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Castelnovo, la colpa non la vuole nessuno

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L'ennesimo episodio di inciviltà in montagna.

Stavolta a denunciarlo è il sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini, che pubblica sul suo profilo facebook una foto che testimonia l'ennesimo episodio di abbandono su strada di rifiuti domestici.

Stavolta però il triste spettacolo è accompagnato da un cartello che avverte: "Non è colpa del nostro sindaco. E' colpa di "Virginia Raggi"!

La reazione dei cittadini è stata quella di invitare a segnalare agli uffici competenti eventuali disservizi che potrebbero non consentire un conferimento adeguato, la speranza di molti è quella che fosse invece presente una fototrappola che possa aver ripreso gli autori dello scellerato gesto.

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  1. Magari la presenza di “fototrappole” riuscisse veramente ad interrompere la disdicevole abitudine di destinare i rifiuti in maniera impropria, ma tali strumenti dovrebbero essere in gran numero – ove si volessero “presidiare” i tantissimi luoghi in cui i rifiuti vengono disinvoltamente e scorrettamente abbandonati, se non disseminati – e va altresì messo in conto che, una volta scopertane casomai la presenza, gli autori di questi riprovevoli gesti potrebbero spostare altrove la loro “opera”, così che il problema rimarrebbe di fatto irrisolto, o addirittura aggravato..

    Nella fattispecie, però, stando almeno a quanto ricavabile dalla foto, i sacchetti di rifiuti sembrano collocati in prossimità di contenitori apparentemente già colmi, il che può far supporre che non vi fosse la volontà di disperderli in giro, ma sia piuttosto accaduto che chi intendeva smaltirli non abbia poi potuto farlo usufruendo di quei contenitori strapieni, e ve li abbia lasciati accanto per non riportarseli a casa, e ci si potrebbe di riflesso chiedere se il numero dei contenitori corrisponda alle esigenze del quartiere e se, nel caso, sia possibile aumentarli.

    Riesce difficile comprendere le ragioni di questi comportamenti ben poco civili – nonché diseducativi nei confronti dei nostri giovani – ma una qualche responsabilità in proposito potrebbe averla anche il “permissivismo” che ha lungamente contrassegnato la vita sociale delle nostre comunità, verosimile causa pure del degrado che, nei grandi centri abitati, ha non di rado trasformato, cioè peggiorato, l’aspetto di rioni un tempo ben tenuti e curati, per significare che gli accadimenti di oggigiorno trovano abbastanza spesso spiegazione in antefatti dei tempi andati.

    Al di là comunque dei trascorsi, va ora cercata la risposta più idonea al problema, di certo non semplice, e nel registrare che vi sono zone – e qui non mi riferisco espressamente alla montagna – dove si vedono solo cassonetti dedicati a carta, plastica, vetro, ossia al differenziato, viene da domandarsi se non sarebbe opportuno averne anche qualcuno per l’indifferenziato, ma qui mi fermo per “incompetenza” (salvo il ricordare che, in altra regione, mi sono imbattuto in batterie di cassonetti per il differenziato, e fors’anche indifferenziato, che mi sono parse piuttosto funzionali).

    P.B. 14.02.2022

    P.B.

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