Domani una delegazione di Castelnovo Monti partirà in direzione Kahla per firmare il nuovo patto di gemellaggio che unirà i due paesi.
La cittadina della Turingia è legata ormai da anni al capoluogo dell’Appennino, nel ricordo di un passato doloroso.
Spiega l’assessore ai Gemellaggi di Castelnovo Monti, Lucia Manfredi: “Quello con Kahla è un rapporto che è nato da una tragedia, cresciuto grazie alla tenacia dei familiari delle vittime che si sono rifiutati di dimenticare, e costruito grazie alla volontà di cittadini, storici, studenti, associazioni e amministrazioni tanto di Castelnovo quanto di Kahla. Ringrazio - continua - chi ha lavorato negli anni per poter arrivare fin qui. Questa stretta di mano tra le nostre città non è solo un gesto di amicizia, è la manifestazione tangibile di cosa significa per noi 'Europa': il rifiuto della prevaricazione, della violenza e della guerra e quindi l’apertura alla celebrazione dell’altro e delle sue differenze. È un impegno solenne in memoria delle vittime e un segno per le future generazioni”.
“Quello che firmeremo nei prossimi giorni a Kahla, e che sarà di nuovo sottoscritto in aprile a Castelnovo Monti - dichiara il sindaco Enrico Bini - è un patto che sancisce ufficialmente un percorso di conoscenza reciproca e amicizia che ha radici profonde, e che dimostra come da eventi molto dolorosi possano nascere percorsi virtuosi, che scrivono nuove storie e una storia nuova".
Il sindaco racconta: "nei primi anni ’90 i parenti delle vittime castelnovesi si recarono in Turingia spinti dal desiderio di scoprire il destino dei loro cari. Con le testimonianze raccolte, iniziarono a coinvolgere alcuni storici locali, come Giovanna Caroli, poi Cleonice Pignedoli che con gli studenti delle nostre scuole superiori proseguirono il lavoro di ricerca. Furono molti i montanari rastrellati nel 1944, e tanti fra loro richiamati con un inganno in quella che allora era la sede del partito fascista e che oggi è il Teatro Bismantova: fu detto loro che dovevano ritirare un lasciapassare per muoversi liberamente al di fuori del paese, ma quando si presentarono furono trattenuti e avviati alla deportazione. Dopo essere transitati dal campo di prigionia di Fossoli, che si trovava sempre in Emilia-Romagna, la nostra regione, vennero assegnati per la maggior parte al lavoro nelle gallerie della Reimahg di Kahla".
"Sappiamo - conclude Bini - che a causa di malnutrizione e durissime condizioni di vita, tanti prigionieri da tutta Europa sono morti nel campo di lavoro, e quasi ogni anno, prima della pandemia, siamo venuti con nostri concittadini per le celebrazioni che li commemorano. Coloro che partirono da Castelnovo Monti e non fecero ritorno furono Inello Bezzi, Roberto Carlini, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Ermete Zuccolini, Francesco Toschi. La fine della guerra ha trovato un continente in macerie, materiali ma anche umane. Un momento che ha portato i governi europei ad aprire gli occhi, a capire che si doveva costruire un futuro diverso, di pace, di democrazia, solidarietà, cultura. Valori alti, che dobbiamo coltivare con continuità. La sottoscrizione di questo gemellaggio ci trasmette grande soddisfazione e gioia e ci offre nuovi canali di incontro e di scambio, anche per conoscere meglio i reciproci territori”.
COMPLIMENTI alla riuscita del gemellaggio per conoscere altre comunità con scopo di poter esssere sempre vicini a chi ha bisogno. Pero’ VORREI ANCHE FAR PRESENTE CHE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DOVREBBE AVERE PIU’ RIGUARDI PER I RESIDENTI CASTELNOVINI E RELATIVE FRAZIONI, NELLO SPECIFICO TENERE PIU’ CURATE STRADE E AVERE SEMRE UN ATTENZIONE ALTA ALL’EDUCAZIONE DEI GIOVANI CHE DEVONO CRESCERE CON BASI SANE CHE NON PUO’ ESSERNE PARTECIPE LA SOLA FAMIGLIA
(un cittadino montanaro)