Aumentano le speranze per una prossima apertura del punto nascita di Castelnovo Monti.
Questo dopo che ieri, in Comune a Porretta Terme, il direttore generale dell' azienda Usl di Bologna, Paolo Bordon e l' assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, hanno presentato ufficialmente l' analisi tecnico-organizzativa elaborata dall' azienda Usl di Bologna per l' ipotesi di riapertura del punto nascita Alto Reno Terme (a Porretta). Alla riunione hanno preso parte anche il sindaco, Giuseppe Nanni, e il direttore del distretto dell' Appennino bolognese, Sandra Mondini.
Un assetto in grado di garantire l' assistenza alla gravidanza e al parto a basso rischio, in rete con le altre strutture aziendali/metropolitane e capace di assicurare continuità in tutte le fasi del percorso: dalla presa in carico della donna alla gravidanza e al puerperio, con valutazione dei fattori di rischio. E’ questa, in estrema sintesi, l' idea alla base della riapertura.
“Ringrazio l' Azienda Usl di Bologna, che ha presentato questo studio di fattibilità che ci consentirà di chiedere la deroga al ministero della Salute per la riapertura, nella massima sicurezza e adeguatezza strutturale e professionale, di questo Punto nascita - ha commentato Donini -. Punto nascita che garantirà un' assistenza alla gravidanza qualificata, operando in rete con le altre strutture dell' Azienda e della Città metropolitana. Lo stesso iter – ha continuato l’assessore - lo seguiremo anche per gli altri Punti nascita montani che vogliamo riaprire: Borgotaro, nel parmense, Castelnovo Monti, nel Reggiano, e Pavullo, nel Modenese”.
Lo studio per Alto Reno Terme, ha spiegato Donini, è stato già consegnato lunedì al ministro Speranza nel corso della sua visita all' hub vaccinale di Silla di Gaggio Montano; ora verrà trasmesso alle strutture tecniche del ministero. “Attenderemo quindi le loro valutazioni - ha concluso l' assessore - da parte nostra abbiamo onorato l' impegno assunto con questo territorio”.
La speranza è che anche per Castelnovo Monti possa partire un iter analogo.
Per il nuovo Punto nascita Alto Reno Terme la proposta è di orientare l' offerta all' assistenza al travaglio a basso rischio: gravidanze fisiologiche con insorgenza spontanea di travaglio dalla 37esima settimana alla 41esima più 4 giorni. In quest' ottica, l' attività del nuovo Punto nascita Alto Reno Terme prevederebbe un ambulatorio di presa in carico della gravidanza a termine; l' assistenza h24 al travaglio-parto, con l' attivazione di un' ulteriore reperibilità ostetrico-ginecologica per 18 ore (14-20/20-8); l' assistenza al puerperio. L' ambulatorio sarebbe dunque in rete con le altre strutture aziendali/metropolitane, in primis il Maggiore di Bologna. Si prevede, peraltro, l' adozione di un modello organizzativo tale da consentire la rotazione di tutto il personale tra ospedale Maggiore (hub) e ospedale di Alto Reno Terme.
Per quanto riguarda il fabbisogno complessivo di risorse professionali, si stima un investimento necessario di 2.417.000 euro per garantire la presenza complessiva di 46 professionisti sanitari, tra figure mediche e assistenziali. A ciò si affianca la parte di intervento strutturale in modo da ottenere gli spazi e gli ambienti previsti dalla normativa. La tempistica prevista per la riapertura, nell' ipotesi in cui il ministero deroghi, è fra i 18 e i 24 mesi.
C’era un detto :
“Chi vive sperando muore c****do”.
Sono trascorsi quasi due anni tra faremo, riapriremo, forse a fine pandemia vedremo.. ?
Come al solito le parole e promesse sono tante, ma i fatti sono zero.
A coloro che hanno detto , cioè a mari e monti, non sono riusciti nemmeno riaprire una scatoletta di tonno.
Tutto fumo ,e niente arrosto……
CROCI Enrico