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Quirinale: “Nomi strani nell’urna? Occorre grande rispetto delle istituzioni”

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“Rispetto delle istituzioni e decoro”, così il deputato Andrea Rossi, grande elettore a Roma per la votazione del prossimo presidente della Repubblica, commenta i 'nomi strani' emersi nella prima votazione, conclusasi ieri, 24 gennaio, con la fumata nera. Tra i nomi votati: Amadeus, Dino Zoff, Alberto Angela, Mauro Corona e altri ancora.

Intervistato da Nicola Marchese e Gabriele Arlotti su Radionova, nel corso del Nima show live, il deputato Pd ha ricordato che occorre “tenere a mente la situazione di grande emergenza in cui stiamo vivendo. È una elezione da prendere assolutamente sul serio”.

“Ritrovarsi da sindaco di Casalgrande a elettore del presidente del Quirinale è una grande emozione” ha spiegato.

Rispondendo alla domanda sulla complessità di questa elezione ha ricordato la figura di Sandro Pertini.
“Uno dei presidenti più amati dalla popolazione, Sandro Pertini, venne eletto solo alla 16° chiama. È già successo in passato. Siamo in una fase dove su questa elezione incidono variabili esogene come la tenuta del sistema Paese. Oggi a fianco del tema sanitario abbiamo quello drammatico del costo dell’energia. Questo potrebbe avere ricaduta che potrebbe avere una inflazione a doppia cifra capace di determinare la perdita di potere d’acquisto delle persone. Inoltre – ricordiamo che il presidente della Repubblica italiana è anche il capo delle forze armate (ndr) - la situazione geopolitica ai confini con l’Europa è estremamente preoccupante e la tensione tra Russia e Ucraina tocca anche il nostro Paese. Da rilevare che, su questa elezione, influiscono anche fattori endogeni. Se nella Prima Repubblica c’erano pochi partiti capaci di indirizzare la scelta, nella cosiddetta Seconda Repubblica erano solo due i grandi poli a determinare chi poteva avere i numeri. Oggi, con la frammentazione dei partiti, nessuno può avere diritto di prelazione. Il partito più numeroso che è il M5S al suo interno sappiamo tutti che ha molte anime. Altro fattore endogeno è che mai come oggi si è arrivati all’elezione con una maggioranza quasi da governo di unità nazionale. Ritengo ci sia bisogno di una celerità tra i grandi elettori”.

Per Rossi: “O si trova un accordo ampio che tiene assieme una figura garante delle istituzioni o non si va da nessuna parte con un presidente espressione di una sola parte. Da parlamentare registro una preoccupazione: rischiamo di indebolire il sistema istituzionale se non troviamo un accordo. Se si fa un presidente di parte, si rischia anche la caduta del governo con conseguenza per la vita dei cittadini. Oggi abbiamo un governo che dà stabilità e rassicura i mercati”.

Toto nomi per il futuro presidente della Repubblica.
Mario Draghi, attuale premier. “È un punto di forza del nostro Paese – ha risposto Rossi - da preservare. Certamente a le caratteristiche per svolgere il ruolo di presidente della Repubblica, ma ci sono anche altri nomi. Da Amato a Casini”.

Donne. “Io proporrei la Finocchiaro, ma so che sarebbe una scelta di parte”.
Sul sito di informazione fondato da Enrico Mentana, Open, è stato avanzato il nome di Elisabetta Belloni, direttrice dei servizi segreti ed ex segretario generale della Farnesina, una soluzione capace di riscuotere apprezzamenti bipartisan. Lei cosa ne pensa? “Rispettabile – commenta Rossi -, donna delle istituzioni, ma che appunto farebbe registrare l’anomalia del passaggio dai servizi segreti alla presidenza della Repubblica”.

Ma a proposito di nomi il deputato ha svelato: “La cosa simpatica è che in questo momento non c’è una iniziativa fervente per la scelta del candidato tra i singoli deputati. In questo momento c’è un’azione costante di confronto tra i livelli di vertice dei partiti e noi come Pd riponiamo massima fiducia nella nostra delegazione”.

È vero che ha fatto da cicerone a Stefano Bonaccini – governatore della Regione Emilia-Romagna e grande elettore - a Montecitorio? “Anche se sono qui da 3 anni e mezzo non conosco ancora tutti i meandri di palazzo. Ci sono spazi dove non c’è copertura del cellulare e – ha scherzato – rischieremmo di perdere Stefano Bonaccini a una chiamata!”

 

1 COMMENT

  1. Io non so cosa dire riguardo ai “nomi strani”, ma mi chiedo nondimeno se possa effettivamente configurarsi quale scarso rispetto delle istituzioni il veder uscire dal’urna nomi che hanno il solo torto di non appartenere alla rosa dei “papabili”, o al mondo della politica, senza contare che era data per scontata o quasi la “fumata nera” delle tre prime votazioni.

    Quanto al “bisogno di una celerità tra i grandi elettori”, mi pongo una seconda domanda, perché non vedo come si possano accelerare più di tanto i tempi se l’obiettivo primario è quello di trovare un “accordo ampio”, ossia un risultato che, ammesso di poterlo ottenere, richiede di arrivare ad una intesa tra varie forze politiche, forse raggiungibile per gradi o tappe.

    P.B. 27.01.2022

    P.B.

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