Il viaggio di Angelo Sentieri, che a piedi ha deciso di partire da Mestre, dove vive da più di 40 anni, con destinazione Cerreto Alpi, il paese delle sue origini. Un coast to coast dal Mar Adriatico al Mar Ligure, "svalicando" da Cerreto Alpi per arrivare a La Spezia, tappa finale.
Angelo Sentieri, residente a Mestre dove ha lavorato come docente di scienze motorie, ora in pensione, é figlio di Norberto Sentieri originario di Cerreto Alpi e Nelly Bartoli originaria di Piano Battolla a La Spezia. I suoi nonni paterni erano Clemente Sentieri e Tina Zavattini, la sorella del grande Cesare Zavattini, spesso citata nei suoi scritti per l'ospitalità che le riservava a Cerreto Alpi nei mesi estivi e per le famose mele tosche miracolose.
Intervistato dalla cugina Simona Sentieri, dalla quale si è fermato a Castelnovo ne' Monti venerdì 30 luglio per un saluto, Angelo afferma: "Da costa a costa, da sponda a sponda, come nella vita esploriamo le nostre sponde, sono voluto tornare alle mie radici che sono al Cerreto Alpi. Quando vado al Cerreto mi sento a casa. Anche se sono nato e vissuto altrove e ho lavorato quarant'anni in Veneto, mi sento profondamente cerretano e non ho perso la conoscenza del dialetto montanaro".
Un'attraversata con le sole gambe, accompagnato da "biroc", un trolley con le ruote progettato da lui e messo insieme da un amico saldatore. Il trolley è composto da uno zaino su ruote ricavato da un passeggino per bambini, una struttura interna realizzata da un carrello della spesa e due maniglioni che lo guidano come appunto un biroccio. Un percorso lungo e lento, pernottando in luoghi semplici come ostelli e B&B incontrati accidentalmente lungo il cammino e cibo acquistato nei piccoli negozi di paese. Angelo racconta un tipo di esperienza slow, attraversando città e piccoli borghi, vecchie strade sterrate nei boschi, lungo il Po e ora lungo il Secchia. Da Mestre a Cerreto Alpi a La Spezia, passando da Luzzara dove il nipote di “Za”, l'altro ramo della propria radice lo aspettava.
Andare a piedi significa entrare in contatto con la Terra e a chi gli chiede se non abbia paura di attraversare boschi sconosciuti e solitari, lui risponde che la paura non é mai stata nelle sue corde e che la natura é bellezza e può solo trasmetterci gioia. Già allora i suoi bisnonni Zavattini salirono da Luzzara fino al Cerreto per condurre in gestione il primo albergo Gabellina e immaginiamo che pure loro percorsero molte strade a piedi o sui muli, dove le corriere non andavano. Siamo tutti migranti.
Angelo, come mai questo viaggio a piedi?
"In generale io sono un appassionato ciclista, con la bici ho girato molte parti del mondo: oltre Italia sono stato in Patagonia, Tasmania, Nepal e altri posti, ma ho voluto fare quest'esperienza più lenta per non perdere le sfumature del paesaggio, dei luoghi e anche della popolazione. Cose che invece succede se sei su un mezzo. Ho ricevuto molto dalla gente che ho incontrato lungo il cammino. Una signora anziana con la badante mi ha raccontato tutta la sua vita mentre mi ero fermato a mangiare un panino. Inoltre, ogni luogo ha la sua bellezza, anche il più deprimente e banale dei luoghi ti stupisce con alcuni dettagli che puoi cogliere solo se vai a piedi".
Quali sono stati i posti che più ti hanno lasciato un bel ricordo in tutta questa avventura?
"I momenti e gli incontri sono stati tanti ma su due piedi direi Guastalla. L'esperienza di vivere sul grande fiume, il Po, in tutta la sua imponenza e che influenza tutta la vita della bassa padana. Nel silenzio del mattino, la voce delle acque come fosse il respiro del Po in totale solitudine mi ha connesso alla natura e alla sua grandezza. Un altro posto molto bello che non conoscevo è stata la Pieve di San Vitale nel comune di Carpineti. La sua collocazione strategica mi ha permesso di aprire lo sguardo su un così bello e ampio territorio dalla grande eredità storica matildica. Ho apprezzato la cura estrema di questo territorio, boschi ben tenuti e alcuni casolari ancora abitati, non credevo di trovare tutta questa cura".
