Home Cronaca Brooke Unger, corrispondente internazionale dell’Economist, visita l’Appennino reggiano

Brooke Unger, corrispondente internazionale dell’Economist, visita l’Appennino reggiano

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Brooke Unger, corrispondente internazionale dell’Economist, lo scorso 28 gennaio ha vistato l’Appennino reggiano e ha incontrato ‘i protagonisti’ della montagna.

Si parla tanto dello spopolamento, della denatalità, dell’ invecchiamento della montagna e della ricerca delle soluzioni per arginare il problema: tutto questo è oggetto di studio da parte del giornalista dell’Economist che lavora ad un ampio reportage sui problemi della demografia europea per cercare di “cogliere la fragilità della situazione e i suoi problemi, e insieme per esplorare le risposte con cui le autorità nazionali regionali e locali cercano di fronteggiare la situazione”, come si può leggere sul sito di Strategie Aree Interne Appennino Emiliano..

Da qui il suo interesse per la montagna italiana, quella emiliana in particolare.

Oggetto di interesse di Unger sono stati anche i temi che riguardano i servizi, in particolare sanitari e sociali, il rapporto tra la demografia di Castelnovo ne’ Monti e quella degli altri comuni, soprattutto del crinale, e alla ricerca di un equilibrio che mantenga la residenzialità in tutto il territorio montano.

“Tramite il contatto di Sabrina Lucatelli, direttrice dell’Associazione riabitare l’Italia e già coordinatrice della Snai , Unger è entrato in contatto con 'La Montagna del Latte' e, dopo una prima teleconferenza, ci è venuto a trovare” –  come si legge sul sito

Durante il suo soggiorno in montagna, Unger ha incontrato Enrico Bini, sindaco referente della Snai per l’area pilota dell’Appennino Emiliano, Emanuele Ferrari, coordinatore dei progetti per la scuola della SNAI e Giampiero Lupatelli, assistenza tecnica della strategia.

Proficuo l’incontro con Antonio Pisano, londinese di Cervarezza con cui ha discusso soprattutto del progetto de “La Montagna dei saperi”, “della tradizione di sperimentazione didattica, della importanza della qualità formativa (tanto nel ciclo primario e nella fascia prescolare, quanto per l’istruzione secondaria superiore) per offrire alle famiglie ragioni sostanziali per restare in montagna e anche per venirci (tornarci) ad abitare ; ma anche dell’importanza che la ricchezza e l’articolazione del calendario scolastico, facilitino la conciliazione tra lavoro professionale e lavoro di cura, favorendo la possibilità di avere più figli”.

Brooke Unger è entrata a far parte dell'Economist nel 1990. Ha lavorato in Germania, sud America, Asia meridionale .Nel 2012 si è trasferito a Londra per diventare corrispondente di marketing e beni di consumo. È editore per le Americhe, con responsabilità per America Latina, Canada e Caraibi da novembre 2014.