La sentenza ieri a Reggio Emilia sulla vicenda che cinque anni portò alla morte Sara Teneggi, 29 anni di Carpineti, trovata senza vita nella sua camera da letto dalla madre. Conosciuta in montagna per aver lavorato in diversi bar, Sara era stata vista in un locale di Carpineti la notte prima della sua scomparsa l'8 ottobre del 2017, poi il malore e alle 17 del giorno dopo il ritrovamento. Sara è morta a causa di un mix letale di metadone, alcol e cocaina.
Davanti al gup Dario De Luca, ieri in tribunale quattro persone con accuse differenti. La famiglia Teneggi si è costituita parte civile e a loro andrà una provvisionale di 30mila euro da parte dell'ex fidanzato della vittima, Andrea Busanelli. Accusato di abbandono di incapace con l'aggravante di morte come conseguenza, Busanelli è stato condannato a due anni di reclusione. La pena è stata poi sospesa e il giudice ha escluso l'aggravante. Come si legge sulla Gazzetta di Reggio, per i legali di Busanelli quel giorno non vi fu abbandono di incapace. Afferma il legale Giovanni Tarquini: "Stiamo parlando di un contesto difficile. E come sostiene il nostro consulente Alberto Martini, anche se fossero stati allertati i soccorsi, le condizioni di Sara erano troppo gravi per poter sopravvivere. E su questa tesi difensiva faremo ricorso in Appello".
Stesse accuse per Matteo Conca, che ha invece patteggiato la pena: 1 anno e 8 mesi di reclusione come avallato dal gup De Luca. Gli altri due imputati sono invece rinviati a giudizio. Stiamo parlando dell’albanese Erik Lile, accusato di aver ceduto alla vittima un grammo di cocaina e Silvano Leonardi, il quale le avrebbe invece venduto il metadone. Non accolto il "non luogo a procedere" richiesto dai difensori.
Nessuna sentenza ci dara’ il sorriso di Sara ma almeno mi aspettavo una giusta condanna per chi ha abbandonata Sara.
G. U.