Home Cultura “Vaglie, 26 maggio 2020” (racconto di Alberto Bottazzi)

“Vaglie, 26 maggio 2020” (racconto di Alberto Bottazzi)

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"Mamma, ci sono due umani sul sentiero del bosco..." cinguetta impaurito il fringuello dal ramo più alto del castagno.

"Saranno pericolosi per la nostra salute? C'è da fidarsi o dobbiamo volare via da qua?"

"Li riconosco, stai tranquillo... sono brave persone, amano la natura, il verde, il suono del silenzio, la libertà di camminare e fotografare... non sono qui per farci del male..." cinguetta con tono rassicurante mamma fringuello.

Anche lo scoiattolo dalla lunga coda rossa, uscito allo scoperto tra le foglie, sgranocchia il suo parere: "Sì... confermo... li vedo tutti gli anni, sono amici del bosco. Come i folletti amano lo scroscio dei ruscelli, la musica del vento, il respiro del tempo".

Il tasso, svegliatosi di soprassalto, mette il naso fuori dalla tana, annusa ripetutamente l'aria e torna a rintanarsi svogliato nel suo giaciglio.

Il bosco è un incanto, i sassi del sentiero, come perle di fiume, accompagnano i nostri passi sempre più lesti e sicuri, mentre incombe l'ombra della sera.

La civetta aspetta la sua ora, esce dalla cavità buia del tronco girando tutt'intorno i grandi occhi in cerca di cibo.

Il riccio scappa, nascondendo i suoi aculei sotto il muschio; la serpe striscia veloce sotto un masso di una vecchia carbonaia.

Ha indugiato troppo la civetta, mentre una poiana plana l'ultimo volo del giorno verso le cime del monte Cavalbianco.

Come un abbraccio i colori del tramonto avvolgono il nostro ritorno in paese.

La favola del bosco di Vaglie è viva, genera benessere e pace per chi la vuole cercare e conoscere.

Rispettiamo la natura per vivere in un mondo più pulito: il bosco è casa nostra!