Per la Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano un impegno a costituire in ogni provincia gruppi di coordinamento e promozione della stessa. Una serie di 11 incontri post assembleari per definire un primo elenco dei progetti della nuova Mab Unesco. La segnalazione di un bando nazionale del Ministero della Cultura, per la rigenerazione dei borghi, che nell’ambito degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedica premialità alle Riserve di Biosfera. La proposta a tutti i comuni di utilizzare il nuovo logo Mab Unesco e di adottare la pratica degli “acquisti verdi”. Sono alcune delle novità apprese dalle oltre duecento persone che, in rappresentanza dei territori di sei province dislocate in tre regioni, hanno partecipato alla quinta assemblea della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano, aperta dai saluti di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, e Barbara Lori, assessore della Regione Emilia- Romagna.
“Il globale e il locale si scoprono vicini – ha spiegato Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera – e, anzi, ora lavorano assieme secondo i dettami e i valori del programma Man and Bioshpere che, nato nel lontano 1971, oggi si rivela attualissimo. Questo programma pone attenzione alla relazione tra capitale umano e capitale naturale per transizione ecologica: la nuova dimensione sul territorio è quella di un approccio metromontano che esalta le interazioni e le collaborazione tra le terre montane e le città”.
“Proponiamo - ha detto Giovanelli – questa nuova visione per un laboratorio e patto di collaborazione a pubblico e privati; così dovrà nascere un nuovo Piano di azione della Riserva di Biosfera: una raccolta dei progetti in chiave Mab Unesco proposti e messi in campo negli 80 comuni della Riserva”.
“La guida dedicata alla Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco- emiliano è già tra le cinque guide più vendute – ha spiegato Giuseppe Cerasa, direttore editoriale de le Guide di Repubblica -. Già da ora siate ora un grande esempio per chi crede nell’Italia e nel futuro dei giovani”.
Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha affrontato il tema del capitale umano nelle aree interne: “Se la pandemia ha reso più svantaggiate alcune fasce di popolazione, come le persone fragili o quelle che vivono nelle aree interne, con la mancata erogazione di servizi. Ma abbiamo appreso anche alcune positività, come il fatto che il nostro stile di vita può essere cambiato rapidamente, in modi diversi, come il lavorare da casa, una mobilità virtuale che spazia dal lavoro, alle televisite, alle ricette smaterializzate,… Quindi alla domanda di quale modello di sviluppo vogliamo per questi territori occorre rispondere con paradigmi e logiche diverse, andando oltre la sussidiarietà e mettendo a segno un vero asset per la sostenibilità. La proposta è quella di un patto tra capitale umano e valore ambientale, tra centri di formazione d’eccellenza (scuole, atenei, centri di ricerca…) con amministrazioni ed enti per trovare nuovi modelli organizzativi di erogazione dei servizi, in relazione ai fabbisogni della popolazione. Se le aree interne sono polmoni verdi utili alla collettività, alla popolazione occorre però garantire sicurezza alla salute e servizi”.
Sul fronte ambientale, Giorgio Vacchiano dell’Università degli Studi di Milano ha illustrato il valore delle foreste dell’Appennino tosco-emiliano, “una ricchezza che, oggi ha un valore più ampio degli usi tradizionali: hanno valore sociale e, soprattutto, di biosfera. Le foreste erogano servizi ecosistemici, cioè contributi al bene della società. Come il contrasto al dissesto, il valore dell’habitat, la depurazione del ciclo dell’acqua, il valore di benessere per l’uomo, il contrasto al cambiamento climatico (in Italia le foreste smaltiscono il 10% delle nostre emissioni). Ora occorre quindi guardare più in là e a come il legno forestale sia uno stock di carbonio utilissimo nella nostra traiettoria di decarbonificazione. I boschi però soffrono i cambiamenti: di inaridimento e riscaldamento e di aumento di prelievi, come nel resto d’Italia. Necessaria è una gestione climaticamente intelligente delle foreste con progetti dedicati, come quelli del Parco nazionale dell’Appennino o i nuovi che verranno”.
Filippo Lenzerini di Punto 3.0 ha infine presentato la piattaforma di compravendita dei Crediti di Sostenibilità, un innovativo progetto per la Riserva della Biosfera – se ne parlerà diffusamente il 3 marzo alle 11.30 in uno specifico webinar – che ha lo scopo di remunerare i servizi ecosistemici generati dalla gestione sostenibile delle foreste dell’Appennino (ed in particolare l’assorbimento della CO2) coinvolgendo imprese ed organizzazioni impegnate in percorsi di Responsabilità Sociale d’Impresa e neutralizzazione delle proprie emissioni.
CALENDARIO SEMINARI E TAVOLI DI LAVORO POST ASSEMBLEA
“L’assembla della Mab Unesco ora intende realizzare il nuovo Action plan, inteso come l’elenco dei progetti dai vari territori, rispettosi dei cosiddetti Goal previsti dall’Unesco – ha spiegato Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino – da qui la necessità di raccogliere il confronto con persone, professionisti, aziende ed enti con tematiche specifiche”.
Di seguito l’elenco degli 11 seminari e tavoli di lavoro previsti.
3 marzo: piattaforma crediti di sostenibilità: seminario – Ore 11.30 – 13.00 –
10 marzo: spiritualità ed ecologia: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
17 marzo: paesaggio e geomorfologia: tavolo di lavoro – Ore 15.00 – 17.00
24 marzo: risorse idriche: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
31 marzo: vie storiche e turismo outdoor: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
7 aprile: enogastronomia e prodotti tipici: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
14 aprile: uomini e foreste: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
21 aprile: accogliamo la natura nei borghi della MAB: tavolo di lavoro – Ore 15.00 – 17.00
28 aprile: comunità energetiche: tavolo di lavoro - Ore 15.00 – 17.00
5 maggio: patto per il suolo – tavolo di lavoro – Ore15.00 – 17.00
12 maggio: I Care: seminario – Ore 11.30 – 13.00