Si concluderà tra poche ore la mostra personale di Angela Manini presso la biblioteca di Carpineti. Per quanti non abbiano potuto visitarla ne mostriamo le immagini e riportiamo la presentazione di Luciano Rondanini.
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In occasione della rassegna “Albero, alberi”, nei locali della biblioteca di Carpineti (RE), dal 24 luglio al 25 settembre 2021, sarà visitabile una personale dell'artista Angela Manini, intorno alla figura dell'albero. Il prezioso contributo di Luciano Rondanini, ci accompagna alla scoperta della sua pittura.
Decisamente affascinante questa collezione di Angela Manini che ha dato colore e forma ai tanti interrogativi della nostra esistenza, lasciandosi trasportare dalla suggestiva bellezza custodita negli alberi.
Da sempre nell’arte l’albero ha rappresentato il collegamento tra la terra e il cielo: il suo innalzarsi verso l’alto trascina ognuno di noi negli infiniti spazi dove possiamo, anche per un attimo, sospendere le preoccupazioni e le fatiche della routinaria quotidianità.
Non era forse una pianta quella del Giardino dell’Eden, lì collocata da Dio a presidio della purezza dei nostri progenitori? L’albero è la metafora del ciclo della vita: rigoglioso quando è giovane; vigoroso nella fase della maturità; acciaccato nel momento in cui gli anni cominciano a mordere il suo splendore.
Dalla cultura classica a quella moderna, tutti hanno subito il fascino di questo nostro compagno di viaggio. Vincent van Gogh, Piet Mondrian, Gustav Klimt, Marc Chagall… hanno voluto interpretare con differenti forme espressive lo stupore e la meraviglia che l’albero ispira in ciascuno di noi.
“Lo chiederemo agli alberi, canta Simone Cristicchi, come restare immobili fra temporali e fulmini invincibili”. Ed essi risponderanno che “le radici son qui e i loro rami danzano all’unisono verso un cielo blu”.
Nei quadri di Angela si alternano due tipologie di piante. Innanzi tutto il cipresso. La sua forma affusolata e slanciata gli permette di toccare l’immensità del cielo. Dice Van Gogh in una lettera scritta ad un amico: “I cipressi sono sempre nei miei pensieri e mi stupisce che nessuno li abbia ancora fatti come io li vedo. Sono belli come linee e proporzioni e somigliano a un obelisco egiziano”.
Lo stesso Giosuè Carducci è affascinato dalla loro perfezione tanto da iniziare una delle poesie più conosciute della letteratura italiana con noti versi: “I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar”; ma anche, in Pianto antico, in memoria del figlio Dante, il melograno diventa il protagonista del componimento lirico: “L’albero a cui tendevi la pargoletta mano…”.
Angela Manini esprime le medesime sensazioni. Nei suoi dipinti la punta di questa cupressacea buca il cielo, che si tinge di toni traboccanti e di colori a volte intensi, a volte sfumati.
Quello che colpisce in particolare è il cipresso incastonato nei tetti in una posizione inconsueta rispetto a quella in cui abitualmente lo osserviamo: viali, carraie di campagna, cimiteri, luoghi di culto, alberature ornamentali.
Dall’albero del cielo a quello della terra: l’ulivo, simbolo di pace fin dai primordi della civiltà. Noè, dopo il diluvio, attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca, che ritornò sul far della sera con un ramoscello di ulivo nel becco (Genesi).
L’ulivo simbolo anche di nutrimento e condivisione. Pierre Auguste Renoir era affascinato da questa pianta tanto da definire i suoi frutti un “ricco dono degli dei”. Non è un caso che Marc Chagall abbia scelto di terminare i suoi giorni tra gli ulivi di Saint Paul de Vence in Provenza.
Sicuramente gli ulivi antichi di Sicilia hanno guidato la mano di Angela nel rappresentarli in differenti paesaggi: morbidi e soffici come tappeti, ma anche duri e contorti come i nodi dei suoi tronchi.
Nell’arte tutto si compone: le geometrie del cipresso possono andare a braccetto con le apparenti “imperfezioni” dell’ulivo.
Il compito dell’artista è proprio questo: trasformare le cose della vita, gioiose o faticose, in contemplazione estetica. Come dice il principe Miskin nell’Idiota di F. Dostoevskij: la bellezza salverà il mondo!
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La mostra di Angela Manini si tiene a Carpineti, nella sala studio/conferenze presso la Biblioteca comunale in Via G. di Vittorio, 8 ed è visitabile, nei giorni di apertura biblioteca, fino a sabato 25 settembre 2021. Ingresso libero.
Per maggiori informazioni: Biblioteca comunale di Carpineti 0522 615.036 – 718.086
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