Ha tentato per l’ennesima volta di togliersi la vita e questa volta lo ha fatto portandosi alle pendici del monte Ventasso, per cercare di raggiungere e gettarsi dalla vetta che supera i 1700 metri di altezza. Si tratta di un 41enne reggiano che, preso da apparente sconforto per motivi familiari, ha provato nel tardo pomeriggio di ieri 17 febbraio a portare a termine il gesto estremo.
Fortunatamente la famiglia ha dato per tempo l’allarme alla sala operativa della questura, che a sua volta ha avvisato tempestivamente la Polizia Stradale di Reggio Emilia, mentre stava ultimando i tentativi di individuare la posizione dell’uomo attraverso la celle satellitari del telefono cellulare.
Mentre la macchina delle ricerche si stava mettendo in moto, dalla questura è giunta alla sala radio della polizia stradale reggiana una seconda informazione, secondo la quale il 41enne si trovava a Ramiseto ai piedi del monte Ventasso.
E’ stato in quel momento che due diverse pattuglie della Polizia stradale di Castelnovo ne’ Monti si sono portate sul posto ed uno degli agenti, originario della montagna ed esperto escursionista, si è immediatamente inerpicato lungo il ripido sentiero che porta alla vetta.
Durante la salita si è accorto di una timida luce a poche centinaia di metri sotto la vetta ed è stato a questo punto che, aumentando il passo, è riuscito a raggiungere l’uomo.
Il quarantunenne si trovava in evidente stato d’ansia, ma si è comunque fatto avvicinare dall’agente che lo ha dapprima ascoltato poi, una volta calmato, lo ha convinto a scendere a valle dove nel frattempo lo attendevano anche i mezzi del soccorso sanitario per una prima visita.
Il 41enne ha motivato il suo gesto con apparenti questioni familiari e dopo una tappa al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti, è stato trasferito al Santa Maria Nuova di Reggio per ulteriori accertamenti.
Grazie all’immediato intervento dei soccorsi, alla tecnologia satellitare, alla sinergia operativa tra i vari uffici della Polizia di Stato sul territorio, ma soprattutto alla preparazione fisica e alla forza d’animo dell’agente della polstrada che ha rincorso e raggiunto l’uomo, si è potuto evitare un epilogo tragico.
Forse anche con una preparazione atletica minore di quella descritta, lo avrebbe raggiunto ugualmente: quando una persona nasce generosa e buona, si ritrova ad essere eroe suo malgrado. Finalmente qualche briciola di grandezza ogni tanto, in mezzo a tante piccolezze da mediocrità e codarda omissione, che ricorda a tutti quanti come può essere bella l’umanità quando decide di esserlo… Complimenti.
Raffaella Caselli
Grazie Ragazzi!
Max Giberti
Difendiamo l’empatia dalle insidie virtuali!
Bravissimo! Grazie da ognuno di noi!
MCG