Oggi la riunione con i presidenti delle Regioni, e a breve la discussione in Consiglio dei Ministri, in merito al nuovo decreto legge che darà un ulteriore stretta ai non vaccinati in vista delle festività natalizie. Saranno soprattutto loro, infatti, a subire le restrizioni pensate per evitare l'aumento dei contagi, anche se riguarderanno esclusivamente i luoghi di intrattenimento o svago, dov'è più probabile che si creino assembramenti, come bar, ristoranti, cinema e discoteche. Per chi non è vaccinato o guarito dal Covid le restrizioni dovrebbero scattare solo in zona arancione, e non prima. Ma c’è anche chi pensa che debbano essere imposte subito in tutta Italia, anche nelle zone bianche e gialle.
L’idea prevalente nel governo è precludere ai no vax la possibilità di frequentare bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine, stadi, cinema, teatri, musei, impianti sciistici. Ancora da decidere eventuali limitazioni per le attività all'aperto. Mentre sarà sempre possibile recarsi al lavoro esibendo il tampone molecolare o antigenico, la cui durata verrà rispettivamente ridotta a 48 ore e 24 ore, anche se si attende ancora il via libera del Cts.
Ancora da discutere il nodo trasporti: chi non è vaccinato potrà effettuare il tampone per salire sui treni dell’alta velocità e sugli aerei. Mentre l'obbligo del tampone per bus e metropolitane ha provocato la reazione dei sindacati, a causa delle difficoltà nel garantire controlli adeguati.
Per il momento l'obbligo vaccinale è esteso solo ad alcune categorie professionali, come il personale sanitario e i lavoratori delle Rsa per cui scatterà in automatico l'inoculazione della terza dose. Ancora da decidere se imporre la vaccinazione a tutti i cittadini in caso l'occupazione dei posti letto nelle terapie intensive raggiungesse una soglia critica. Sicuramente le prossime categorie a cui sarà esteso l'obbligo in caso di aumento dei contagi saranno il personale scolastico, le forze dell’ordine e i lavoratori della pubblica amministrazione a contatto col pubblico. Lo stato di emergenza sarà prorogato fino al 30 gennaio, termine in cui scadranno i due anni dalla prima dichiarazione di stato di emergenza per l’esplosione della pandemia da Covid 19. Il governo poi deciderà se prorogarne la validità per altri tre mesi o fino al termine della campagna vaccinale.
Infine, sarà abbreviata anche la durata del green pass da un anno a nove mesi, alla scadenza dei quali se non si effettua la terza dose o il richiamo il certificato non è più valido. Si attende il parere definitivo dell'Aifa, ma il richiamo sembra sarà possibile riceverlo dopo cinque mesi dalla seconda dose, per ora le prenotazioni sono riservate agli over 40.