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Ventasso, riappare il duce ed è polemica

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Rimosso l'intonaco di una vecchia casa del centro di Busana riappare la scritta in nero 'Duce' a memoria di un periodo storico ancora recente. Come era prevedibile la cosa fa (e farà) discutere.

Il ritrovamento è avvenuto nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del vecchio 'Albergo Bianchi', chiuso da tempo e recentemente acquistato insieme alla struttura attigua da tre cittadini di Busana, per trasformare il tutto in un moderno ambiente ricettivo di ristorazione ed accoglienza. Ed è proprio da questo immobile di servizio al lato della vecchia statale che, nella rimozione dell’intonaco, è apparsa sulle pietre la scritta ‘Duce’ in nero, non rimossa dal vecchio proprietario che si è limitato a coprirla con il rivestimento della casa, come era costume.

In montagna scritte di questo genere non sono una novità. Nel ventennio fascista erano numerose le scritte sulle facciate delle case o fabbricati inneggianti al regime e al suo capo politico, Benito Mussolini. Rimosse per lo più dopo la Liberazione, il tempo ha via via fatto riemergere le scritte che erano state coperte in fretta e furia. Ricordiamo, qualche tempo fa, il muro con la scritta 'Vincere' a Cerredolo di Toano, tutt'ora visibile, e il muro nello spartitraffico sulla provinciale per Ramiseto, all'ingresso del paese di Vetto, abbattuto questo dall'allora amministrazione di Sara Garofani.

Torniamo a Busana. Durante la Resistenza, l'ex comune era situato al confine della 'Linea Gotica’, e fu centro degli scontri tra partigiani e tedeschi, i quali avevano fissato il presidio proprio nell’antico Albergo Bianchi, nel centro del paese, utilizzando la struttura attigua come dispensa e mensa per i militari. Nel paesino dell'alto Appennino sarebbero stati altri gli strascichi del regime fascista, se non fosse per l'attività di alcuni partigiani, come il partigiano Willy, che nel '45 rimosse la scritta ‘Rosa Maltoni Mussolini’ (maestra romagnola e mamma di Benito) dalla facciata della Colonia di Busana.

Sicuramente reperti storici controversi, che innalzano numerose discussioni tra chi li vorrebbe conservare al pari di altri monumenti e coloro che, invece, li considerano come atti di apologia al fascismo, vietati per legge, i quali potrebbero essere scambiati non come "testimonianza di un epoca passata", ma come una nostalgica quanto sentimentale presa di posizione politica.

Secondo l'impresa che sta eseguendo i lavori, però, la scritta non rimarrà, anche se qualcuno si è già attivato per salvarla. Stiamo parlando di Luca Tadolini, avvocato, storico e noto esponente della destra reggiana, il quale ha segnalato la presenza della scritta alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti della provincia di Reggio Emilia, invocando una sua tutela.

"Pur essendo io di una nota famiglia antifascista - commenta quindi il capogruppo castelnovese e in Unione Montana della Lega Alessandro Raniero Davoli - mi stupirebbe il fatto che a Castelnovo ne' Monti si tenesse in bella mostra la foto del podestà di Reggio, Celio Rabotti, che ha spedito a morire ad Auschwitz dieci cittadini reggiani di religione ebraica, e ora si volesse cancellare una decorazione storica vincolata dalla Soprintendenza".

 

 

16 COMMENTS

  1. La scritta è veramente vincolata dalla sovrintendenza? Davoli rappresenta la Soprintendenza, visto che scrive che la scritta è vincolata?
    E se fosse fatta di recente?
    Prima di scrivere sarebbe opportuno informarsi ed essere certi di quello che si scrive, sia sul presente che sul passato.

    • Firma - fabio
    • Qualcuno mi spiega perchè Tadolini “ha segnalato la presenza della scritta alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti della provincia di Reggio Emilia, invocando una sua tutela”, se come scrive Davoli si tratta di “una decorazione storica” già “vincolata dalla Soprintendenza”?
      Sareste più credibili affermando pubblicamente di essere simpatizzanti e/o nostalgici, invece di fare i salti mortali ed attaccarvi ad ogni inverosimile pretesto (paura delle scritte, belle arti, decorazioni storiche, politicamente corretto, DDL Zan…)
      Andrea

      • Firma - Andrea
  2. Da inesperto della materia non posso escludere di sbagliarmi, ma da quanto riesco a capirne l’apologia di fascismo, qui menzionata, e come definita dall’art. 4 della legge del 1952, si realizza quando vengono pubblicamente esaltati “esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo, oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista”, circostanze che non mi sembrano configurarsi nella fattispecie (qualora la scritta venisse semmai mantenuta).

