Sottoposta a vessazioni psicologiche dal 2006 al 2013 trova la forza di denunciare solo più tardi, ma l'ex marito viene assolto perché "il fatto non sussiste". Stiamo parlando di un uomo di origine ghanese, sulla sessantina, accusato di maltrattamenti nei confronti della ex moglie durati oltre sette anni. Il pm aveva chiesto due anni di condanna.
"Avvelenerò te e nostra figlia. Ti farò fare la fine delle donne di cui si parla in tv". Sarebbero le parole dell'uomo, che ha sempre respinto ogni accusa, tanto che all'esito del processo di primo grado è stato assolto dal giudice Simone Medioli Devoto. Il suo avvocato Annalisa Bassi è infatti riuscita a dimostrare che quelle condotte non avevano rilevanza penale.
In aula la donna ha raccontato i problemi insorti con l’ex marito. Ha parlato di ristrettezze imposte a lei e alla bambina, dicendo che non accudiva neppure la figlia, a cui non avrebbe dato da mangiare. "Non sei alta, non sei bella, non sei chiara", sarebbero alcune delle frasi che la donna si sentiva ripetere spesso, insieme a insulti pesanti come: "Sei una buona a nulla, t....". In seguito ad alcuni litigi, la donna aveva anche chiesto asilo al parroco e veniva aiutata da lui e alcuni fedeli.
L’avvocato Bassi ha però ricondotto le ristrettezze rivendicate dalla moglie a una povertà effettiva e non alla volontà di far mancare qualcosa alla famiglia. "I soldi in casa erano pochi poiché l’unico stipendio, da operaio, era rimasto quello dell'uomo - commenta l'avvocato -, lei dopo la gravidanza aveva scelto di lasciare il lavoro". La complessità di questo processo è stata anche quella di ricostruire i fatti e valutare se le differenze culturali tra l'uomo ghanese e la donna possano avere inciso. Fatto sta che ora l'uomo è stato assolto.
La stessa cosa che è successa a me. Con tanto di testimonianze per inseguimenti e minacce.
Poi dicono di denunciare.
Ti ritrovi sola.
(Con tristezza)