Nella prima lettura di questa domenica Dio, per bocca del profeta Geremia, lamenta che i pastori chiamati a guidare Israele non annunciavano il messaggio di Dio ma il loro pensiero, fallendo così nel compito di mostrare il vero volto di Dio al popolo. Perciò Il Signore promette di scegliere pastori nuovi e più fedeli, che lo faranno conoscere a tutto Israele. Il messaggio-chiave di questa lettura è molto evidente: Dio non abbandona il suo popolo, ma si assicura che possa gustare la gioia di essere con Lui.
Nella seconda lettura invece Paolo ci aiuta a capire che la Croce è ciò che unisce i Giudei e i pagani; laddove in passato la Legge aveva creato divisione, il sangue di Cristo versato sulla croce ha prodotto unità e pace, portando a compimento la Legge di Mosè e avvicinando alla salvezza anche i popoli pagani. L’amore di Dio non è quindi appannaggio esclusivo di Israele: tutta l’umanità è chiamata a essere unita nella gioia e nella pace di Dio.
Infine il brano del vangelo vede gli apostoli, inviati da Gesù a evangelizzare, che ritornarono a lui per riferirgli il risultato della loro missione. È importante sottolineare il loro ritorno a Gesù perché in questo modo si sottolinea sia che l’evangelizzazione inizia e finisce sempre in Cristo, sia che gli apostoli si riconoscono strumenti del suo progetto. Dopo averli ascoltati, Gesù rivolse loro questo invito: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Con queste parole è espressa la presenza di un mistero grande che Gesù vuole condividere con loro soltanto. In senso biblico infatti “riposare” non significa solo prendersi una vacanza, ma dedicarsi a un momento di discernimento e riflessione, utile a gustare la presenza di Dio. Gli apostoli accolsero il suo invito e insieme «andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte»: poiché sappiamo già che la barca è simbolo della comunità, possiamo leggere nell’immagine il bisogno che tutta la Chiesa avverte di stare in compagnia del Signore. Tuttavia molte persone videro questo piccolo gruppo allontanarsi per il loro ritiro spirituale e «da tutte le città accorsero là a piedi». Questo inseguimento non è altro che il risultato dell’annuncio della parola di Gesù da parte dei discepoli: il frutto della loro opera si manifesta proprio nella volontà della gente di mettersi alla ricerca di Gesù. Quando il Signore scese dalla barca, vide questa grande folla e ne ebbe compassione «perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose». In Gesù si realizza quindi la promessa fatta da Dio attraverso Geremia nella prima lettura: è Gesù stesso che diventa il nuovo pastore e si mette a rivelare il vero volto di Dio al popolo senza più pastori.
Questo brano ci insegna che tutti noi siamo chiamati ad annunciare il Signore e a dare testimonianza del suo Vangelo; ma dobbiamo ricordare anche che siamo servi inutili del Signore, che si mettono al suo servizio senza desiderio di gloria personale. Il nostro compito è quello di gettare il seme della Parola nel cuore del nostro prossimo, affinché in esso possa germogliare il desiderio di mettersi alla sequela di Gesù.
Buona domenica