Oggi si celebra la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo: due facce della stessa medaglia. Che sia un’offesa pubblicata sui social-network o inviata tramite whatsapp, che avvenga in un’aula scolastica o in altri luoghi, si tratta di un fenomeno più diffuso di quanto si possa pensare. Non si tratta solo di escludere la vittima da gruppi o attività ma spesso si verificano aggressioni fisiche verso la persona bullizzata.
Sono stati fatti piccoli passi ma il fenomeno è ancora una vera e propria piaga sociale: la cronaca racconta troppo spesso di episodi di bullismo, soprattutto tra i giovani; soprattutto nelle scuole; soprattutto attraverso la rete. Un ultimo caso lo scorso ottobre in uno dei comuni dell’Appennino reggiano.
Per quanto riguarda il contrasto al bullismo scolastico, secondo quanto previsto da una legge del 2017, nelle scuole è presente un insegnante referente, al quale ci si può rivolgere in caso di episodi di bullismo. Grazie a questa legge le scuole organizzano incontri formativi, ma non basta. Il fenomeno è difficile da reprimere.
Le vittime nella maggior parte dei casi hanno paura e non denunciano, provano vergogna e non sanno a chi rivolgersi. In alcuni casi anche un genitore non sa come agire.
Per saperne di più abbiamo intervistato Vincenzo Vetere, presidente e fondatore dell’associazione contro il bullismo scolastico (Acbs) nata il 9 febbraio del 2015 per offrire interventi di contrasto nelle scuole, formazione e informazione; per attuare questo si avvale della collaborazione di diverse figure professionali: una psicologa, un avvocato e un educatore. La sede legale è a Magnago, in provincia di Milano, ma opera in tutta Italia.
L’associazione è nata dall’esperienza di Vincenzo, un giovane che dopo aver subito per tutto l’arco del suo percorso scolastico atti di bullismo, decide di ‘scendere direttamente in campo’ per contrastare questo fenomeno ed aiutare le vittime di bullismo e cyberbullismo. L’idea di creare l’associazione nasce in Vincenzo nell’estate del 2014, quando sente alla televisione che una ragazza, vittima di bullismo, stanca di subire ulteriori vessazioni, si era uccisa lanciandosi da una finestra; decide così di attivarsi per aiutare i giovani che hanno subito o continuano a subire in ambito scolastico o extrascolastico comportamenti aggressivi e violenti di natura sia fisica sia psicologica.
Vincenzo, come aiutate le vittime di bullismo?
Il contrasto al bullismo inizia già sui social dove i volontari dell’associazione pubblicano post di incoraggiamento e notizie sulla tematica. Poi c’è il contatto diretto, quello con le scuole che ne fanno richiesta dove portiamo anche testimonianze dirette di chi ha subito bullismo. Nei casi in cui poi si decida di denunciare la violenza, sono supportati da noi a 360 gradi e seguiti in tutto l’iter burocratico richiesto.
Ricevete molte richieste di aiuto?
Da marzo 2021 stiamo gestendo 324 richieste. Siamo quattro operatori: studiamo il caso e decidiamo la strategia di intervento. Inoltre, volendo dare un dato, noi come associazione abbiamo riscontrato che il 90% delle segnalazioni che arrivano sono da parte dei genitori delle vittime. E spesso sono le mamme. Esistono diverse situazioni: c’è il ragazzino che è abituato a confidarsi con il genitore e poi esiste la vittima che si nasconde.
Quali sono i segnali che ci aiutano a capire se un ragazzo sta subendo bullismo?
Un genitore si può rendere conto di un atteggiamento strano nel figlio, come il non voler andare a scuola, non voler mangiare. I tipici segnali di un ragazzo bullizzato sono anche il cambiamento repentino nel carattere e il calo del rendimento scolastico. Invito i genitori che hanno dei sospetti a controllare le foto di classe: i ragazzi bullizzati sono sempre distanti dal ‘gruppo’ e spesso si mettono vicino al docente. Un piccolo segnale che a molti può sembrare banale ma che in realtà potrebbe aiutare chi non ha il coraggio di denunciare. Per offrire strumenti di aiuto ai genitori abbiamo iniziato a fare corsi di formazione, sensibilizzazione e prevenzione agli adulti.
Chi sono le principali vittime di bullismo?
Sono quei giovani e giovanissimi che vengono definiti diversi dai loro compagni: per essere troppo bravi a scuola o viceversa; per personalità, per modo di pensare.
Il fenomeno del bullismo quanto è diffuso all’interno delle scuole?
Il bullismo scolastico è molto più diffuso di quanto si pensi, e la pandemia ha effettivamente peggiorato la situazione. In questi ultimi due anni con la didattica a distanza e l’uso della tecnologia assistiamo ad un aumento dei casi, la maggior parte delle offese può avvenire attraverso i dispositivi elettronici.
Vincenzo anche la rete è un pericolo costante…
Occorre rispettare le regole per utilizzare chat e programmi e devono essere i genitori a controllare: bisogna stare molto attenti. Si tende a sottovalutare questo ‘mondo virtuale’ ma i danni possono essere devastanti.
Un ragazzo che sta subendo bullismo cosa può fare…
Io consiglio sempre di non tenersi tutto dentro ed aprirsi. Non si deve aver paura di parlare; non si può ricevere aiuto se non si chiede. E noi siamo qui a dare il nostro appoggio.