Uno smottamento di dimensioni imponenti riattivatosi nel 2013 e che l'allora Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, non esitò a definire come “la frana più grande d' Europa”, con una superficie di oltre 100 mila ettari. Ma ora, con gli ultimi lavori di messa in sicurezza, che comprendono la segnaletica e la posa delle barriere stradali, l’intervento per arginare e contenere il movimento franoso di Capriglio, nel territorio del Comune di Tizzano Val Parma, è giunto alle battute finali grazie alla sinergia tra Regione Emilia-Romagna (che lo ha finanziato con un importo pari a 400 mila euro), Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale (che ha messo a disposizione ulteriori 40 mila euro occupandosi, inoltre, della progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori) ed Amministrazione comunale di Tizzano (con l’importante apporto dell’Ufficio tecnico locale al monitoraggio costante dell’evento).
Positivo l’esito del sopralluogo effettuato lungo l’intera area coinvolta dall’intervento dai rappresentanti dell’ente consortile – il presidente Marcello Bonvicini, il direttore generale Domenico Turazza, il dirigente Area Lavori Pubblici Pietro Torri e il responsabile Area Ambiente Aronne Ruffini – insieme al sindaco di Tizzano Amilcare Bodria e ai tecnici dell’Ufficio comunale: completata infatti la pista di emergenza Capriglio-Pratolungo, larga 6 etri e ultima di una lunga serie di opere che il Consorzio ha realizzato in collaborazione con il Comune di Tizzano a seguito dell’iniziale evento che aveva interrotto i collegamenti viari tra le varie frazioni e che, purtroppo, non è stato l’unico.
Come riportato dall’Archivio Storico delle Frane della Regione Emilia-Romagna il movimento franoso di Capriglio, nel territorio di Tizzano Val Parma (PR), si è attivato una prima volta a valle nell’Aprile 2013 a causa delle abbondanti precipitazioni e della relativa fusione con il manto nevoso, per poi smuovere un secondo corpo franoso per scorrimento tra Capriglio e Pianestola: l’unione delle due frane è proseguita piuttosto velocemente nelle settimane successive avanzando nell' alveo del Torrente Bardea e danneggiando inoltre la rete scolante. Una nuova riattivazione del movimento si è poi avuta nel novembre 2016 quando, sempre a seguito delle intense precipitazioni, il sistema di monitoraggio topografico automatizzato ha rilevato spostamenti di circa 4 cm in corrispondenza di un prisma posto appena a valle della viabilità comunale del tratto di strada della Val Bardea (strada per La Latta), oltre all’ampliamento delle fessure presenti sulla stessa sede stradale. Tutti i dati sono documentati e disponibili presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli regionale.
“Si è trattato di un evento dalla portata imponente – evidenzia Marcello Bonvicini, Presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – la cui eccezionalità ha comportato un impegno particolare da parte del Consorzio sia sul piano tecnico-operativo che su quello economico e sempre in costante sinergia tra i vari enti. Un approccio che ha condotto ad una reazione adeguata alle criticità dotando così il territorio delle infrastrutture necessarie”.