Uno straordinario ampliamento della Riserva Uomo e Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano, riconosciuta nel 2015, è atteso dal Consiglio internazionale Unesco-Mab che si riunirà in Nigeria il prossimo 15 settembre.
Il governo italiano ha avanzato la richiesta di allargamento per la Riserva di Biosfera che passerà da 34 a 80 comuni, da 200 a 500mila ettari, da 105 a oltre 370mila abitanti, da 7 a16 aree protette, da 24 a 40 Siti della Rete Natura 2000, da 5 a 6 province, da 2 a 3 regioni (oltre a Toscana ed Emilia Romagna la Liguria).
Il nuovo perimetro arriva alle porte delle città di Reggio Emilia e Parma, includerà la prima collina e l’Appennino Modenese tra il distretto ceramico e il Cimone, raccoglierà più compiutamente Lunigiana e Garfagnana, fino a lambire le Apuane e il mar Tirreno.
“L’auspicio – è la dichiarazione di in una nota condivisa della Riserva di Biosfera - è di essere una grande Riserva di Biosfera. Unirà territori diversi, ma legati da antiche e profonde affinità e contiguità geologiche geografiche storiche e ambientali, nello spazio tra le consolari romane via Emilia e Via Aurelia, tra pianura padana e mar Tirreno. È un territorio differenziato e ricco: un mosaico di paesaggi e valori diffusi, antichi e moderni. La Riserva di Biosfera ridefinisce così la sua identità e le sue priorità, avendo al centro insieme il capitale naturale e il capitale umano, proprio come quando si è partiti. Ora, però, raccoglie intorno ai valori Unesco fasce più ampie di giovani, scuole, imprese, consumatori, comunità. Rafforza le connessioni e le collaborazioni tra ambiti urbani e costieri da un lato e rurali e montani dall’altro, oggi, più che mai, fortemente interdipendenti”.
“Il programma Mab, con le sue 700 riserve di biosfera, è uno strumento dell’Unesco di crescente e assoluta attualità, mondiale e locale – aggiunge Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera -. È sempre più chiaro a tutti - di fronte alle sfide del cambiamento climatico e della pandemia - che ‘nessuno si salva da solo’. Siamo nel mezzo di un cruciale e necessario cambiamento in tutto il pianeta che tocca e coinvolge direttamente le nostre vite, i nostri territori e le nostre comunità. L’ampliamento della Riserva di Biosfera significa nuove assunzioni di responsabilità, più educazione, scienza, cultura per i 17 obiettivi Onu 2030. Il nostro appello, ora, è alle persone, donne e uomini, giovani e anziani: ognuno di noi, ogni comunità, può esserne partecipe e protagonista”.
Da quanto si può leggere, il mandato o programma di MAB-Unesco sarebbe quello di “migliorare il rapporto tra uomo e ambiente, promuovere lo sviluppo sostenibile e ridurre la perdita di biodiversità biologica e culturale”.
All’interno di tale apprezzabile proposito-obiettivo, ogni ambiente ha le proprie specificità, che lo differenziano dagli altri, anche riguardo allo sviluppo sostenibile, ma c’è verosimilmente un elemento comune e trasversale.
A meno di non intendere come sviluppo sostenibile la cosiddetta “decrescita felice”, pare infatti esservi un crescente fabbisogno di energia per svolgere le nostre attività, qualunque ne sia la forma e distribuzione territoriale.
E proprio in merito, dovendosi ragionevolmente guardare sempre più alle energie rinnovabili, se ve n’è qualcuna su cui poter, o dover, puntare, vedi il fotovoltaico, occorrerebbero piani pluriennali di sostanziosa incentivazione.
E’ vero che compete alla politica di prendere eventuali decisioni al riguardo, ma vi sono soggetti, quali Enti ed Associazioni, tra cui il Parco stesso, che, giusto per passare dalle parole ai fatti, possono agire da impulso e da stimolo.
P.B. 10.09.2021