    La discussione o “polemica” su questo caso mi porta a considerare una ipotetica eventualità, con annesso interrogativo, a mò di esempio: se un gruppo di persone fosse portato in visita ad opere di bonifica – ossia canalizzazioni, idrovore e manufatti vari – risalenti al Ventennio, e qualcuno tra loro ne rimanesse ammirato, ed esprimesse questo suo giudizio facendosi sentire dagli altri, potrebbe incorrere nella apologia di fascismo ? (per qualcuno forse sì).

    Mi rendo conto di aver portato un esempio un po’ paradossale, ma il fatto che, riguardo ai “reperti storici controversi”, li si voglia cancellare od abbattere, non considerandoli “testimonianza di un’epoca passata, ma come una nostalgica quanto sentimentale presa di posizione politica”, mi fa pensare che vi sia chi, in modo abbastanza strumentale, voglia far passare quale apologia del fascismo pure ciò che non lo è affatto (ma è soltanto “non politicamente corretto”).

    P.B. 30.06.2021

    • Firma - P.B.
  3. Il fascismo è stato il momento peggiore della storia italiana e, per quello che ne so io l’apologia di fascismo è bandita dalla legge italiana. Perciò tutto quello che potrebbe riattivare tale dittatura sarebbe da eliminare, quindi eliminare la scritta e chiuso il discorso. Ci sono già troppe persone e troppe attività che inneggiano al fascismo, direi che è ora di dare una stretta a tutto ciò. E’ inutile che alcuni dicano che in democrazia ognuno ha il diritto di fare e dire quello che vuole, LA LEGGE ITALIANA VIETA DI RICOSTRUIRE IL FASCISMO. CHIARO???

    • Firma - Max Carpineti
    • Beh, cosa ci si può aspettare dai nostri amici della nuova destra, visto che secondo Giorgina Meloni “Il reato di tortura va abolito perchè impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”?
      Olio di ricino e manganelli, per l’appunto…

      • Firma - Andrea
  4. Dopo aver letto l’articolo, mi chiedo come si possa fare tanta polemica su di una scritta che è su quel muro da decenni, e che faceva parte di una serie di scritte o frasi che venivano riportate sui muri delle case, in montagna come in pianura, Queste scritte avevano il compito di ricordare ai cittadini chi era al potere. Non capisco come si debba occupare di questo la Sovrintendenza,
    poiché i
    ” Compiti Istituzionali
    Principali compiti istituzionali della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
    La Soprintendenza esercita, nel territorio di competenza, un’ articolata attività di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni immobili di interesse storico e artistico realizzati da oltre 70 anni appartenenti a enti pubblici o istituti legalmente riconosciuti; l’attività si estende anche ai beni immobili appartenenti a privati, se dichiarati di interesse particolarmente importante e notificati in forma amministrativa ai proprietari tramite Decreto Ministeriale emanato ai sensi della legge 1 giugno 1939, n1089 (in vigore fino al 10.01.200) o tramite D.Lgs. 22 gennaio 2004, n42 recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.”
    La storia, anche quella più squallida, vergognosa e pericolosa va ricordata, ma non è certo una scritta che porta il cittadino a conoscere il passato.

    • Firma - F.R.
  5. L’autore dell’odierno commento delle ore 8.36 chiude il suo dire con un perentorio “LA LEGGE ITALIANA VIETA DI RICOSTRUIRE IL FASCISMO. CHIARO???”, dopo un altrettanto categorico assunto, ossia “quindi eliminare la scritta e chiuso il discorso”, che fa il paio col successivo “è ora di dare una stretta”.

