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Reggio Emilia, presentati i dati del lavoro svolto dal tavolo interistituzionale contro la violenza sulle donne

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Ieri a Reggio Emilia sono stati presentati i dati del lavoro svolto dal tavolo interistituzionale contro la violenza sulle donne: una rete di sostegno e di accompagnamento alla libertà ed all’autonomia di ogni donna, promossa dal comune di Reggio Emilia, a partire dal 2006, che offre risposte concrete, accoglienza adeguata ed ascolto attivo nei confronti di tutte le donne che vogliono uscire dalla violenza. Il tavolo è composto da Comune di Reggio Emilia, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Azienda Unità sanitaria locale, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli avvocati, associazione Nondasola, Forum donne giuriste, Provincia, Consigliera di parità provinciale .

Questi i dati. Dati che dimostrano quanto la pandemia e il lockdown abbiano peggiorato situazioni drammatiche, tra cui la violenza domestica.

Le donne seguite nel corso del 2020 dal Servizio Sociale - Poli Territoriali che hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo sono 226, dato in aumento rispetto al 2019. Di queste, l’88% ha dichiarato che l'autore delle violenze è l’attuale partner - quindi coniuge, fidanzato o convivente, il 6,7% un partner precedente, il 4% un famigliare e solo l’1,3% dichiara che l’autore non è stato né un partner attuale, né precedente, né un famigliare. La fascia di età prevalente degli uomini autori di violenza va dai 30 ai 49 anni.

Le donne accolte dai Servizi sono sia italiane che straniere e quasi tutte hanno figli minorenni; solo una piccola percentuale di esse non ha figli. La violenza registrata con maggiore frequenza è quella fisica e, a seguire in percentuale minore ma non meno rilevante, la violenza di tipo psicologico e quella multipla. Le donne che si sono rivolte ai Servizi sociali, in stessa misura hanno preso precedentemente contatti con altri punti della Rete tra cui soprattutto Centro Antiviolenza, Pronto soccorso, Forze dell’Ordine.
A questi dati, si aggiunge l’investimento in termini di risorse che il Comune di Reggio Emilia investe sul Centro Antiviolenza - Casa delle Donne, per un importo annuale di circa 190mila euro.

Nel corso dell’anno 2020 sono state 299 le donne accolte dal Centro antiviolenza - Casa delle Donne, gestita dall’Associazione Nondasola, la maggior parte delle quali di cittadinanza italiana. La fascia di età prevalente è quella compresa tra i 30 e i 49 anni, ma numerose le donne tra i 18 e i 29 che scelgono di cercare un sostegno; 157 sono le donne con figli minorenni e 78 con figli maggiorenni. La maggioranza delle violenze subite sono di tipo psicologico e fisico, ma sono numerose anche quelle di tipo economico e le violenze multiple.
Per quanto riguarda l’autore che agisce violenza, in 187 casi si tratta dell’attuale partner e quindi del convivente, fidanzato, coniuge, e in 53 casi del partner precedente; in maggioranza hanno la cittadinanza italiana e la fascia d’età prevalente è quella compresa tra i 40 e i 59 anni.

Non meno importante è il dato relativo al lavoro della rete interistituzionale, che dimostra che le donne che accedono al Centro antiviolenza, precedentemente si sono rivolte al altri punti della Rete ed in particolare alle forze dell’ordine, pronto soccorso, Servizi sociali ed avvocati/e.

Nel 2020 le donne vittime di violenza che si sono rivolte al pronto soccorso sono state 242; questo dato evidenzia un decremento rispetto al 2019, in cui le donne accolte erano 259. Questo dato va collegato all’emergenza sanitaria in corso che nel 2020 ha visto la chiusura del lockdown e una probabile riduzione delle richieste di aiuto da parte delle donne vittime di violenza. Le fasce d’età più colpite sono dai 18 ai 29 anni e dai 40 ai 49, in entrambe, quindi, vi è un incremento rispetto ai dati dell’anno precedente. Sulla base delle indagini attuali e precedenti, si evidenzia un trend che presenta un costante incremento delle vittime di violenza nelle suddette fasce d’età. Inoltre, le donne che hanno subito violenza risultano essere in prevalenza di nazionalità italiana, rispetto a nazionalità straniere. Sulla totalità dei casi, il 90% delle donne ha subito violenza multipla, ovvero, sia psicologica che fisica e nella maggior parte dei casi gli autori hanno avuto o hanno ancora una relazione affettiva con la vittima.

Nel 2020, sono stati 8 i casi di violenza seguiti dal Consultorio. Prevalente è la fascia di età dai 18 ai 29 e dai 30 ai 39 anni, le richieste provengono maggiormente da donne straniere e in gravidanza. Il tipo di violenza riportata è per la maggior parte di tipo fisico e multipla, ovvero, sia psicologica che fisica. L’autore del reato, solitamente, è il coniuge, convivente o fidanzato, nella prevalenza dei casi e di provenienza straniera.

La Procura di Reggio Emilia, nel periodo che va dal 1 settembre 2020 al 1 ottobre 2021, ha iscritto i seguenti procedimenti: 274 per maltrattamento (art.572 del c.p.); 127 per stalking (art.612 bis) e, infine, 59 per violenza sessuale (art.609 bis). Le richieste di custodia cautelare per questi reati sono state 14 per il delitto di maltrattamenti, 7 per violenza sessuale e 5 per stalking. Sono stati invece richiesti gli arresti domiciliari per un caso di maltrattamenti e 2 per stalking. Quindi, tenendo presente che nel primo periodo del lockdown il numero delle denunce si è quasi azzerato, assistiamo a un aumento di procedimenti.

Nel 2020 le richieste di ordini di protezione in sede civile sono state 5, quindi hanno subito un calo rispetto agli anni precedenti. Questo a conferma del fatto che la pandemia ha inciso pesantemente sulla possibilità di agire contro la violenza intrafamiliare. Tutti i ricorsi sono stati presentati da donne (3 donne italiane e 2 straniere), contro 5 uomini tutti italiani; 2 ricorsi sono stati accolti, 2 estinti e 1 rigettato. Per il corrente anno 2021 il numero è aumentato: dei 7 presentati sino ad oggi 5 sono stati accolti, uno estinto e 1, l’unico presentato da un uomo contro una donna, rigettato.