Sentieri e carreggiate rovinate dai mezzi a motori, moto e quad, tanto che molti privati cominciano a chiudere gli accessi. La decisione se vietare o meno il transito in alcuni tratti della rete sentieristica agli appassionati di motori è dibattuto da tempo, ma ora il caso finisce in Regione. L'assessora regionale alla Montagna, Barbara Lori, non esclude possibili modifiche alla legge sulla sentieristica del 2013. "Potranno esserci situazioni in cui sarà permesso il transito e altre in cui potranno essere vietati - spiega l'assessora, che aggiunge -. Ma tutte le eventuali modifiche all'assetto esistente saranno prese eventualmente dopo un confronto con i Comuni, che sono i primi interlocutori in queste dinamiche".
La richiesta è stata inviata alla Giunta Bonaccini dal presidente del Club Alpino Italiano Emilia-Romagna, Massimo Bizzarri, il quale chiede uno stop a moto e quad sui sentieri. "L'accesso dei mezzi motorizzati è un controsenso visto che siamo di fatto l'unica regione che lo permette - afferma Bizzarri-. Il tutto è aggravato dal conseguente mancato impegno da parte degli enti territorialmente competenti a disporre i relativi divieti in tante zone protette".
Secondo Bizzarri, la legge regionale n.14 del 2013, che promuove e disciplina la salvaguardia del patrimonio sentieristico regionale, non può avere gli effetti auspicati, per la mancanza di regolamenti che ne regolano l’accesso e ne garantiscono la fruizione da parte degli escursionisti e degli appassionati. "Dalle iniziali difficoltà e perplessità circa la mancata redazione dei regolamenti, si è passati ad una fase di stallo che non solo non permette di procedere secondo le indicazioni prese otto anni fa ma che ha appesantito e aggravato il territorio, lasciato così allo sbando" - commenta il presidente del Cai. Nella lettera alla Giunta regionale si chiede quindi una maggiore regolamentazione del settore. "Spero che vi sia la volontà urgente di dare risposte esaustive dovute e attese, oggi più che mai", auspica il Presidente, che si augura di poter incontrare personalmente Bonaccini per approfondire i temi affrontati nel documento.
Nella lettera, Bizzarri si sofferma sul problema dell’accesso ai sentieri da parte dei mezzi motorizzati e sulla manutenzione che, in base alla legge regionale, deve essere svolta dai comuni. "In ambito Cai, fare manutenzione deve essere inteso come controllo della percorribilità del sentiero per gli escursionisti a piedi o mtb e come verifica della segnaletica. Allo stesso tempo, significa anche assumere il ruolo di sentinella del territorio che segnala le eventuali interruzioni del percorso o gli evidenti pericoli. Senza dimenticare che, a varie sezioni Cai è stato richiesto di modificare le convenzioni, tentando di far passare in capo alle sezioni stesse, ogni responsabilità per gli incidenti sui sentieri", conclude Bizzarri.
All'appello rispondono il capogruppo della Lega ER Matteo Rancan e il consigliere regionale Gabriele Delmonte, responsabile del dipartimento Montagna della Lega Emilia. "Una proposta a dir poco penalizzante. Soprattutto per le nostre montagne, per i nostri ristoratori, baristi, benzinai, commercianti e sindaci dei piccoli comuni dell’Appennino. L’abbandono è il peggior nemico della montagna".
"Auspichiamo che l’assessore Barbara Lori, che ha annunciato un confronto con il Cai e i Comuni coinvolti, tenga conto delle esigenze dei territori appenninici" - aggiungono i leghisti. "Siamo convinti che possa esistere una convivenza pacifica tra chi frequenta i sentieri montani a piedi e chi lo fa su due ruote. Nell’ottica di incentivare l’economia locale e contrastare lo spopolamento dell’Appennino, punto fondamentale dell’agenda della Giunta Bonaccini, questo giro di vite non avrebbe alcun senso, considerando che la convivenza tra motociclisti ed escursionisti può e deve avvenire nel rispetto delle tutele e dei luoghi naturali dell’Appennino Emiliano Romagnolo" - concludono Rancan e Delmonte.
Come sempre i politici della Lega hanno pochi dubbi quando devono scegliere se tutelare l’ambiente o l’economia. Personalmente, non credo che il ripopolamento del nostro appennino dipenda dalle moto e dai quad che girano per i nostri sentieri inquinando, rovinando il terreno e disturbando la fauna selvatica. Chi si vuole gustare la montagna si procuri un robusto paio di scarponi e lo faccia camminando, come da sempre hanno fatto i nostri avi, in sintornia con la natura. Qualche decennio fa, quando si andava solo a piedi, la montagna era molto più popolata di adesso, e le ricette improbabili proposte da questi signori, invece di risolvere il problema causano solo danni. Se qualcuno è tropo pigro per camminare, invece di venire in montagna può andare tranquillamente a farsi un mojito al papeete. Non ci mancherà.
