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Accessi regolamentati: dopo Bismantova e il Lago Pranda, istituito da quest’anno “L’Ozola bus” conta già 400 trasporti

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Come conciliare la presenza dell'uomo con la tutela ambientale, in un periodo particolare che ha visto aumentare la presenza di turisti nelle aree più suggestive dell'Appennino reggiano. Questo è stato il tema oggetto di discussione nella riunione che si è tenuta online qualche giorno fa fra sindaci, associazioni, usi civici e rappresentanti del Cai Bismantova e Reggio Emilia. L'incontro, voluto dal Parco nazionale dell’Appennino, intendeva discutere su come definire gli accessi alle zone sensibili dello stesso.

Tra i luoghi oggetto di discussione, la Pietra di Bismantova, il crinale appenninico come il Monte Cusna e i vari rifugi tra cui il Rifugio Bargetana e il Rifugio Battisti e il Lago Pranda. Per quanto riguarda la Pietra, già dal 2019 il Comune di Castelnovo ne' Monti ha istituito il servizio di navetta gratuito "Bismantino", che da piazzale Vittime di Roncroffio porta fino a Piazzale Dante (con alcune fermate intermedie su via Roma). Il servizio evita così di sovraffollare il parcheggio ai piedi del monolite, che - a tal proposito - è stato messo a pagamento.

Il Comitato Usi Civici di Cerreto Alpi ha invece fortemente voluto la regolamentazione del traffico al Lago Pranda, da anni oggetto di critiche per il cattivo stato in cui riversava, rifiuti di ogni genere, sporcizia, ma soprattutto per le numerose vetture che deturpavano la bellezza del luogo. Per questo motivo, i primi di luglio il Comitato ha deciso di chiudere al traffico tutto il fronte del lago Pranda, istituendo una rotonda nei pressi dello stesso per permettere alle macchine di poter girare, scaricare e andare poi a parcheggiare nei numerosi parcheggi a pagamento creati a proposito. "Questo permetterà di passeggiare intorno al lago in assoluta tranquillità e in simbiosi con la natura, senza nessun tipo di preoccupazione" - afferma gli Usi Civici.

La novità assoluta di quest'anno è però la navetta "Ozola bus", avviata un mese fa, che da Presa Alta porta a Lama Lite, con arrivo a pochissima distanza dai rifugi Battisti e Bargetana. Un servizio introdotto attraverso l'impegno degli Asbuc (le associazioni che gestiscono i beni di uso civico) di Ligonchio e Ospitaletto, in collaborazione con il Comune di Ventasso e con il Parco Nazionale dell'Appennino. Da sabato 24 luglio, giorno in cui è entrata in servizio la navetta, fino al 15 agosto le persone trasportate sono state 388.

Un servizio che ha storto qualche naso tra i rappresentanti del Cai reggiano, il quale sembra non fosse stato messo al corrente dell'avvio del progetto, così come per i gestori dei rifugi. "Si è trattato di un servizio introdotto senza che ne fossimo informati né noi né il Cai - afferma Emanuele Braglia, gestore del Rifugio Battisti -, ma dobbiamo dire che sicuramente sul piano pratico ha consentito l'arrivo di persone che non sarebbero in grado di arrivare a piedi fino al rifugio".

Il dubbio del Cai, nonostante la sintonia sull'importanza del progetto, è che in alcuni luoghi la frequentazione dei turisti sia legata alla tutela dell'ambiente circostante. Spiega Carlo Possa, del Cai: "Al Battisti chi frequenta quella zona preferisce che ci si arrivi a piedi. Dobbiamo essere consapevoli che esistono diversi tipi di turismo, sono aspetti da tenere in considerazione. Non vuol dire che siamo contro le navette, anzi sono utilissime per agevolare percorsi che permettono anche a persone che non riescono a camminare 6 ore di avvicinarsi al crinale. Crediamo che in fatto di motorizzazione, inquinamento, rispetto delle zone le critiche siano infondate".

Mattia Tavaroli, uno dei ragazzi che ha gestito il servizio di bus navetta della Val d'Ozola per i rifugi, ha spiegato: "Bisogna pensare di far partire il servizio da Ligonchio così da evitare l'ammassamento di auto alla Presa Alta, da dove la navetta parte attualmente. Per migliorare il servizio saranno fondamentali le istituzioni, ma anche la collaborazione del gruppo di giovani locali. Noi finora siamo contenti dei risultati. Partire da ragazzi che vivono sul territorio, sostenerli, valorizzare le aree più belle e far sì che non siano deturpate credo sia la ricetta vincente per il turismo del futuro".

In definitiva, l'efficacia del servizio sarà da valutare nel tempo, anche per capire l'impatto sulla fruizione tradizionale dei sentieri. Per ora, la navetta ha sicuramente comportato il rilascio di meno permessi per le auto e quindi meno macchine che possono salire in vetta, dando comunque l'opportunità a tutte le persone con difficoltà motorie di raggiungere i rifugi e i luoghi più suggestivi del crinale.