Da anni, nei mesi di ottobre e novembre, la cooperativa "I Briganti del Cerreto" accende il metato della “Cchina”, per l'essicazione delle castagne secondo l'antica tradizione, quando le castagne rappresentavano il pane per l’inverno di molte famiglie della montagna.
L’antico essiccatoio di proprietà privata è stato recuperato e ristrutturato nel 2007 grazie a un contributo del Gal Antico Frignano Appennino e del comune di Collagna. Oggi rappresenta un'attrazione turistica all’interno dell’antico borgo di Cerreto Alpi, soprattutto nei mesi autunnali quando il metato riprende vita, profumo e colore.
L’essiccatoio resterà acceso per quaranta giorni e quaranta notti, al termine dei quali le castagne saranno pronte per il processo della battitura, un evento da non perdere per il fascino e per la cultura che lo caratterizzano. Il metato è visitabile su prenotazione: i Briganti del Cerreto hanno organizzato tre giorni di incontri con escursioni e momenti culturali. Il primo oggi, sabato 13 novembre, alle 15, poi sabato 20 novembre ore 15 e domenica 28 novembre ore 10.
Il metato era luogo di grande importanza per l’economia dei borghi d’Appennino e tutta la popolazione contribuiva alla gestione e all’organizzazione del funzionamento. Luogo di aggregazione e di incontro nelle fredde giornate autunnali, era solito ospitare grandi e piccini che al chiarore del fuoco ascoltavano le “fole”, favole e leggende tramandate. Questa tradizione ancora oggi viene mantenuta in vita attraverso serate organizzate intorno al fuoco in cui gli anziani del paese raccontano a turisti, paesani o semplici curiosi gli spaccati di vita dei nostri antenati.
È vero che nelle fredde e uggiose giornate autunnali le persone dei paesi si ritrovavano nei metati al calduccio;
non è assolutamente vero che potessero pure godere del “chiarore” del fuoco: il fuoco nei metati deve essere latente, basso,senza fiamma (o comunque molto ,molto ridotta) pena il rischio di incendio e conseguente perdita del prodotto e danni alla struttura.
Mi pare opportuno anche dire che nei metati ,si’, si stava riparati e si godeva della compagnia dei paesani, ma non erano poi molto accoglienti ,come sembra far intendere l’autore dell’articolo: il fumo imperversava, bisognava stare accovacciati in terra pena una lacrimazione insostenibile.