Andrea
Andrea
Caro Andrea, mi rammarico per le sue certezze e per la sua sicumera, tipica di coloro che mirano al dito quando il saggio indica alla luna.
Io sono un grande appassionato di montagna, ho fatto tutte le passeggiate immaginabili sia nella mia montagna che sulle Alpi. Sono però anche un grande appassionato di moto, nella specie di Enduro, disciplina nobilissima e che nonostante la sua onniscienza, probabilmente non saprà che è praticata per la gran parte da persone che amano la natura.
La capacità del nostro territorio deve essere quella di coniugare così diverse passioni, senza limitarne alcuna e nel rispetto reciproco.
Se gli sport motorizzati rovinano i sentieri, coinvolgiamo le associazioni che praticano questi sport e vedrete che saranno i primi ad offrirsi per fare qualcosa per migliorare la situazione. L’unica cosa da non fare è chiudersi ulteriormente su posizioni assolutamente oltranziste ed egoistiche, la nostra montagna ne ha già sofferto abbastanza. VIVA LA MONTAGNA E VIVA L’ENDURO!!!
Mauro
Matteo
Egregio Matteo, le sue considerazioni mi paiono di buon senso. Posso aver dato un’impressione diversa, ma io non mi ritengo affatto un’integralista anti-moto (ne posseggo una). Il punto sta nella contestazione da parte della Lega Emilia Romagna alla semplice richiesta di regolamentazione degli accessi (cito: “Potranno esserci situazioni in cui sarà permesso il transito e altre in cui potranno essere vietati”). Per sintetizzare il mio punto di vista, il fuoristrada si può fare ma non dappertutto, men che meno sui sentieri di montagna e soprattutto su quelli CAI.
Saluti Andrea
Andrea
Condivido in toto il commento di Andrea!
Direi che di motori, rumori e gas di scarico ne abbiamo a sufficienza. Le montagne dovrebbero essere oasi di silenzio e pace. Forse quello che sta succedendo al pianeta non basta…
Paolo Romei
Lungo i sentieri di montagna, in luoghi di natura e silenzio, la compresenza di escursionisti, mountain bike e cavalieri, con moto, fuoristrada e quad, strida un po’. Forse sarebbe opportuno che gli amministratori della montagna si pongano una volta per tutte il problema, prevedendo percorsi appositamente dedicati per quest’ultimi. Credo che questa possa essere una soluzione che tuteli e soddisfi tutti gli amanti della montagna.
Riccardo
Le considerazioni di Andrea sul come “usare” la montagna, totalmente condivise da Paolo Romei, non mi paiono infondate e irragionevoli, anche se mi sarei risparmiato quel “mojito al papeete”, in una col “non ci mancherà”, accenni di cui voglio cogliere i tratti ironici ma che danno comunque l’idea di un incontenibile preconcetto verso le posizioni di un partito “avversario”, da dover contestare “a prescindere”, pregiudizio che a mio vedere qui non giova alle ragioni addotte da Andrea, anch’esse peraltro non inoppugnabili (ad esempio, non è solo la pigrizia a sconsigliare o impedire le camminate-escursioni in montagna).
Nel contempo non si può, sulla carta, dar torto a Matteo quando sostiene “la capacità del nostro territorio deve essere quella di coniugare così diverse passioni, senza limitarne alcuna e nel rispetto reciproco”, ma si tratta di un concetto astratto il quale, pur apprezzabile ed auspicabile che sia, deve poi trovare concreta applicazione, e qui l’esperienza mi porta ad essere abbastanza pessimista dal momento che in vari altri casi non mi pare si sia riusciti a trovare il giusto equilibrio tra le diverse aspettative in campo, nel senso che nel corso degli anni mi è sembrato di veder irrimediabilmente compromessi ambienti che meritavano invece di essere protetti e conservati.
La circostanza che “molti privati cominciano a chiudere gli accessi”, come scritto nell’articolo, starebbe a dirci che il problema esiste – e del resto anche Matteo sembra non escludere che gli sport motorizzati possano rovinare i sentieri – al punto che le limitazioni paiono divenire di fatto inevitabili, ancorché sia da stabilirne il genere, e se la “mancata redazione dei regolamenti”, da parte degli Enti competenti, può aver contribuito ad acuire le “contrapposizioni”, non guasterebbe forse che Andrea riservasse un qualche “rimprovero” anche ai decisori politici montani (che non indossano la maglia leghista).
P.B. 17.07.2021
P.B.
