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Annibale Giannarelli vincitore della 2ª edizione di “The Voice Senior”

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Annibale Giannarelli

Per i tanti che lo hanno conosciuto o erano - e lo sono ancora - amici dei suoi figli, Arianna e Daniele, ai tempi delle scuole a Castelnovo Monti, è stata un’emozione incredibile. Innanzitutto vederlo partecipare come concorrente al programma “The Voice Senior” su Rai 1, poi sentire acclamare il suo nome come vincitore della II edizione del talent, che con le voci e storie dei protagonisti ha fatto emozionare e commuovere l’Italia, soprattutto l’Appennino.

Sì perché Annibale Giannarelli, 73 anni, originario di Sassalbo (Lunigiana), vicino al Passo del Cerreto, quel palco e riflettori se li meritava da tempo. Da quando aveva interpretato la colonna sonora di “Lo chiamavano Trinità”, rimanendo però nell’ombra, nonostante il successo. Forse la sua voce era troppo internazionale per la scena musicale italiana di allora, chissà. Fatto sta che il suo talento, per essere riconosciuto dal grande pubblico, ha dovuto aspettare, ma alla fine l’occasione per la riscossa è arrivata.

“Sono nato a Sassalbo - ha raccontato Annibale nel video introduttivo per la trasmissione -, ma a 13 anni i miei genitori decidono di emigrare in Australia. Arrivati là è stato uno schock. Poi è iniziata la mia fortuna. Cominciai a fare i night club. Ero spontaneo, mi veniva naturale. Quando suonavo e cantavo mi sentivo me stesso”.

Annibale Giannarelli con Peppino di Capri

Da giovane ha ottenuto un disco d’oro e all’età di 15 anni ha fatto da spalla a Peppino di Capri e Mina allo stadio di Sydney. “Ero innamorato di Peppino - prosegue -, gli chiesi se c’era possibilità di venire in Italia, mi ha incoraggiato. Incominciai a incidere varie colonne sonore, tra cui ‘Lo chiamavano trinità’. Dopo 6 anni a Roma decisi di ritornare in Australia. Ero all’oscuro del successo di quella colonna sonora. È rimasto un senso di qualcosa non chiuso”.

Annibale Giannarelli con Gigi D'Alessio

Il figlio Daniele (45 anni), che vive in Australia e dal padre ha ereditato la passione per la musica, ha commentato su Facebook: “Lo so quanto hai sofferto. Ma poi all'improvviso i pianeti si riassettano, torni in Italia, ricanti quella canzone (e non solo) che era tua fin dal lontano 1970, nessuno sapeva che l'avevi cantata tu, quando io e Arianna lo raccontavamo a scuola ci prendevano in giro. La gente voleva sapere di chi fosse quella voce potente e l'Italia intera te lo ha riconosciuto, piangendo con te. Ti sei ripreso quella grande rivincita con te stesso e il destino. Orgoglioso della sfida che hai intrapreso alla tua età”.

Gli abitanti di Sassalbo in attesa dell'arrivo di Annibale

A Sassalbo, dove nel 2014 aveva ricevuto la ‘cittadinanza affettiva’ del Parco nazionale, ieri, i suoi compaesani, a dimostrazione d’affetto, hanno atteso con gioia ed emozione il suo ritorno in strada. “Annibale è proprio un sassalbino - sottolinea Fausto Giovanelli, presidente del Parco -, rappresenta l’andare e tornare in Appennino. ‘Sassalbo provincia di Sydney’, dice una foto nella sede del Parco. I sassalbini sono dappertutto. Come tutti gli immigrati, sono gente molto attiva, e lui, nella sua genialità, è uno di questi. Non ha mai dimenticato il suo paese, e ora è tornato. Ha la musica nel sangue, è la sua vocazione. Mi fa piacere sia venuto alla luce. È una vittoria meritata. È un personaggio umano, autentico, vero”.

(Giuliana Sciaboni per Il Resto del Carlino - Reggio Emilia)

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