    Un condensato di certezze e imperativi, che lasciano poco o nullo spazio ad altre argomentazioni – disconoscendo di fatto il diritto di ognuno ad esprimere la propria opinione, gradita o meno che sia – ma a me sembra comunque una bella forzatura il collocare una scritta tra quanto “potrebbe riattivare tale dittatura”

    Così come reputo immeritata la sorte che toccò al cippo posto nel bivio sulla via per Gottano, prima di Vetto scendendo da Castelnovo, quasi che siano “colpevoli” pure le pietre risalenti al Ventennio, alla pari delle scritte (se si affermasse un tale principio assisteremmo a non poche e innaturali demolizioni !?).

    P.B. 01.07.2021

    • Firma - P.B.
  6. Questa è storia e la scritta appartiene alla storia, va solo spiegata per l’unico senso che ha….fare in modo che si conosca la vergogna e le persone che hanno rovinato la nostra storia in nome di un ideologia anti umana…. e fare in modo che a nessuno venga in mente di ripeterla.
    Aggiungo che nello spiegare ai giovani gli errori del passato vadano aggiunti anche i crimini disumani commessi da moltissimi pseudo partigiani protetti da omertà stile mafia
    E poi speriamo che nella storia non finiscano altri errori come il ddlzan o lo ius soli

    • Firma - Cristian
  7. La storia è anche ciò che non piace più a nessuno ma che magari un tempo illudeva interi popoli compresi gli avi di chi oggi vorrebbe cancellare i ricordi dalle proprie foto di famiglia. Nel ’45 milioni di italiani che si erano spellati le mani ad applaudire il duce sparirono d’incanto e di conseguenza oggi nessuno crede di aver avuto genitori o nonni fascisti. Troppo facile tenere solo le pagine di storia che piace leggere anche perché, per accontentare tutti, rischierebbe di non restare più nulla del passato considerati i mutevoli gusti della “ggente”. Personalmente salverei anche alcune scritte sui muri emblematiche di anni tragici come quelli di piombo non certo per condividerne il contenuto ma per ricordare quali idee aberranti sono state espresse in determinati contesti storici da una parte della società. È storia anche quella che appartiene a un passato scomodo e morto e sepolto ma serve ricordarla se non altro a perenne monito di cosa può capitare quando un popolo accetta di seguire il primo pifferaio magico di turno che lo irretisce e lo priva della libertà in nome della paura verso un presunto pericolo comune. Avremmo molto da apprendere anche oggi

    • Firma - Saverio Gpallav
  8. Il leggere, in uno dei commento di ieri, che “nel ’45 milioni di italiani che si erano spellati le mani ad applaudire il duce sparirono d’incanto”, mi riporta alla mente quando da ragazzo, nel dopoguerra, sentivo parlare di personaggi, semmai anche “in vista”, che si erano “compromessi” col regime, salvo poi “riciclarsi” frettolosamente alla sua caduta, rinnegando e smentendo, o quantomeno minimizzando, quel loro passato in “camicia nera” (passato ingombrante che avrebbero voluto rimuovere e cancellare, alla stregua di una scritta muraria).

    Sempre da quelle narrazioni, udite da chi era stato diretto testimone degli accadimenti e comportamenti del Ventennio, ,apprendevo, o percepivo, che altri invece, su ambedue i versanti, erano rimasti coerentemente fedeli alle proprie idee, mentre altri ancora non si erano schierati per una pluralità di motivi, tra cui pure verosimili opportunismi, ma fors’anche il non sapere a chi dar ragione, e negli anni mi è poi capitato di parlare con qualcuno che ammetteva, con qualche imbarazzo, di aver ripudiato il regime dopo una iniziale .fase di condivisione.

    La mia generazione si è già fatta la propria opinione su quei decenni del Belpaese, anche con l’ascoltarne i protagonisti come dicevo – confrontandone e soppesandone le rispettive ragioni – il che mi fa ritenere che pure i giovani d’oggi dovrebbero possibilmente conoscere i diversi aspetti di quel periodo storico, così da arrivare ad un ponderato e riflettuto giudizio, e non mi parrebbe far loro un buon servizio chi volesse invece convincerli in modo tassativo e perentorio, col rischio di rendersi poco credibile, che da una parte c’era solo bene e nell’altra solo male.

    P.B. 03.07.2021

    • Firma - P.B.