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Addio Armandina, maestra per tutta la vita

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La notizia della sua scomparsa con un necrologio, su Redacon, a funerali avvenuti. "Maestra per tutta la vita" c'è scritto ed era proprio così per Armanda Fiorini che si è spenta a 93 anni martedì scorso presso l’Oasi San Francesco di Cereggio, dove si trovava da qualche anno.
Lascia nel dolore i figli Danilo (cardiologo) e Rosy (ricercatrice storica) Manari, nipoti, parenti ed amici. I funerali si sono svolti, in forma strettamente privata, ieri mattina a Busana (comune di Ventasso) con la tumulazione nel cimitero locale dove Armanda riposerà per sempre accanto al marito Sveno, deceduto diversi anni fa, ma sempre presente in lei nel ricordo di quando, entrambi maestri, insieme lavoravano per la crescita della scuola della montagna.
Tra tanti bei tratti della sua figura, l’epigrafe del ricordino di Armanda con il suo ultimo saluto riportato dai figli, il consapevole pensiero del nuovo ultimo viaggio che lei stessa ha scritto: «Oggi se ne va per un lungo viaggio l’Armandina. Dove va l’aspettano tutti coloro i quali l’hanno amata e non ci sono più e la saluta chi ha condiviso un pezzo della sua vita. Una vita alla quale ha sempre cercato di dare un senso profondo, a partire dal suo lavoro di maestra. Addio o arrivederci, Armandina».
Armandina era una figlia illustre, suo padre infatti era lo storico fotografo dell’intera montagna reggiana che ha lasciato un patrimonio di immagini di eccezionale valore, curato prima dalla stessa figlia e poi dalla nipote Rosy.
A soli 17 anni Armanda Fiorini ha iniziò la sua esperienza di insegnate elementare presso la scuola elementare di Casale di Talada (allora comune di Busana). Erano gli anni dell’immediato dopoguerra e le classi allora erano formate da ragazzi, ma anche da adulti che dovevano imparare e leggere e a scrivere. Da lì è iniziato il giro delle cattedre della montagna: Talada a Cervarezza, Nismozza, Acquabona, Collagna, Cerreto, poi oltre il Secchia a Cerrè Sologno e a Gazzano in comune di Villa Minozzo. Quella dell’insegnante, assieme al marito Sveno Manari, è stata un’esperienza unica di insegnamento legato al territorio montano: dalla grande storia delle tracce dei Romani alla storia spicciola di ogni singolo paese dove le pietre delle case ancora oggi raccontano il passato. Questo era il loro metodo, oltre i libri scolastici, che portava i giovani ad amare il proprio territorio. Non a caso hanno ottenuto entrambi la medaglia doro alla carriera, però la maestra Armanda non si è fermata alla pensione, appassionata di ricerche storiche, ha sempre partecipato alle iniziative culturali sottolineando che la montagna non deve essere ricordata solo per le ‘tortellate’, ma per ben altri valori tramandati da una generazione all’altra. Ha saputo scegliere da che parte stare: ha collaborato con l’Auser ed ha fatto parte del Direttivo Nazionale dell’Anpi con Maria Cervi.
Alla famiglia Manari e a Rosy, già nostra collaboratrice, le condoglianze della redazione.

6 COMMENTS

  1. Conservo bellissimi ricordi della Scuola Elementare di Busana quando, già negli anni ’70, la Maestra Amanda con tutti i colleghi metteva in atto una didattica innovativa, nella quale il bambino era protagonista del proprio sapere. Una scuola che valorizzava ” le piccole storie d’ Appennino”, facendo maturare in noi identità, senso di appartenenza e amore per la cultura e lo studio. A Danilo e Rosy le mie più sentite condiglianze unite a quelle di mio padre e di mia madre. Un abbraccio
    Patrizia Leoncelli

    Leoncelli Patrizia

    • Firma - Leoncelli Patrizia
  2. Sto conoscendo la maestra Armanda attraverso il bellissimo ritratto fatto dalla figlia nel libro che sto leggendo “L’ultima maestra dell’Appenino Reggiano” e un pò mi sono affezionata a questa fantastica donna. Consiglio la lettura a tutti per recuperare la storia di un territorio che ora appare povero ma che ha una ricchezza straordinaria di memoria e di cultura. Rip.

    Filomena Marseglia

    • Firma - Filomena Marseglia