Il Parco Nazionale ha ufficialmente presentato, lo scorso 3 marzo 2022, la piattaforma dell’ Appennino tosco emiliano per la compravendita dei crediti di sostenibilità: oltre 200 persone collegate, tra cui numerosi proprietari di boschi, singoli e usi civici che hanno aderito all’ iniziativa mettendo a disposizione ben 28000 ettari.
Una novità assoluta nella storia dell' economia forestale del nostro territorio, tanto nuova da presentare interrogativi e incertezze del tutto ragionevoli.
L’ innovazione di questo tipo di mercato è che si possono vendere prodotti dei boschi che sono sempre stati fondamentali per la nostra vita come l’ acqua pulita o la capacità di sottrarre carbonio all’atmosfera, ma che il mercato stesso ( fin ora limitato esclusivamente alla vendita di legna da ardere) non ha mai remunerato. Ora invece, grazie a questa iniziativa, i servizi generati dai boschi saranno portati in un contesto di mercato. Quindi anche conservare meglio la natura sarà conveniente, sia per i proprietari che per le imprese; e i boschi se saranno più vitali, diversi, ricchi di biodiversità e biomassa renderanno anche dal punto di vista economico.
Ma cos’è questo “mercato volontario”? Chi comprerà questi crediti di sostenibilità, che sono cosa diversa dai diritti di emissione scambiati sul mercato obbligatorio?
Sono le imprese impegnate in virtuosi processi per rendere le loro attività sempre più sostenibili: oltre a limitare l’ inquinamento con strumenti opportuni e limitare le emissioni di CO2 possono accedere al mercato volontario dei crediti di sostenibilità e raggiungere, se vogliono, la neutralità climatica. La piattaforma, per evitare forme di green washing, tiene anche conto dell’ impegno delle imprese per contrastare l’inquinamento.
Il progetto è stato costruito con grande attenzione, nel processo sono coinvolti più di 30 gestori di foreste, 6 Università e istituti di ricerca, 12 tecnici forestali, gli organismi normativi internazionali che garantiscono la buona gestione oltre al Parco nazionale e la Riserva di biosfera dell’ Appennino tosco emiliano.
È in cantiere e potrà essere realtà entro l’ anno in corso la certificazione di sostenibilità per la gestione di parte delle foreste dell' Appennino. Sono in campo metodologie validate e riconosciute per calcolare il valore ambientale aggiunto di azioni di miglioramento della gestione. Nella giornata di ieri sono pervenute al Parco richieste di informazioni e dichiarazioni di interesse di alcuni potenziali acquirenti e anche l’apprezzamento di Alessandra Stefani, responsabile della direzione generale delle foreste del Ministero dell' agricoltura.
Tanto fumo niente arrosto
Cecco
Non c’ho capito niente. Burocratese astratto
Davide
Vorrei provare a non essere pessimista come il Sig. Cecco, ma ottimista. Non mi è stato possibile partecipare al dibattito on-line, pertanto non so se a far parte di chi detiene i crediti che contribuiscono a limitare le emissioni di CO2 sono tutti i proprietari dei boschi che, in proprio o tramite terzi, tipo un Ente, un Consorzio o il Parco Nazionale, possono cedere il valore di questi crediti ai produttori di “inquinamento”. L’idea di imporre a chi inquina un contributo economico a favore di chi da un contributo a ridurre l’inquinamento è veramente innovativo; ma non ho certezze che funzioni cosi. Se cosi fosse a beneficiare di questi crediti sarebbero prevalentemente i montanari; potrebbe definirsi una piattaforma o una legge “amica dei montanari”, cosa assai rara..
Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto