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Ventasso, polemica sull’istituzione di aree di pesca turistica regolamentate

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Continuano le proteste dei pescatori "liberi" in merito alla decisione del Comune di Ventasso di istituire aree di pesca turistica regolamentata, da affidare in gestione ad associazioni esterne. In base a una legge del 2012 e successive modifiche del 2018, il Comune di Ventasso può infatti chiedere alla Giunta regionale di istituire queste riserve, a patto che non superino una percentuale del 40% della superficie o della lunghezza dei singoli corpi idrici, destinati alla pesca, dei comuni sui quali insistono. D'altronde è la stessa scelta operata dal Comune di Villa Minozzo a Civago, per il fiume Dolo, "ma qui si sta parlando di circa 18km di fiumi e torrenti che verranno tolti alla pesca libera", ribattono i pescatori.

Questi i punti previsti d’intervento:

  • Torrente Liocca, dal Ponte del Mulino di Cecciola sino al guado del sentiero CAI SO "Sentiero dei Ducati'
  • Torrente Ozola, dalle briglie di Cinquecerri poste a 575 metri di quota s.l.m. (confluenza Fosso Ravaneto)
    sino alla confluenza con Torrente Guadarolo
  • Torrente Biola, dalla foce sino al ponte della Strada Statale 63
  • Canale Cerretano, dalla foce sino al ponte nel centro di Cerreto Alpi
  • Torrente Riarbero, dalla foce sino alla confluenza con il Rio del Tornello
  • Fiume Secchia, n. 2 tratti, quello più a valle dalla briglia a valle del Ponte di Marmoreto sino al ponte del la
    strada forestale Acquabona - Nasseta e quello più a monte dal ponte della Strada Provinciale n°91 sino al
    ponte di collegamento SS63 - Cerreto Alpi
  • Lago del Cerreto
  • Invaso Enel di Ligonchio: per quest'ultimo, essendo acque private ENEL, sarà attivata congrua convenzione
    con il proprietario medesimo
Lago del Cerreto

Una delle principali critiche mosse dai pescatori dell'Appennino nei confronti di queste aree di pesca a pagamento è quelle economica. "Dal momento che la maggior parte dei pescatori sono persone pensionate - commenta il portavoce della protesta, nonché ex sindaco di Viano, Giorgio Bedeschi -, mi chiedo come si possa fare profitto coi pensionati che dal 65esimo anno d’età sono perfino esentati della tassa di concessione governativa. Tanti non hanno soldi per comprare il pesce al supermercato e gli si fa pagare un permesso per pescare due trote".

Torrente Ozola

Al fine di regolamentare l'accesso alle aree di pesca, infatti, il comune o i comuni interessati rilasciano permessi a pagamento, il cui ricavato sarà specificamente destinato ad azioni di tutela e riqualificazione dell'habitat, all'immissione di materiale ittico, all'attività di sorveglianza e alle spese organizzative. "Il Comune non incassa un soldo - spiega quindi il sindaco di Ventasso, Antonio Manari -. Tutto il ricavato andrà alle associazioni che han preso in gestione le aree, i quali sono obbligati per legge a reimmetterli nella manutenzione dei sentieri, nella semina delle trote mediterranee e nella gestione generale dell'area. Mi sento di dire che gli stessi gestori probabilmente andranno in perdita invece di guadagnarci".

La decisione del Comune sembra quindi essere a fini di attrazione turistica, poiché i tratti scelti per essere adibiti a zone di pesca regolamentata sono i più pregiati e difficilmente controllabili. "L'80% delle acque rimane libero - conclude Manari -. Quello che interessa al comune è attrarre turisti. Mi riferisco a quei pescatori che pagano un permesso per stare qua qualche giorno, soggiornare in albergo e mangiare al ristorante. Non i giornalieri". Anche se qualcuno dubita possa funzionare, a meno che non si liberino trote di grossa taglia pronte alla pesca e si teme che il semplice fatto di aumentare il prestigio di questi tratti mettendoli a pagamento non attrarrà il turismo auspicato. Certo è che trasformare in zona "turistica" con pesanti immissioni quei tratti di torrenti sarebbe un'operazione niente affatto auspicabile per il pesante impatto ambientale.

Una contro proposta deriva dai pescatori stessi, che avanzano l'idea di istituire un regime di prenotazioni. "Nelle zone più vulnerabili dei nostri corsi d'acqua, come l’alto Ozola, Rio Arbero, Schiocchi del Secchia, alto Secchiello, Dolo, Liocca, si potrebbero costituire delle zone di pesca libere per tutti e frequentabili solo dietro prenotazione giornaliera gratuita su un portale gestito dall’ente che ha in gestione le acque, cioè il comune". In questo modo, secondo i pescatori, si riuscirebbero a controllare e limitare il numero di uscite e le catture di ogni pescatore, a beneficio della conservazione del patrimonio.

"Anche la vigilanza delle zone di pesca - concludono -, avendo ogni giorno il programma dei pescatori, ne trarrebbe vantaggio nell’esercitare i propri controlli. Così come sospendere la pesca nei periodi di magra o dopo eventi meteo particolarmente violenti. Insomma con un po' di buon senso le possibilità di tutela e salvaguardia ci sono senza voler cercare il business a tutti i costi".

Ora, essendo che la legge regionale prevede obblighi ben precisi per il gestore in fatto di tutela e salvaguardia dell’ambiente, per placare gli animi è importante che il Comune risulti trasparente sia in merito alle azioni di tutela e riqualifica dell'habitat che adotterà, sia per la pubblicazione dei costi di vigilanza e delle spese amministrative.