Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "Cattaneo-Dall'Aglio"e la rubrica Speakeasy curata direttamente dagli studenti dell'anno 2021-2022.
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We were so intrigued by the title of the BBC's article “The Tattoo Artist Covering the Scars Of Self-harm”, that it was impossible not to have a look at it. The article is about a 25-year-old girl named Carly who has fought a lot against prejudice; in fact, when she was a teenager, she used to self-harm and at that time not even doctors wanted to help her and they concluded that she was just looking for attention.
Tattooist John Paterson has a studio in Glasgow city centre and during lockdown he thought that it would be a great idea to use his abilities in tattooing to make people who were struggling feel more confident in their skin. John says that art has always been a way of communicating for him and he imagined that it could also help others, so he posted on the internet and on social media that he would give his time to everyone who wanted to cover their self-harm scars.
Carly went to John's studio and she decided that she wanted a butterfly and a flower, which represent the transformation from her traumatic adolescence. The tattooist says that he doesn't want to find out the reasons why someone decides to self-harm but despite that, most of the time people decide to tell him their stories while he's tattooing them.
This fact is in a sense ink therapy and it helps them to move on in life and also return for more tattoos; once people have had their tattoos they have to take care of them and this becomes self-care, which is essential to overcome life’s difficulties.
Recent research says self-harm is increasingly common in Scotland, in particular among young people but unfortunately it is neglected and wrongly understood. A professor at Glasgow University says that the prejudice is believing that self-harm is about attention-seeking, but it is exactly the opposite, that is attention-needing.
The Scottish government's minister for mental wellbeing claims that doctors need to think about a self-harm strategy and action plan as they did to prevent suicide. Unfortunately, there is no country that has a treatment for this kind of problem and it is what professionals are going to work on.
After a long time going from one hospital to another without solving anything, with the help of competent doctors, who didn't think that Carly was just trying to receive attention, this girl succeeded in regaining her mental health and confidence with her body. Carly's story makes us realize that prevention is needed against self-harm and that it is important to open up about this problem with someone, who could be helpful and ready to act for and with us.
Fortunately, we don't know anyone who is, or was, self-harmed and we suppose that it is also because they don't want people to know what they do, so they avoid talking about it and they keep their arms and legs covered. We can't imagine what makes people think that self-harming can be “useful” or can help them to overcome their problems, but if they do that, it's obvious that they have big issues and they really feel bad and desperate and sadly there are many teenagers who feel left out because they don’t feel accepted by a society which is often controlled by prejudice.
We think that Carly is really courageous because it must be a struggle to talk publicly about our problems and to get through such moments in life without help and without support, as she did. This girl is very strong and she should be a great source of inspiration for people who suffered like her, even though it is not easy at all.
(Giorgia Bondi e Giorgia Traversoni, classe 4ªQ)
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Siamo state così colpite dal titolo dell’articolo “Tatuatore copre le cicatrici di autolesionismo” che non potevamo non dargli un’occhiata.L’articolo riguarda una venticinquenne di nome Carly, che ha combattuto molto contro i pregiudizi; infatti, quando era un’adolescente, si auto lesionava e a quel tempo nemmeno i dottori volevano aiutarla, poiché credevano che fosse solo in cerca di attenzione.
Il tatuatore John Paterson ha uno studio a Glasgow, e durante il lockdown ha pensato che sarebbe stata una buona idea utilizzare le sue abilità da tatuatore per aiutare le persone che stavano soffrendo a sentirsi meglio nella loro pelle. John dice che l’arte è sempre stata una forma di comunicazione per lui e ha immaginato che avrebbe potuto aiutare anche gli altri, quindi ha dichiarato su internet e sui social media che lui avrebbe donato il suo tempo a chiunque avesse voluto coprire le proprie cicatrici di autolesionismo.
Carly andò allo studio di John e decise che voleva una farfalla e un fiore, che rappresentano la trasformazione dalla sua traumatica adolescenza. Il tatuatore dice che non vuole sapere la ragione per la quale qualcuno decide di farsi del male, ma nonostante questo, la maggior parte delle volte le persone che vanno da lui decidono di raccontargli le loro storie mentre vengono tatuate.
Questo fatto può essere considerato una terapia, perché li aiuta ad andare avanti nella vita e li spinge a tornare per altri tatuaggi; una volta che ci si è tatuati, ci si deve prendere cura di essi e quindi prendersi cura di sé stessi, che è essenziale per superare le difficoltà della vita.
Una ricerca recente dice che l’autolesionismo sta aumentando in Scozia, in particolare fra le persone giovani, ma sfortunatamente viene interpretato male. Un professore dell’università di Glasgow sostiene che oggi si crede che l’autolesionismo sia ricerca di attenzione, ma in realtà è completamente l’opposto, infatti significa avere bisogno di attenzione.
Il ministro del benessere mentale del governo scozzese afferma che i dottori devono pensare a una strategia e a un piano d’azione per l’autolesionismo come hanno fatto per prevenire il suicidio. Sfortunatamente non esiste alcun paese che abbia un trattamento per questo tipo di problema ed è quello su cui i professionisti lavoreranno.
Dopo molto tempo passato da un ospedale all’altro senza risolvere niente, con l’aiuto di dottori competenti che non credevano che Carly stesse solo cercando attenzione, questa ragazza è riuscita a guarire e a riconquistare confidenza col proprio corpo. La storia di Carly ci fa capire che è importante la prevenzione verso questo tipo di problemi ed è importante parlarne per trovare qualcuno che sia pronto ad aiutarci.
Fortunatamente noi non conosciamo nessuno che è, o era, autolesionista e crediamo che sia anche perché chi ne soffre non vuole che si sappia, dunque evitano di parlarne e tengono le braccia e gambe coperte. Non possiamo immaginare cosa faccia pensare che auto lesionarsi possa essere “utile” o possa aiutare a superare i problemi, ma se si fa è ovvio che ci siano situazioni serie e che ci si senta veramente male e disperati e sfortunatamente ci sono molti giovani che si sentono esclusi e non si sentono accettati da una società che è spesso controllata dal pregiudizio.
Crediamo che Carly sia veramente coraggiosa perché dev’essere davvero difficile parlare pubblicamente dei propri problemi e superare momenti simili nella vita senza l’aiuto di nessuno e senza un supporto esterno, come lei invece ha fatto. Questa ragazza è molto forte e dovrebbe essere una grande fonte di ispirazione per persone che hanno sofferto come lei, nonostante non sia per niente facile.
https://www.bbc.com/news/uk-scotland-58889755
(Giorgia Bondi e Giorgia Traversoni, classe 4ªQ)