So che già conosci la nostra Pietra di Bismantova
"Certo. In passato ci sono stato diverse volte. Proseguirò il mio viaggi opassando da Carnola e scendendo verso il Secchia e risalirò a Sologno dove pernotterò all'Ostello delle Scuole, dove mi aspetta Angela De Lucchi per accogliermi, per cui il mio cammino sarà proprio intorno alla Pietra di Bismantova che già conosco e che ammiro".
Dopo il lockdown c'è stata una riscoperta del cammino a piedi e dell'andar per boschi, tu hai maturato questo progetto prima oppure dopo il lockdown?
"Avevo già maturato l'idea prima del lockdown. Essendo andato in pensione ho deciso di fare questa esperienza avendo molto tempo a disposizione. In questo senso mi sento privilegiato, durante il viaggio potuto vivere il disagio di molte persone che hanno sofferto e risentito davvero molto a causa del lockdown. Nel viaggio c'é anche questo, l'aspetto sociale e umano e non solo il contatto con la natura".
Pensi che questa esperienza possa concretizzarsi in futuro in un libro?
"In realtà non ci ho ancora pensato. Sono partito innanzitutto per viaggiare a piedi in solitudine e tornare alle mie radici. In questo viaggio però ho raccolto molte testimonianze ed è maturata in me l'idea di scrivere. Più che un libro pensavo a una raccolta di sensazioni, domande che mi sono fatto, esperienze vissute per poter condividere ciò che ho ricevuto e le immagini catturate".
Pensi che l'uomo senta l'esigenza di spostarsi prima o poi?
"Siamo nomadi e siamo tutti migranti, penso che bisogna sempre conservare l'amore per le proprie radici e ricercarle, ma guai a chiudersi in esse, l'uomo deve sempre tenere lo sguardo aperto rivolto all'orizzonte, perché viaggiare é crescita sia per l'individuo che per la collettività e i popoli. Contaminarsi é crescita culturale e sociale".
Oggi i giovani viaggiano molto di più, si spostano anche per brevi vacanze all'estero, cosa ne pensi
"Sì, viaggiare é sempre positivo, ma credo che a volte viaggiare si confonda con la bella vacanza su una spiaggia esotica o in avventure estreme. Alla fine il viaggio diventa evasione, consumato e non vissuto. Importante é girare il mondo e il mondo potrebbe essere anche questo qui fuori, intorno a noi. Camminare fa del viaggio un viaggio unico e irripetibile".
Cosa ne pensi del nostro Appennino?
"Mi sono innamorato di questo Appennino. Nonostante sia continuamente sulle Alpi e abbia visitato Alaska, Patagonia eccetera, quando torno in Appennino sento un emozione che parte da dentro. Vedere questi panorami, poca roccia, molto verde, mi fa sempre molto piacere. Grazie a questo viaggio ho potuto visitare posti nuovi che nono conoscevo, come i dintorni di Carpineti e Castelovo. Ho trovato tutto molto curato".
Detto da qualcuno che ha viaggiato in tutto il mondo, visitando posti davvero incredibili, ci rende orgogliosi del nostro Appennino.
"La bellezza delle Dolomiti segue purtroppo un modello da parco giochi, mentre qui si percepisce la bellezza dei territori incontaminati, la si coglie e se ne può usufruire immediatamente.”
Lo sviluppo economico però deve esserci per non spopolare la montagna
"Sì, lo si deve costruire però in simbiosi col territorio, in maniera alternativa, adatto a offrire qualcosa di autoctono a chi vien da fuori, senza deturpare la naturalità del luogo come è avvenuto in alcuni posti, poi lasciati nell'incuria. Offrire turismo non vuol dire solo esercizi commerciali, parcheggi e cemento".
Da Castelnovo ne' Monti Angelo è poi ripartito alla volta di Cerreto Alpi, che contava di raggiungere domenica 1 agosto e poi proseguire verso La Spezia, ultima tappa del suo lungo cammino e terra di origine della madre Nelly. "Ti auguro un buon proseguimento e un gioioso arrivo - commenta Simona -. Se editerai questa tua esperienza, spero tornerai per poterla presentare alla nostra comunità e poterti ringraziare per il passaggio nel nostro Appennino,
con fare silenzioso e rispettoso, pieno di meraviglia. E la meraviglia é sempre il carburante più preziose che fa muovere i nostri passi verso la conoscenza. A presto".
(Simona Sentieri)
In periodo di medaglie olimpiche, una se la merita alla grande!!
elio bellocchi