Un autentico figlio di San Francesco, un evangelizzatore e un testimone del Vangelo: così padre Lorenzo Volpe ha delineato la figura del confratello cappuccino padre Aurelio Rossi, nato a Leguigno il 31 maggio 1923 e spentosi lo scorso 20 aprile. Lo ha fatto domenica 18 luglio nell’ambito degli incontri promossi a Casina alla “Casa Cantoniera”.
La serata ’incontro era stato introdotta da Giovanna Caroli e da Davide Dazzi che ha sottolineato la ricchezza di vocazioni sacerdotali e religiose- femminili e maschili – che Leguigno ha donato.
La biografia del cappuccino, spentosi quasi novantottenne, vede una poliedricità di impegni e di interessi: dalle missioni ai salvadanai disseminati negli esercizi commerciali, banche, uffici postali per sostenere le opere dei cappuccini in Africa, Turchia, Australia, che ha visitato; dagli incontri vocazionali che hanno portato vari giovani alla scelta di farsi cappuccino al prezioso ministero della riconciliazione; dall’attività di simpatico burattinaio e di organizzatore di mercatini missionari, alla realizzazione a Reggio di un pregevole Museo missionario e artistico.
Padre Volpe ha soprattutto evidenziato i tratti peculiari del carattere di padre Aurelio, che nella fanciullezza ebbe modo di incontrare il cardinale Raffaele Scapinelli che nel castello di Leguigno si ritirava nel periodo estivo. Era un cappuccini positivo, gioioso, sempre disponibile per gli altri. Grande era il suo amore per l’evangelizzazione; aveva fatto suo il monito di San Paolo “annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e inopportuna”.
Diretta, semplice, ricca di esempi e aneddoti era la sua predicazione, così come misericordioso e buono si manifestava nel ruolo di ricercato confessore.
Un instancabile animatore vocazione e missionario lo ha definito padre Volpe.
g. a. rossi