Tra di loro corrono ben tre generazioni. Stiamo parlando di Normanna Albertini, Elisa Zampineti ed Elena Giavelli, le tre scrittici che per tre anni consecutivi hanno ottenuto piazzamenti al Premio nazionale "Ossi di Seppia" di Eugenio Montale. Ad accomunarle, oltre alla passione per la poesia, il paese di provenienza, Gombio.
Il concorso di poesia si tiene ogni anno ad Arma di Taggia, in Provincia di Imperia in Liguria e dal 2019 è sempre stato vinto da donne legate al paese di Gombio, chi per la vita, chi solo di origini. Normanna Albertini, classe 1956, ormai nota scrittrice in montagna, ha ricevuto la menzione speciale nella sezione B, raccolta di poesie nella 26esima edizione. "Gombio è una terra di streghette e di magia", ha commentato Normanna appena saputo del premio vinto dalle altre conterranee. La sua silloge poetica si intitola "Nel soffio materno della terra", una riflessione sul tema del cambiamento climatico pubblicata nel suo libro "Percezione imperfetta dei pericoli", edizione Tralerighelibri, presente anche online.
Nel 2020 esordisce con una singola poesia inedita Elena Giavelli, la più giovane di vent'anni, concorrendo nella categoria under 21. Con la poesia "Il mio dolore", espressione intima della scrittrice, Elena vince il suo primo premio letterario. "Questa passione è nata da poco e dal nulla - spiega Elena -. Una sera mi sono messa a scrivere e sono usciti alcuni componimenti che ho poi presentato alla giuria". Non si aspettava quindi tanto riconoscimento al primo colpo, la giovane scrittrice che ha già vinto anche una menzione speciale al Premio "Le Occasioni" (sempre dello stesso organizzatore) e due pubblicazioni con la Aletti editori.
Infine, Elisa Zampineti, 30 anni, il premio speciale lo ha vinto quest'anno sempre nella sezione B, raccolte di poesie. "Il concorso di Imperia sta acquisendo sempre più riconoscimento anche a livello internazionale - spiega Elisa durante una nostra breve intervista -. Quest'anno si è disputata la 28esima edizione e hanno partecipato circa 1700 scrittori e scrittrici, di cui 79 concorrenti provenienti dall'estero".
Una grande soddisfazione la sua. Rientrare tra i venti premiati di quest'anno è stata la conferma che quanto aveva scritto di getto, seguendo il moto naturale dei suoi pensieri, era piaciuto. "Scrivo da quando sono piccola - racconta Elisa -, ma ho iniziato a scrivere poesie solo dalla prima adolescenza. Avevo 16 anni e da allora ne ho raccolte tantissime".
Ma Elisa non scrive solo poesie. Le piace infatti definirsi aforista e "filastrocchista", lavorando da tempo nel mondo dell'infanzia si dedica più spesso al componimento di racconti per i più piccoli e questo, afferma, "la appassiona moltissimo".
Il 12 febbraio ci sarà la premiazione ufficiale a Imperia, dove tutti e venti gli scrittori saranno chiamati sul palco a leggere le poesie premiate. Tra i quattro componimenti che Elisa ha presentato alla giuria, uno le piace particolarmente. "Parla dell'attesa, di come ho percepito il tempo in questo particolare momento storico"- spiega. "Sala d'attesa" è una metafora che fuoriesce dall'esperienza avuta durante i primi mesi della pandemia.
"La cosa bella di questo concorso è che ti da la possibilità di confrontarti con gli altri scrittori - conclude la giovane scrittrice -. Scambiarsi opinioni, punti di vista, esperienze di vita ti permette di crescere come persona e come scrittore. Sono soddisfatta di poter condividere le mie poesie. Volevo comunicare dei messaggi e ci sono riuscita".
Le poesie premiate verranno poi raccolte e pubblicate insieme in un'antologia.