell’anno 2021-2022.
****
“Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…” - John Lennon (1971)
This song, composed over fifty years ago, is today sadly appropriate.What is happening these days in Ukraine, with an increasingly dramatic evolution of events, leaves everyone dismayed: it’s hard to believe that we are facing a harsh and brutal war that attacks civilians, women and children.
This is a real humanitarian catastrophe, the worst after World War II, which we never thought could happen again.We are realizing that being able to live free and "in peace" is not at all obvious, not even on the borders of Europe.
For two weeks, the Russian army has been conquering most of the Ukrainian cities, which are trying to resist. The number of victims is increasing, as those of Ukrainians seeking refuge in Europe.
In the midst of this terrible tragedy, many are the stories that rekindle hope.We are all moved to read the difficulties overcome by Stefano, Italian, and Julia, Ukrainian, to rejoin after the war seemed to have separated them forever.
The two lovers, who moved freely between Italy and Ukraine, all of a sudden, due to the outbreak of war, saw their normality turned upside down. After the bombing of Kiev airport, Julia escaped to a village west of the capital. Stefano tried in vain to get her to Italy until, against everyone's advice, he took his car and drove to the border between Ukraine and Romania. After 19 hours they stopped him at the border saying that his idea was crazy, so he had to go back home because they would never let him into Ukraine. Despite this, Stefano managed to find a ride for Julia from the village where she had taken refuge up to 10 kilometers from the border with Romania.
The girl took that ride, they dropped her to the prearranged point and after walking for many kilometers she was able to hug Stefano again and return to Italy. This is a story of love, resilience and survival.
We are also moved to see the images of the young Ukrainian couple, Yaryna and Sviatoslav, who, after three years of engagement and with the situation getting worse and worse, decided not to give up their dream. The two lovers had planned their marriage for the next 6th of May but, given the circumstances, they went to St Michael’s Monastery in Kiev, and while the air-raid sirens were ringing outside, they got married.
This story shows that war doesn’t stop the desire for a future.There are also testimonies of Russian soldiers helped or even rescued by Ukrainian people: fortunately solidarity prevails over war. Many international and Italian associations are showing their generosity by collecting money, clothing, medicines and food to be sent to war zones or to support the thousands of refugees we are ready to host.
Living in democracy, freedom of expression and respect for diversity is a right we must continue to defend and always believe in.
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one
(Giulia Franz e Giorgia Corbelli, classe 5^R)
****
“Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…” - John Lennon (1971)
Questa canzone, composta oltre cinquant’anni fa, oggi è purtroppo tristemente attuale. Quanto sta accadendo in questi giorni in Ucraina, con un'evoluzione sempre più drammatica degli eventi, lascia tutti sgomenti: si fa fatica a credere che ci troviamo di fronte ad una guerra aspra e brutale che attacca civili, donne, bambini.
Si tratta di una vera e propria catastrofe umanitaria, la peggiore dopo la seconda guerra mondiale, che mai avremmo pensato potesse ripetersi.Ci stiamo rendendo conto che poter vivere liberi e "in pace" non è per nulla scontato, neanche ai confini della civile Europa.
Da due settimane, l’esercito russo sta conquistando gran parte delle città ucraine, che tentano invano di resistere. Il numero delle vittime aumenta, così come quello degli ucraini che cercano scampo in Europa. In mezzo a questa immane tragedia tante sono le storie che fanno riaccendere la speranza.
Ci siamo tutti emozionati nel leggere le difficoltà superate da Stefano, italiano, e Giulia, ucraina, per riunirsi dopo che la guerra sembrava averli separati per sempre. I due innamorati, che vivevano spostandosi liberamente tra Italia e Ucraina, improvvisamente, con lo scoppio della guerra, hanno visto la loro normalità stravolta. Dopo il bombardamento dell’ aeroporto di Kiev, Giulia è scappata in un villaggio ad ovest della capitale. Stefano ha cercato invano di farla arrivare in Italia fino a quando, contro il volere di tutti, ha preso la macchina da solo ed è partito per andare al confine tra Romania e Ucraina. Dopo 19 ore di viaggio, alla frontiera lo hanno fermato dicendogli che la sua idea era una follia e che doveva ritornare a casa perché in Ucraina non lo avrebbero mai fatto entrare. Stefano, nel frattempo, aveva trovato, grazie a BlaBlaCar (sembra follia, ma è così) un passaggio per Giulia, dal villaggio dove si era rifugiata fino a 10 chilometri dal confine con la Romania. La ragazza ha preso quel passaggio, è stata lasciata nel punto prefissato e dopo aver camminato per tanti chilometri ha potuto riabbracciare Stefano e tornare con lui in Italia. Questa è una storia di amore, resilienza e sopravvivenza.
Ci siamo anche commossi nel vedere le immagini dei due giovani fidanzati ucraini, Yaryna e Sviatoslav ,che, dopo tre anni di fidanzamento e con la situazione che andava via via peggiorando, hanno deciso di non rinunciare al loro sogno. Avevano programmato il matrimonio per il prossimo 6 maggio: si sono recati al monastero di San Michele a Kiev e, mentre fuori suonavano le sirene antiaeree, si sono sposati. Questa storia dimostra che la guerra non ferma la speranza di futuro.
Ci sono anche testimonianze di soldati russi soccorsi o addirittura salvati da persone ucraine: fortunatamente la solidarietà prevale sul fatto di essere nemici.
E un cuore grande lo stanno dimostrando tante associazioni internazionali e italiane, anche a livello locale, che si stanno adoperando concretamente per raccogliere denaro, abbigliamento, medicinali e cibo da inviare nelle zone di guerra o per sostenere le migliaia di profughi che siamo pronti ad accogliere.
Vivere nella democrazia, nella libertà di espressione e nel rispetto delle diversità è un diritto che dobbiamo continuare a difendere e nel quale credere sempre.
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one
(Giulia Franz e Giorgia Corbelli, classe 5^R)