“Aspettami amico carissimo d’infanzia, non andartene da solo, scopriamo insieme l’ultimo viaggio, teniamoci per mano nelle vie del Cosmo, come facevamo da bambini nel girotondo dell’innocenza intorno alla grande “Faggia” del paese.
Aspettami, anch’io mi sono messo in viaggio come te, sono appena partito per raggiungerti e non ti posso lasciar andar via senza la mia compagnia, anche se il triste evento costerà dolore e sofferenza per i miei cari. L’odore dell’incenso sulla tua bara è svanito da pochi giorni ed eccomi qua, supino, davanti all’altare della chiesa che ci ha visti chierichetti, per rendere onore e gloria alla nostra amicizia”.
Inaccettabile realtà! Credo non esista identità più preziosa di un forte legame che nasce dal ventre profondo di un piccolo paese ed alberga nel cuore per tutta la vita. Come le gagliarde radici della quercia danno origine ad un tronco alto e robusto, così le trionfanti radici dell’amicizia generano calore, disponibilità e fratellanza... fino alla fine! Questo è stato tra Fulvio ed Oriano.
Alberto Bottazzi
In ricordo di Oriano Tini
La foto, scattata da Angelo Vighi, ritrae Oriano e sua moglie Barbara.
Bravo Alberto, un ricordo di due ragazzi appena più grandi di noi ma che abbiamo conosciuto benissimo. Grazie leva di farceli ricordare con le tue parole perché oltre che cugini erano amici e coetanei.
(Giovanni)