Ieri, in Conferenza della montagna il punto della situazione dal 2020 a oggi: circa mille cantieri programmati e più di 24 milioni di euro complessivi, di cui ben 16 milioni provenienti dai tributi di bonifica pagati dai cittadini delle aree montane. L'81,3% di questi è stato reimmesso nel territorio per opere contro dissesto idrogeologico, frane, viabilità, rete acquedotti e recupero ambientale. Da Regione e Comuni oltre 8 milioni investiti.
È il risultato ottenuto dai sette Consorzi di Bonifica dell’Emilia-Romagna lo scorso anno grazie, appunto, alle risorse riscosse con il tributo di bonifica e reinvestite nelle aree montane per lavori quali il consolidamento di versanti in frana, le opere di bonifica a presidio del reticolo dei corsi d’acqua minori, la gestione della vegetazione lungo i fiumi, i lavori di sistemazione e ripristino della viabilità e della rete degli acquedotti di bonifica e gli interventi per il recupero ambientale e di miglioramento della fruizione di aree di pregio.
I cantieri, 967 in tutto, sono stati finanziati reinvestendo circa 16 milioni, l’81,3% dei proventi riscossi con il tributo che ammontano in tutto a oltre 19 milioni 700 mila euro. A questa somma vanno aggiunti quasi 8 milioni 300 mila euro messi a disposizione da parte dei Comuni e della Regione, per un valore complessivo di oltre 24 milioni 300 mila euro.
“I dati parlano chiaro: è stato raggiunto un risultato da record, senza precedenti”, affermano gli assessori regionali all’Ambiente, Irene Priolo, all’Agricoltura, Alessio Mammi, e alla Montagna, Barbara Lori, intervenuti alla Conferenza. Con loro, presenti anche Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche dell’Emilia-Romagna, Meuccio Berselli, segretario dell’Autorità distrettuale di bacino del Po e Giovanni Battista Pasini, presidente regionale di Uncem (Ente nazionale comuni comunità ed enti montani).
“Nell’anno della pandemia, più dell’81% delle risorse incassate sono state destinate a sostenere nuovi cantieri - aggiungono gli assessori-, facendo della sicurezza territoriale un vero volano per l’economia verde del nostro Appennino. Si sono programmati nuovi lavori e si è anche proceduto ad attuarli con celerità, tanto che ad oggi risulta già chiuso il 90% degli interventi e la parte restante è in via di ultimazione”.
“Emerge quindi un quadro molto positivo in termini di investimenti realizzati- chiudono Priolo-Lori-Mammi-, ancora più valore grazie al lavoro di squadra e di programmazione integrata condotto dai Consorzi insieme ai Comuni e alla Regione, che dal 2020 ha in corso o ha programmato 2.361 cantieri per 264 milioni di euro, tutti volti alla progressiva riduzione del rischio idrogeologico nella nostra montagna”.
I dati consorzio per consorzio
Questo il dettaglio delle risorse frutto del tributo di bonifica reinvestite in Appennino.
- Consorzio di Piacenza con il 96,1% dei proventi che si sono trasformati in nuovi cantieri, per un totale di 1 milione 693 mila euro (su 1 milione 761 mila riscossi).
- Consorzio della Burana che raggiunge l’89,41% (1 milione 284 mila euro su 1 milione 437 mila)
- Consorzio della Romagna con l’86,96% (oltre 2 milioni e mezzo di euro su 2 milioni 910 mila).
- Consorzio dell'Emilia Centrale si attesta all’80,71% con 2 milioni 492 mila euro su 3 milioni 87 mila
- Bonifica Renana raggiunge il 77,02% (2.992.548 euro su 3.885.288)
- Consorzio di Parma il 76.15% (2.602.207 euro su 3.417.389)
- Romagna Occidentale il 75,64% (2.431.556 su 3.214.699 euro)
L’andamento nel tempo
Fin qui la fotografia 2020. Tuttavia, ciò che emerge con tutta evidenza dall’esito del monitoraggio è che anno dopo anno cresce la percentuale dei contributi montani reinvestiti dalle bonifiche nella lotta contro frane e dissesto idrogeologico, nonché il numero complessivo dei lavori completati. Si è infatti passati dal 66,2% del 2016, primo anno di applicazione dei nuovi piani di classifica e del nuovo sistema di calcolo del contributo, all’81,3% - appunto - del 2020, con un balzo in avanti di 15 punti percentuali. Nello stesso periodo l’aumento degli investimenti ha fatto registrare un balzo in avanti del 36,4%: da 11,7 milioni a 16,03 milioni.