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Alessandro Mercati dal Sassuolo all’Aquila Montevarchi (in prestito)

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(foto di Marcello Sani)

Mercati: “A Sassuolo finora gli anni più belli della mia vita. Allenarsi con i giocatori di Serie A? Pazzesco, troppo emozionante. Mi ha impressionato l’umiltà. Locatelli e Berardi troppo simpatici“.

Classe 2002. Mediano, mezz’ala. Dal Sassuolo all’Aquila Montevarchi (in prestito) per cercare esperienza, grinta e voglia. Un unico obiettivo: la Serie A. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di fare una piccola chiacchierata con Alessandro Mercati, che dalle radici di Castelnovo ne’ Monti sta viaggiando nel sogno più ambito di tutti i bambini: diventare un calciatore di Serie A.

Alessandro, innanzitutto partiamo dalla storia recente: sei passato in prestito per questa stagione dal Sassuolo all’Aquila Montevarchi. Come stai passando questi ultime settimane? Dato che hai cambiato anche location.

Mi trovo e sto passando molto bene queste settimane a Montevarchi. Quando sono andato via da Sassuolo ero un po’ preoccupato, perché come società, organizzazione e altro, è davvero il top. Ma una volta arrivato a Montevarchi ho trovato persone sempre disponibili, compagni di squadra splendidi e un mister davvero bravo. Mi sono ambientato bene.

Come hai reagito alla decisione della dirigenza neroverde a mandarti in prestito?

La decisione di mandarmi in prestito è stata condivisa con la dirigenza. Volevo conoscere un mondo diverso da quello del settore giovanile del Sassuolo, che ti rende importante, mette tutto a disposizione; ma io volevo conoscere il mondo dei grandi. L’obiettivo di quest’anno è quello di crescere a livello mentale.

Pensi che vogliono farti fare esperienza per poi riprenderti e cercare di compiere il tuo sogno?

Quello che vuole la dirigenza del Sassuolo non lo posso sapere. L’unica cosa di cui mi preoccupo ora è quella di lavorare sodo, cercare di fare il

(foto di Marcello Sani)

meglio e dimostrare chi sono in questa nuova realtà.

Hai giocato la tua prima partita in Serie C contro la Reggiana, che ha una delle tifoserie più calde d’Italia, al Mapei Stadium. Che effetto fa giocare davanti a migliaia di persone?

Come prima partita di campionato, è stato molto emozionante. Soprattutto a Reggio Emilia contro una tifoseria molto importante (Reggiana, ndr) e anche per me dato che sono nato qui nei dintorni. C’erano la mia famiglia e tutti i miei amici a vedermi, ci tenevo a fare bene davanti a loro.

Sentivi un po’ la pressione prima dell’inizio della partita?

Devo dire la verità, non sentivo assolutamente pressione da parte di nessuno. Anzi, quando ho toccato il campo e ho visto la tifoseria della Reggiana, mi ha caricato di più.

Fai qualche gesto scaramantico prima di entrare in campo?

Ho un sacco di miei compagni che fanno gesti scaramantici prima di entrare in campo: ad esempio a tavola e in tante altre occasioni. Ma io non sono scaramantico, non credo a queste cose.

Torniamo al Sassuolo, dove hai trascorso praticamente tutta la tua adolescenza (e il sottoscritto lo sa bene), a partire dall’età di 11 anni fino a qualche mese fa. Hai avuto l’opportunità di condividere lo spogliatoio con giocatori di un certo calibro: da Consigli a Berardi, passando per Locatelli, Caputo, Boga, Raspadori ecc. Che cosa hai provato in quei momenti?

Al Sassuolo ho passato, finora, gli anni più belli della mia vita. Sono veramente grato alla società, nella quale lavorano un sacco di professionisti, a partire dal responsabile del settore giovanile (Francesco Palmieri, ndr), ma anche tutti gli allenatore che ho avuto da 11 anni a questa parte: sono sempre stati a mia disposizione, mi hanno aiutato un sacco a crescere.
Quando sono arrivato in prima squadra è stato pazzesco: allenarsi con i giocatori della prima squadra, con quei professionisti, è qualcosa di clamoroso, emozionante. Poter imparare da loro, ma anche solo guardarli, ti fa capire che professionisti sono e perché loro sono arrivati in Serie A.

È stato facile ambientarsi nel gruppo della prima squadra?

È stato davvero facile, davvero. Sono dei professionisti, ma anche dei ragazzi normali, sempre pronti ad aiutarti. Io mi sono sempre trovato veramente bene.

Se dovessi fare qualche nome, chi era il più “matto” dentro quello spogliatoio? Dato che fino a qualche giorno fa c’erano 3 campioni d’Europa: Locatelli (poi trasferitosi alla Juventus), Berardi e Raspadori (ancora presenti).

Non saprei dirti, un vero e proprio matto non c’è (ride, ndr). C’erano un sacco di ragazzi che mi facevano m

(foto di Marcello Sani)

orire dal ridere. Scherzavo molto con Locatelli e Berardi, ci prendevamo in giro a vicenda, ovviamente in modo ironico. Loro stanno molto con i giovani, erano quelli che mi facevano più ridere.

Cosa sei riuscito ad imparare dai veterani? Chi è quello che ti ha dato più consigli?

Dai veterani, come ad esempio Magnanelli, mi ha impressionato l’umiltà. Ci sono alcune persone che hanno molti anni d’esperienza in Serie A, e arrivano al campo con la stessa voglia e intensità di un ragazzino di 20 anni. Questo fa capire davvero tanto.
Quello che mi ha aiutato e dato più consigli è stato Pedro Obiang: a lui devo un grande ringraziamento, mi aiutava in ogni cosa. A fine allenamento stava insieme a me e mi diceva in cosa potevo migliorare; mi parlava spesso e mi dava un sacco di consigli. Lui è stato quello che mi ha aiutato di più a migliorare.

Ultime domande, ti ispiri a qualche persona in quello che fai? Se dovessi guardarti da fuori, quale giocatore paragoneresti a te stesso?

Guardando anche vari video su YouTube, la persona a cui cerco di ispirarmi di più è Paul Pogba (centrocampista del Manchester United, ndr). Io lo considero il centrocampista più forte al mondo. Non mi sento di paragonarmi a nessuno, ma ci sono anche altri centrocampisti che mi piacciono molto.

Ultima ma non meno importante. Dove ti vedi fra 5 anni?

Non lo so. Sto solo cercando di lavorare duramente giorno per giorno, per cercare di fare più carriera possibile e diventare il più forte possibile. Il mio sogno è quello di giocare tutta la vita in Serie A e spero di realizzarlo.

a cura di Nicholas Fontana (Bomber)

1 COMMENT

  1. Seconda bella notizia in questo anno per me travagliato : dopo il prof. Marzani anche il prof. Mercati. Materie diverse che conosco entrambe da profano pur essendo un modesto ingegnere ed un ex discreto calciatore . Sono felice quando i miei ragazzi si fanno onore! Abbraccio chicchi e la sua allegra brigata. Cesare

    Cesare

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