Martedì il Parco dell’Appennino ne discute coi cittadini. A Ligonchio procede con successo l’esperienza del bus navetta. “Ma per gestire unitariamente fruizione turistica e tutela ambientale significa darsi delle regole”.
Come sono definiti gli accessi alle zone sensibili del Parco nazionale dell’Appennino? Come è possibile conciliare presenza dell’uomo e tutela ambientale? Cosa si può fare di diverso a beneficio di cittadini e dell’ambiente? Con questi obiettivi il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ha organizzato un particolare meeting pubblico, online, per discutere, tra Emilia e Toscana, come sono regolati gli accessi alle zone sensibili e più frequentate del territorio, tra cui il Lago Pranda, recentemente servito da un bus navetta. I tutto mentre assistiamo a un incremento della presenza del turismo negli ultimi anni, rafforzato anche dalla pandemia e dal turismo breve, in molte zone sensibili. Oltre al Pranda, alla Pietra di Bismantova, ai Lagoni, ai rifugi del Parco….
“Riteniamo utile – spiega una nota del Parco nazionale – discutere con i cittadini di quello che può essere il migliore equilibrio fra tutela e fruizione. Da qui la motivazione di questa giornata.
Per accedere si potrà collegarsi martedì 17 agosto alle 17.30 su Zoom al link indicato sul sito del Parco nazionale dell’Appennino o direttamente da qui.
Proprio nei giorni scorsi si era parlato a lungo sul nuovo servizio navetta organizzato a Ligonchio. Qui, infatti, grazie all’impegno degli Asbuc di Ligonchio ed Ospitaletto, in collaborazione con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ed il Comune di Ventasso, con il sostegno del Consorzio Volontario Forestale Alta Val Secchia, dal 24 luglio fino al 19 settembre è stato attivato un servizio bus navetta per collegare la località Presa Alta a Lama Lite, nell’alta Val d’Ozola nell’ex Comune di Ligonchio. Per usufruire del servizio è obbligatoria la prenotazione e il ritiro del biglietto presso il negozio Cu.Pra Mountain Shop sito in Via E.Bagnoli 24/A - Ligonchio (cell 329.897.4215). Il servizio prevede due corse al mattino (salite): ore 9:00 e ore 11:00, due corse al pomeriggio (discese): ore 15:00 ore 17:00.
“L’obiettivo principale del progetto – avevano spiegato dagli Usi Civici di Ligonchio e Ospitaletto - è la riduzione del numero di veicoli che fino allo scorso anno potevano accedere oltre la sbarra di Presa Alta con apposita autorizzazione, e di conseguenza ridurre le emissioni di Co2 al fine di contrastare i cambiamenti climatici in atto. Tra gli altri obiettivi di particolare rilevanza è l’attivazione di un nuovo servizio in loco e, per il prossimo anno si prevede di partire dal centro del paese di Ligonchio al fine di valorizzare il borgo”.
L’area dell’Alta val d’Ozola, situata nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e area Core della Mab Unesco, riveste un ruolo di notevole interesse naturalistico e ed è motore portante per il turismo della Municipalità di Ligonchio in quanto sono presenti due rifugi, Bargetana e Cai Battisti, assiduamente frequentati dagli escursionisti.
Da Reggio città, però, era giunto il dissenso del locale Cai.
“La navetta tra Presa Alta e i Rifugi è l’innesco di una discussione – commenta a proposito Fausto Giovanelli a Redacon - che è necessaria perché in tutte le situazioni citate, abbiamo una concentrazione di presenze, soprattutto domenicali e festive, con una pluralità di interessi. Gli usi civici, gli utenti, gli esercizi, i comuni, le associazioni… alcuni esprimono anche responsabilità. Occorre quindi dialogare tra diverse esigenze”.
Cosa non facile.
“Non funziona il tutto aperto e nemmeno il tutto chiuso – osserva -. Quindi dobbiamo trovare una sintesi. Credo che il fenomeno del grande accesso alla scoperta dell’Appennino sia da valutare positivamente, certo in una ottica di tutela ambientale. Da qui la necessità di alcuni principi d’ordine, tenendo presente che ad oggi non esiste alcun decalogo. Crediamo che questo incontro di martedì sia utile”.
E su Ligonchio che idea vi siete fatti?
“Al di là delle, rispettabili, critiche, anche di un grande apprezzamento. Con il servizio navetta si è creata anche una opportunità che mette assieme giovani, usi civici e dà un segno di ricettività turistica, verso la quale siamo sensibili. Ricordo che con questa iniziativa si è ridotto sensibilmente l’accesso di mezzi ‘autorizzati’ oltre la sbarra. L’obiettivo del Parco è consentire l’accesso di molte persone e di pochi mezzi a motore”.
