In questi giorni si stanno moltiplicando le richieste di chi vuole venire in montagna a raccogliere castagne, spesso i più ignorano il fatto che i castagneti che si trovano sul crinale o nella nostra media collina sono tutti di proprietà e quindi la raccolta è vietata.
Per non incorrere quindi in spiacevoli multe o incontri con i proprietari (giustamente) arrabbiati, riportiamo alcune regole da seguire:
La raccolta è regolamentata dal codice penale che all'art. 624 prevede una pena dai 6 mesi ai 3 anni oltre ad una multa per chi si impossessa delle cose altrui, inoltre a raccolta iniziata trova applicazione l'art 626 CP che prevede reclusione fino a 12 mesi per coloro che spigolano, rastrellano, o raspollano nei fondi altrui, nn ancora interamente spogliati del raccolto.
In montagna oramai da anni ci sono aziende agricole della zona che tengono manutenuto il bosco a fini economici.
Come riporta anche la fonte studiolegalecastagna.it
"Come spesso succede, quando alcune azioni si tramandano da generazioni o sono entrate nella prassi comune, non ci si pone molte domande, tanto meno si pensa alle conseguenze penali di ciò che si sta facendo.
Nel raro caso in cui dovesse sorgere qualche dubbio o qualcuno si facesse scrupoli sulla scelta del luogo le giustificazioni più utilizzate solitamente saranno di questo tenore:
'ci sono sempre andato senza problemi',
'tanto ci vanno tutti',
'non ci va nessuno a raccoglierle, restano li a marcire'
Tuttavia il raccogliere castagne può, in alcuni casi, costare addirittura il carcere, oltre a sanzioni decisamente elevate.
I cartelli e i terreni recintati
Durante le camminate in montagna o per boschi, non è poi così raro imbattersi in cartelli o sbarre, che delimitano le proprietà private.
Chiaramente, all'interno di questi confini, qualsiasi cosa o bene vi si trovi appartiene al rispettivo proprietario, di conseguenza nessuno se ne potrà impossessare.
Se in tali occasioni nulla quaestio, molto spesso i famosi cartelli non sono presenti e i confini, soprattutto all'interno di aree boschive estese, non sono delimitati.
Raccolta libera se non ci sono cartelli? NO!
Si sottolinea sin d'ora che, per quanto consigliata, l'esposizione di un cartello indicante la proprietà privata non è obbligatoria, in quanto è onere dell'escursionista informarsi in merito all'uso del bosco (se privato oppure pubblico).
Fatte queste doverose premesse, possiamo entrare nel nocciolo della questione: così come per tutti gli altri frutti di bosco, raccogliere castagne può voler dire commettere il reato di furto.
Questa fattispecie, infatti, si perfeziona con la sottrazione di una cosa mobile altrui a chi la detiene, nel nostro caso il detentore è il proprietario del bosco.
Ciò si deduce dalla legge, la quale prevede che tutti i frutti caduti sul terreno appartengono al proprietario del fondo, salvo diversa disposizione.
Se il bosco non è recintato la raccolta è comunque vietata
Se dunque ci si mette a raccogliere castagne in un bosco non recintato, senza sapere che il bosco è privato ovvero che è presente un divieto di raccolta per poter preservare il paesaggio, si potrà rispondere del reato di furto.
Tale reato viene punito, dietro querela della persona offesa (in questo caso del proprietario poco tollerante), con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa da 154 a 516 euro.
Inoltre, se si viene colti in flagrante - durante la raccolta e con le castagne nel sacchetto - pronte per essere portate a casa, si rischia la reclusione fino a un anno o la multa fino a 206 euro, pene previste dal Codice penale per chi si impossessa di un bene "spigolando, rastrellando o raspollando" nei fondi altrui non ancora spogliati interamente del raccolto.
Dove si possono raccogliere castagne liberamente?
