Lettera aperta, firmata da più di 200 professionisti della sanità reggiana.
“Come professionisti della sanità sentiamo il bisogno di condividere con i nostri concittadini alcune riflessioni riguardanti la situazione degli ospedali della nostra provincia in relazione alla pandemia da COVID-19. A quei cittadini che, per paura o disinformazione, ancora non si sono vaccinati, vogliamo ricordare che su dieci pazienti ricoverati in rianimazione, nove risultano non vaccinati. Il dato è clamoroso se si pensa che, al contrario, i vaccinati nella popolazione sono in rapporto di 9 a 1 rispetto ai non vaccinati. Il tasso di decesso dei non vaccinati è 29 volte superiore a quello dei vaccinati con due dosi fatte meno di cinque mesi fa nelle persone con più di 60 anni. Fino ad ora si stima che in Europa i vaccini abbiano evitato mezzo milione di morti. Siamo consapevoli che la vaccinazione da sola non può risolvere la pandemia, ma è strumento indispensabile perché ciò avvenga, per ridurre al minimo i rischi per la salute e per contenere una pressione insostenibile sugli ospedali. Per quanti hanno ancora dubbi sulla sicurezza dei vaccini utilizzati, ricordiamo che mai un farmaco è stato impiegato su così larga scala (milioni di dosi nel mondo) senza che siano emersi dati significativi su effetti collaterali gravi. Vorremmo ricordare che l’occupazione di posti letto e l’utilizzo di risorse, prima di tutto personale sanitario, per curare pazienti che avrebbero potuto evitare l’ospedalizzazione vaccinandosi, ha una ricaduta pesantissima su pazienti che necessitano di prestazioni inderogabili per patologie non Covid (prima di tutto interventi chirurgici in pazienti oncologici). Spesso ne fanno le spese pazienti che si sono regolarmente sottoposti al protocollo vaccinale. La Costituzione, spesso impropriamente chiamata in causa di questi tempi, non dovrebbe salvaguardare le persone deboli, che oltretutto hanno diligentemente seguito le indicazioni delle autorità sanitarie? Dopo quasi due anni il disagio e la stanchezza degli operatori sanitari che lavorano nei reparti e servizi in prima linea nella lotta al Cpvid sono tangibili e crescenti. Non solo si trovano ad operare in condizioni di intrinseca difficoltà (reparti sempre pieni, ore di straordinario, utilizzo di divise che per tutelare la loro sicurezza rendono il lavoro estremamente faticoso), ma dopo il periodo caratterizzato dalla retorica degli “eroi”, si trovano spesso a subire comportamenti aggressivi dai cosiddetti no-vax che contestano le cure di chi vorrebbe aiutarli. È un equilibrio precario, anche per la carenza su tutto il territorio nazionale di personale medico e infermieristico che impedisce di destinare risorse aggiuntive adeguate alla lotta contro la pandemia e alla cura delle altre patologie, mettendo già oggi il Sistema Sanitario Nazionale in una situazione di stress difficilmente sopportabile nel lungo periodo. Alla classe politica chiediamo di fare scelte che tengano conto anche della situazione che abbiamo descritto nell’interesse della parte più fragile della collettività, intervenendo con scelte “a monte”, anche quando impopolari, che riducano la circolazione del virus e che si sono dimostrate efficaci. Nessuno desidera tornare a lockdown forzati, ma occorrerebbe considerare, ad esempio: il prolungamento delle vacanze natalizie per le scuole di 1-2 settimane, per provare a rallentare il trend di crescita dei contagi (già oggi decine di classi sono in didattica a distanza) recuperando i giorni a giugno, in periodo certamente più sicuro, la tempestiva riattivazione dello smartworking, l’annullamento di feste, veglioni, serate in discoteca, ovvero situazioni in cui inevitabilmente si incontrano molte persone in ambienti chiusi e senza l’utilizzo della mascherina. E, soprattutto, discutere di obbligatorietà del vaccino non dovrebbe essere più un tabù. In conclusione, le prossime settimane saranno difficili e complesse da gestire. All’attuale elevata circolazione virale si aggiunge l’arrivo della variante Omicron, molto più contagiosa, che porterà ad un ulteriore incremento dei casi e dei ricoveri. Occorre esserne consapevoli e non farsi illusioni: sarà una battaglia lunga e per questo è fondamentale essere uniti e solidali, con l’obiettivo di salvaguardare la salute e la vita del maggior numero di persone possibile. Noi ci siamo, ma ognuno, da chi ha autorità al semplice cittadino, è chiamato a fare la propria parte”.
urge obbligo vaccinale con deroga a chi per salute non lo puo fare e noi dobbiamo proteggere, il fenomeno dei no vax è del tutto insensato e inconcepibile, non è dittatura sanitaria ma una tremenda situazione da risolvere, serve la collaborazione di tutti.
anonimo