Egregio P.B.
forse le è sfuggito qualcuno dei miei commenti apparsi in passato su questa testata online, che da soli rispondono alle sue osservazionii. Più di una volta mi sono trovato d’accordo con posizioni espresse da Delmonte o da Davoli, come ad esempio riguardo il caso dei guard rail salva motociclisti, o la questione della rimozione della foto di Rabotti. In un’occasione ho addirittura utilizzato l’espressione “chapeau” rivolta al Consigliere Davoli. Nondimeno ho risparmiato critiche alle posizioni di sinistra (o presunta tale).
D’altro canto, come ben sa, io sono un appassionato lettore dei suoi commenti, di cui apprezzo molto lo stile di scrittura e da cui percepisco un livello culturale non comune. Ebbene, se la memoria non mi inganna, non ricordo nessuna sua posizione critica nei confonti della Lega, ne tantomento di apprezzamento sulle posizioni della sinistra. Se mi sono perso qualcosa, la invito a replicare scusandomi in anticipo.
Andrea
Andrea
Brutto andare contro corrente ma per quanto riguarda la classifica di chi rovina di più i sentieri e strade al primo posto troviamo i nostri amati cavalli…. La montagna è giusto che sia usufruita da tutti …. Sta solo nel l’educazione dei singoli da entrambi le parti far si che ci sia una convivenza civile! Per quanto riguarda il ripopolamento delle nostre montagne non ci possiamo permettere di escludere nessuna categoria ne motorizzata ne appiedata anzi tutti devono essere i ben accetti!
Luigi
Mi sentirei di esprimere una qualche rispettosa considerazione riguardo a quanti, vedi il caso di Matteo e Luigi, sembrano avere una concezione spiccatamente utilitaristica della nostra montagna, vista ed intesa come un “bene” da “sfruttare” quanto più possibile sul piano del turismo-escursionismo, assecondandone ogni modalità, nessuna esclusa.
Parto col ricordare che una volta i nostri luoghi erano frequentatissimi durante la stagione estiva, tanto che in molti “prenotavano” l’alloggio con largo anticipo, non di rado un anno per l’altro, e i visitatori che vi si muovevano tramite mezzi vari utilizzavano la rete viaria principale, ossia statale, provinciale e comunale” (non vi era il cosiddetto “fuoristrada”). .
Da allora molto è cambiato, ivi comprese le nostre abitudini, e pure i vari tipi di mezzi hanno visto grandi trasformazioni, talché, a fronte di tutto ciò, occorre individuare forme di “compromesso” tra le molteplici esigenze ed aspettative, ma il “bene” va comunque salvaguardato per farlo “rendere” nel tempo (nella fattispecie mantenendolo attrattivo).
Riccardo propone una soluzione, ma anche altre possono essere previste, o quantomeno sperimentate per poi verificarne il risultato, se c’è la reale volontà di farlo, e in chiusura mi permetto di dire a Luigi che il ripopolamento dei nostri posti andrebbe misurato sulle presenze stabili, piuttosto che in base a chi vi arriva al mattino per tornar via alla sera.
P.B. 18.07.2021
P.B.
Vivo in Austria e vi assicuro che qui sui sentieri si va soltanto a piedi. L’accesso a MTB e cavalli non è consentito, figuriamoci ai mezzi a motore! Ma questo è un ragionamento troppo complesso per dei neanderthaliani quali sono i miei (fortunatamente ex) connazionali. Godetevi l’idaglia!
Pianzano
Egregio Andrea, circa una mia presunta vicinanza al “Carroccio”, che paiono attribuirmi le sue righe di ieri, non mi sembra di aver espresso in questa occasione posizioni analoghe o similari a quelle leghiste, e se ben ricordo è stato così anche nel caso Rabotti, e forse è capitato altrettanto per altre precedenti questioni, mentre in altre circostanze mi sono trovato invece d’accordo .
Ammetto di non provare granché simpatia per la sinistra, cui ascrivo, a torto o ragione, la responsabilità politica della immeritata fine del mio partito, nella stagione di Tangentopoli, ma ciò non preclude che possa ritenerne condivisibili eventuali singole proposte (se ciò non è fin qui avvenuto dipende verosimilmente dal fatto di non averle considerate tali, almeno sino ad oggi).
Per la verità, anche la Lega, all’epoca, non fu molto tenera nei confronti dei socialisti e di chi li guidava, ma il suo peso politico era ai tempi abbastanza modesto, sul piano numerico, diversamente dalla sinistra, e debbo altresì riconoscere che, in tempi recenti, la Lega ha riveduto quella sua posizione, a differenza di altri che sembrano persistere nell’atteggiamento di allora..
P.B. 19.07.2021
P.B.