Di certo il rottame diesel euro 3 che svolge il servizio navetta su e giù dalla Presa Alta a Lama lite non contribuisce a ridurre le emissioni. Ancora meno se la sbarra è costantemente aperta e non c’è nessuno che controlla gli accessi, io stesso ho visto macchine ( non dei gestori ) andare e tornare dalla Bargetana la settimana scorsa. I carabinieri forestali non si vedono praticamente mai e non fanno controlli, il lago della Bargetana è sempre più affollato, con tanto di falò pericolosamente accesi a bordo lago con il conseguente rischio di incendio, cani cavalli e bambini che ci sguazzano dentro con buona pace della delicata flora e fauna locale. Imbottire il crinale di persone è il modo giusto di fare turismo? Solo ieri c’è stata una rissa fra turisti ai Prati di Sara. Perfortuna che è un parco nazionale!
Ligo89
Il mondo ha capito come il turismo devasti i paradisi sparsi per la Terra. E l’Appennino, in ritardo come di consueto, ne vuole rilanciare l’intensità. Proprio la bellezza di questi luoghi è il loro essere stati non percorso dalle frenetiche ondate di turisti. Non di solo pane si vive ma di bellezza e armonia
MCB
Sottoscrivo in toto i commenti, occorre cambiare la gestione dei flussi turistici negli ambienti da tutelare, come già fatto da anni in diversi parchi nel. Mondo.
Paolo Romei
Se davvero l’obbiettivo è quello di consentire l’accesso a molte persone e pochi mezzi a motore, non si spiega perchè dopo tre anni i sentieri Presa Bassa e Deucaville gestiti ora dal Parco sono chiusi. Sentieri percorsi da sempre, da tutti, da oltre cento anni, “vecchi” almeno quanto la centrale Enel, hanno garantito a Ligonchio la presenza di escursionisti e turisti quando ancora il Parco non esisteva. Davvero zelante chi ha rimosso la segnaletica CAI da Presa Bassa e portato il percorso su strada asfaltata, le differenze nel percorrere l’uno o l’altro sono ovvie… Volete davvero, dopo aver chiuso i sentieri, proporre di fatto la navetta come unico mezzo per raggiungere la zona dei rifugi? Facile prevedere che molti semplicemente sceglieranno di salire dal versante Villaminozzese, non si può accogliere chi ha scelto di arrivare qui, nonostante tutto ( mi riferisco ai tempi di percorrenza, allo stato di manutenzione delle strade provinciali con percorsi immutati dal dopoguerra ) con nuovi divieti e ostacoli, come quelli recentemente installati presso il parcheggio di Presa Alta. Quale tipo di turismo si vuole attrarre? quello che non si accontenta di arrivare in auto nelle aree antropizzate e vuole arrivare comodamente in vetta? A Ligonchio sede del Parco e di centrale Enel non c’è ancora una colonnina pubblica per la ricarica dei veicoli elettrici. In questi anni di cambianti epocali dal punto di vista climatico e ambientale la mentalità degli amministratori è ancora ferma agli anni 80′.
Daniela
Stando all’apertura del commento di MCB, ossia “il mondo ha capito come il turismo devasti i paradisi sparsi per la Terra”, i flussi turistici verso i luoghi pregiati e sensibili andrebbero ovunque “calmierati” e “filtrati”, anche quando vi si acceda senza l’uso di mezzi a motore o fuori strada, per il motivo che la “pressione” esercitata dai molti visitatori può recar danno, oltre ad antipatiche e indesiderabili conseguenze, ed in effetti capita non di rado di vedere i resti di “scampagnate” – plastica, carte, ecc…..- disseminati in posti che meriterebbero ben altro rispetto (il che vale per tutto il nostro bell’Appennino, costellato di “preziosità” ambientali, anche se meno note di altre).
Realismo tuttavia vuole che si trovi la maniera di “conciliare presenza dell’uomo e tutela ambientale”, e in ogni caso, ove si riuscisse a trovare il giusto punto di equilibrio, com’è auspicabile, a me sembra debba farsi in modo che il “protocollo” venga poi rispettato, per non trovarsi nelle condizioni segnalate da Ligo89, vedi la sbarra costantemente aperta o i falò pericolosamente accesi, ovvero circostanze che fanno torto a quanti, e sono in buon numero, hanno invece comportamenti sempre corretti (va sicuramente bene discutere coi cittadini, ma mi auguro che su questo punto il Parco, e altre Istituzioni, abbiano già proprie idee e proposte concrete e fattibili).
P.B. 17.08.2021
P.B.