Ciò nonostante, per gli amanti delle castagne non tutto è perduto: le autorità locali o l'ufficio turismo della zona sono a disposizione per dare informazioni circa la presenza di terreni demaniali, di divieti o zone private all'interno delle aree boschive, nonché per indicare se il periodo dell'anno è corretto per effettuare la raccolta e il quantitativo massimo accumulabile. "
Io non so cosa preveda il Codice per chi raccoglie i prodotti agricoli nei terreni di proprietà altrui, ma al di là degli aspetti “legali” a me sembra esservene anche di natura etica o comportamentale, e trovo pertanto opportuno ed utile questo richiamo ad aver rispetto del lavoro di chi cerca di far tuttora produrre le nostre campagne, boschi inclusi, in continuità con le consuetudini e tradizioni del passato.
P.B. 16.10.2021
(P.B.)
Ottimo pro memoria, bravissimi!!
(Paolo Romei)
La castaggna la ga la cua, chi la ciappa le la sua.
Antica filastrocca dialettale.
(R.G.)
RISPETTARE IL BENE AMBIENTE( E I SUOI PRODOTTI ) SIGNIFICA ANCHE RISPETTARE LA CULTURA E LA TRADIZIONE DI CHI L’AMBIENTE LO HA SEMPRE TUTELATO :
Con una periodicità annua si rinnova in presenza del prodotto che per tanti anni è stato un bene importante della nostra montagna( il problema raccolta castagne che viene praticato da tutti , proprietari e non ).
L’economia della nostra montagna si reggeva anche per ragioni alimentari e forse di sopravvivenza, su un prodotto che inizia la sua fase di crescita nella fase primaverile e che giunge a maturazione annua in autunno .
A tutto ciò si aggiunge , ora non più come in passato ( dove la cura dei castagneti veniva fatt con cura e con cognizioni di difesa e tutela dell’ambiente) ,la presenza di tante proprietà che ancora nonostante la fase di spolamento della montagna esitono ancora .
Ripettare l’ambiente e i suoi prodotti , in questo caso significa anche rispettare la cultura del luogo
e le tradizioni di chi vi abita .
Se ciò non avviene al di la degli aspetti giuridici , che pure esitono , significa mancanza di rispetto verso chi confida in un ambiente che ancora produce reddito e benefici della proprietà .
Il tema merita inoltre una maggior attenzione dagli enti che sovraintendono il territorio e che forse non si rendono conto della quantità di prodotto che i castagneti annualmente lasciano sul terreno e che potrebbe essere fonte di raccolta , trasformazione e messa a disposizione della economia alimentare in primis.
Concludo con due inviti il primo a tutti i ristoratori …mettete a fine pranzo un cesto anche piccolo, di caldarroste calde sul tavolo … sarà un invito a chi a montagna la vuole visitare, alla valorizzazione e al rispetto del territorio del nostro crinale .
A seguire a tutti coloro che voglio beneficiare di un prodotto del bosco;
andate dentro ai paesi del crinale chiedete di poter acquistare le castagne , troverete ne son certo chi ve le offre, con gentilezza e con un sorriso , ad un giusto prezzo .
Ma continuate a visitare il nostro appennino i suoi borghi , chiedete informazioni sulla cultura locale , sulle tradizioni , scoprirete un mondo nuovo accogliente e generoso .
MARINO FRIGGERI
PRESIDENTE PROVINCIALE MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI .
(FRIGGERi MARINO Presidente provinciale MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI)
A Gottano non ci sono regole, ci hanno spogliato di tutte le nostre mele in un frutteto recintato. Purtroppo simili comportamenti sono all’ordine del giorno .
(maru)
Le riflessioni di Marino Friggeri mi paiono calzanti, e pure sagge mi verrebbe da aggiungere, perché sembrano anche dirci che, quando cerchiamo risposte e proposte per il futuro della nostra montagna, potremmo o dovremmo includervi – accanto al prefigurare soluzioni nuove ed innovative – una rivalutazione di quanto avveniva in passato, per vedere se e cosa possa essere “recuperato”, e in quale maniera.
Non è detto che vi si riesca, per un insieme di ragioni e difficoltà, e considerando altresì che molto è cambiato da allora, ma credo che il tema meriterebbe comunque una qualche maggiore attenzione, come scrive Friggeri, vista la “quantità di prodotto che i castagneti annualmente lasciano sul terreno e che potrebbe essere fonte di raccolta, trasformazione e messa a disposizione della economia alimentare..”.
P.B. 19.10.2021
(P.B.)