“Un luogo elettivo per la didattica delle scienze naturali ed antropiche appenniniche, sicuramente un' eccellenza tra i rifugi del Club Alpino Italiano e dell'Appennino".
E' quanto afferma il presidente del Comitato Scientifico Centrale del Cai, Giuliano Cervi, dopo un’ importante campagna di ricerca condotta nella zona del Rifugio Cesare Battisti e di Lama Lite, nel territorio del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Le ricerche guidate nei giorni scorsi dal Comitato Scientifico Sezionale del Cai Reggio Emilia, hanno permesso di individuare numerose e inedite testimonianze di interesse naturalistico e storico culturale che attestano come questa zona costituisca sicuramente una delle aree di maggior rilevanza sotto questi aspetti dell'intera dorsale appenninica tosco-emiliana.
In nessun altro settore dell'Appennino settentrionale si incontra infatti una simile concentrazione di tanti e poliedrici elementi di interesse, che dalla più remota antichità giungono ai giorni nostri, accompagnandosi a siti di interesse botanico, geologico e geomorfologico di primaria rilevanza scientifica.
Nel corso della campagna sono state in particolare individuate una inedita stazione del raro rododendro ferrugineo, inediti filoni di baritina che attestano la risalita di antiche acque termali probabilmente connesse alle intense spinte orogenetiche del crinale, un gran numero di petroglifi ed incisioni su roccia, alcune delle quali riconducibili alla icona del Sacro Monte che viene interpretata come emblema dei pellegrinaggi medievali, una nuova inedita stazione di antica frequentazione d'altura mesolitica e numerosi manufatti pastorali in pietra a secco, alcuni delle quali riconducibili a tipologie di particolare interesse.