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Stop alla produzione de “Il Senza”, il Consorzio: “Vale per tutti i produttori di similari della Dop”

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Nicola Bertinelli

Assolto sì, ma il suo formaggio deve essere tolto dalla circolazione prima dei sei mesi dalla produzione. Questa la decisione ultima del Cda del Consorzio Parmigiano Reggiano nei confronti del suo presidente Nicola Bertinelli, accusato dalla nota trasmissione Report di produrre un formaggio simile, e quindi concorrenziale, al re dei formaggi.

Riunitosi lunedì 17 gennaio a Reggio Emilia, il consiglio ha decretato come "Il Senza" non appartenesse alla medesima categoria merceologica della Dop Parmigiano Reggiano e quindi assolto il suo presidente, che può così mantenere la carica. Il suo formaggio, però, nonostante sia realizzato con caglio vegetale e non animale dovrà essere venduto tutto entro sei mesi. "La decisione del Cda è stata mirata alla massima tutela del prodotto e dei consorziati – spiega Giovanni Catellani, consigliere del Consorzio in qualità di presidente della sezione reggiana e voce della cooperazione rossa reggiana in una intervista alla Gazzetta di Reggio -. Il consumatore può non capire la differenza tra caglio animale e vegetale e può incappare in un fraintendimento".

L'azienda Bertinelli dovrà quindi vendere in maniera destrutturata e non più in forme intere "Il Senza", con una tabella di marcia definita insieme al Cda e abbandonandone in seguito la produzione. Secondo la strategia decisa dai consiglieri di amministrazione le forme prodotte a settembre dovranno essere vendute dall’azienda di famiglia a pezzi entro marzo, quelle di ottobre ad aprile, quelle di novembre entro maggio e quelle di dicembre entro giugno.

Uno sforzo che si richiede in primis a Bertinelli, in qualità di presidente del Consorzio, ma soprattutto come ammonizione ultima per tutti gli altri membri di vertice che, seppur non coinvolti direttamente dallo scandalo Report, devono cessare la produzione di formaggi similari. Dopo l’esplosione del caso Bertinelli era circolata una lista con circa una decina di nomi di consiglieri i cui caseifici produrrebbero formaggi similari alla Dop, ma con prezzi al banco più bassi e quindi in concorrenza con il formaggio che dovrebbe essere tutelato proprio dagli stessi produttori e amministratori del Consorzio.

L'intenzione ultima è di estendere il divieto a tutti i consorziati. "Per farlo, però, bisognerà deliberare in materia - aggiunge Catellani - Dal Cda è giunta un’indicazione forte basata sullo statuto che non è stato toccato né intaccato Faremo in modo che il nostro prodotto non sia più confondibile con nessun altro". Una linea dura ma necessaria quella presa a Reggio, provincia che conta la maggior parte dei caseifici presenti nel Consorzio e che sono di estrazione per lo più cooperativa.