Riceviamo e pubblichiamo
Zona Pastorale di Felina
23.01.2022 - III Domenica del Tempo Ordinario - anno C
Introduzione alle letture
La proclamazione della Parola agisce negli ascoltatori
e segna l’inizio della rinascita di Israele.
Canto del Salmo Responsoriale Sal 18,8; 9; 10; 15:
Il salmista ci inculca l’importanza della Parola di Dio.
1Cor 12,12-30:
L’apostolo ci rivela il nostro essere e stare in Cristo e nella Chiesa.
Lc 1,1-4; 4,14-21:
Dalle parole di Gesù apprendiamo come in lui si realizzano tutte le profezie antiche.
Calendario settimanale
Domenica 23 Gennaio Domenica III Tempo Ordinario
Domenica della Parola di Dio
Ricordiamo la nascita al cielo di don Artemio Zanni
Domenica 30 Gennaio Domenica IV Tempo Ordinario
Ore 15,00 In chiesa parrocchiale a Felina, ASSEMBLEA delle parrocchie della Zona di Felina per entrare più in profondità sulla costituzione dei nuovi consigli Affari Economici e Pastorale di UNITA’.
Sacramento della riconciliazione
Anticipando le sante Messe del sabato alle ore 16, e alle ore 18,00
per il sacramento della riconciliazione saremo disponibili
dalle ore 14,45 alle ore 15,45 e dalle ore 16,45 alle ore 17,45
in altri momenti su richiesta se possibile.
Benedizioni alle famiglie:
Abbiamo concluso la visita benedizione alle famiglie;
se qualcuno non fosse stato presente può contattare don Maurizio
tel: 334 5636 506
Sinodo 2021-2023 per una chiesa sinodale
Comunione – partecipazione – missione
Continuiamo a riportare alcuni stimoli per prepararci alla costituzione del Consiglio di Unità Pastorale (CUP) e dei Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici (CPAE)
Diocesi di Reggio Emilia Guastalla
Regolamento del Consiglio di Unità pastorale
Costituzione e natura
1. È costituito il Consiglio pastorale dell’Unità pastorale «…»,¹ formata dalle
comunità di «… ».²
2. Il Consiglio di Unità pastorale è il principale luogo di riflessione comune e di progettazione unitaria dell’Unità pastorale. In esso si costruisce e si promuove il sen-so comunitario, si esercita la corresponsabilità per il bene dell’intera Unità pastorale – articolata nelle diverse parrocchie³ e coesa nell’azione evangelizzatrice –, si opera il discernimento degli opportuni orientamenti pastorali, si verifica l’andamento del cammino.
3. La costituzione del Consiglio di Unità pastorale (CUP) prevede l’estinzione dei Consigli pastorali parrocchiali.
Ecclesialità
4. Il gruppo dei membri del CUP rappresenta l’intera comunità e ciascuno agisce
e interviene in esso per il bene dell’intera Unità pastorale. Il Consiglio è presieduto
dal parroco,⁴ e composto dai presbiteri e diaconi⁵ che esercitano il loro ministero nell’UP, da religiosi e laici che «prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale».⁶
5. Il CUP è una realtà ecclesiale, che esige dai suoi membri un profondo spirito di fede, un’interiore disponibilità all’azione dello Spirito Santo, alla preghiera e al ser-vizio, un amore e una fedeltà assoluta alla Chiesa e alla sua missione propria. La partecipazione al CUP manifesta, da parte dei membri, la personale responsabilità da-vanti al Signore e ai fratelli non come semplice delegato, ma come testimone della fede.
6. L’obiettivo del CUP è quello di elaborare insieme le decisioni necessarie avendo cura di creare comunione tra i membri e le comunità.
– Pur essendo il CUP organo «consultivo»,⁷ la comunione ecclesiale di cui è segno e strumento, esige che ogni decisione sia presa insieme, ascoltando la voce dello Spiri-to «che agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,6); quindi il parroco, al quale in forza del suo carisma e del mandato ricevuto dal vescovo spetta la decisione ultima, non si serva del carisma e del mandato per «spegnere lo Spirito» (1Ts 5,19), ma per comporre in unità la varietà delle opinioni e delle proposte.
– Il ricorso al voto di maggioranza avvenga, quando necessario, dopo un sereno e ampio confronto che tenga conto dei diversi aspetti della questione trattata, in modo da ricercare effettivamente la scelta che giovi al bene di tutti.
(Testo tratto dagli orientamenti per le Unità Pastorali della Diocesi di Reggio E., del settembre 2015)
Enciclica Laudato sii del Santo Padre Francesco
Capitolo sesto - “Educazione e spiritualità ecologica”
III. La conversione ecologica
217. Se «i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana.
Francesco, Evangelii Gaudium (24 novembre 2013)
La Parola e l’autentica testimonianza evangelica (n. 174)
Non solamente l’omelia deve alimentarsi della Parola di Dio.
Tutta l’evangelizzazione è fondata su di essa, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata. La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio «diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale» (Benedetto XVI, Esort. ap. postsinodale Verbum Domini , 30 settembre 2010, n. 1). La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana. Abbiamo ormai superato quella vecchia contrapposizione tra Parola e Sacramento. La Parola proclamata, viva ed efficace, prepara la recezione del Sacramento, e nel Sacramento tale Parola raggiunge la sua massima efficacia.
Lo studio della Sacra Scrittura dev’essere una porta aperta a tutti i credenti. È fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede. L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria. Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente «Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso» (Bene-detto XVI, Meditazione durante la prima Congregazione generale della XIII Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, 8 ottobre 2012).
Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata»
Francesco, Scripturae Sacrae Affectus (30 settembre 2020)
Il testimone competente a spiegare la Parola
Le pagine bibliche non sempre sono immediatamente accessibili. Come è detto in Isaia (29,11), anche per coloro che sanno
“leggere” – che hanno cioè avuto una sufficiente formazione intellettuale – il libro sacro appare “sigillato”, chiuso ermeticamente all’interpretazione. È, perciò, necessario che intervenga un
testimone competente ad apportare la chiave liberatoria, quella
del Cristo Signore, il solo capace di sciogliere i sigilli e aprire il
libro (cfr Ap 5,1-10), così da svelare il prodigioso effondersi della grazia (cfr Lc 4,17-21). Molti poi, anche fra i cristiani praticanti, di-chiarano apertamente di non essere capaci di leggere (cfr Is 29,12), non per analfabetismo, ma perché impreparati al linguaggio biblico, ai suoi modi espressivi e alle tradizioni culturali
antiche, per cui il testo biblico risulta indecifrabile, come se fosse
scritto in un alfabeto sconosciuto e in una lingua astrusa.
Si rende dunque necessaria la mediazione dell’interprete che
eserciti la sua funzione “diaconale”, mettendosi al servizio di chi non riesce a comprendere il senso di ciò che è stato scritto profeticamente. L’immagine che può essere evocata, al proposito, è
quella del diacono Filippo, suscitato dal Signore per andare in -
contro all’eunuco che sul suo carro sta leggendo un passo di
Isaia (53,7-8), senza però poterne dischiudere il significato. «Capisci quello che leggi?», domanda Filippo; e l’eunuco risponde:
«E come potrei capire se nessuno mi guida?» (At 8,30-31).
Domenica IV del Tempo Ordinario (Anno C)
30 Gennaio 2022
Vangelo secondo Luca (LC 4;21-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e di-cevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certa-mente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande ca-restia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alza-rono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.».