Non sarà Giovanna Caroli il candidato capolista di centrosinistra alle prossime amministrative di Casina, opposta al civico Stefano Costi, sindaco uscente.
Nei mesi scorsi c’erano stati tentativi di approccio, terminati senza successo, per una unica lista unitaria tra gli attuali civici e centrosinistra. Successivamente da un lato Stefano Costi si è messo al lavoro per confermare il suo operato, mentre Giovanna Caroli, noto esponente del mondo della cultura di Casina e già assessore alla cultura nelle amministrazioni Fornili e Rinaldi, aveva dato la sua disponibilità a esplorare un possibile mandato per una lista civica nell’area del centrosinistra.
“Non mi candido – spiega Giovanna Caroli a Redacon – prima per come si è fatta sentire l’età ovvero con meno energie di quelle che ricordavo spese come assessore, ma poi anche per come stavo vivendo questa candidatura. Ci vogliono energie che non voglio sottrarre alla famiglia, e, quindi, credo forze più giovani.”.
“Ricordo – aggiunge – che avevo aderito seppure con quale dubbio proprio per motivi famigliari. Ero molto motivata in un primo momento ad esplorare questa possibilità. Infatti un bel gruppo di amici di centro sinistra era ed è molto motivato a creare una nuova partecipazione politica per costruire, assieme, la nostra città. Li ringrazio. Credo anche che l’impegno politico completi la dimensione di vita personale, in quanto bel segno di partecipazione alla vita della comunità”.
Poi?
“Mi sarebbe piaciuto che questa mia candidatura avesse fatto riprendere la partecipazione civica anche attraverso i partiti, cosa che ora latita un po’ ovunque e che a livello sovracomunale non mi ha dato alcun incoraggiamento. Se penso, per altro, al tema delle risorse in arrivo col Recovery found, credo dovremo essere noi cittadini, attraverso la politica e i partiti, a disegnare la ‘nuova’ società e indicare come vorremmo impegnare i fondi, pur avendo ottimi tecnici come il premier Mario Draghi che si stanno impegnando per questo. Ritengo che le scelte appartengano alla politica e questa debba essere fatta in primis dalla gente”.
E nella sua Casina e in Appennino la situazione quale è?
“In generale, per la montagna dovremo essere vigili e partecipi a sostegno dell’ospedale, delle cure primarie, dei servizi in genere, del lavoro, del turismo, della viabilità. A Casina, noto che ci sono storicamente molte associazioni, anche se si fa a volte fatica a trovare il ricambio generazionale. Credo siano da intensificare progetti in cultura, turismo e servizi sociali, vorrei vedere assemblee più partecipate sul piano della amministrazione, vorrei vedere sostenuto chi lavora sul territorio e per il territorio (sarei per incentivare, in una ottica ambientale, insieme allo smart working e alle aziende più moderne le piccole attività artigianali che permettono di evitare l’uso e getta a favore della durata dei beni), quindi una maggiore integrazione nel mondo del lavoro a Casina come in montagna, in particolare nella creazione di servizi per il turismo. Una riflessione, in particolare, sui servizi che noto come si allontanino sempre più dal territorio, verso una visione Castelnovo centrica. L’assistenza domiciliare e i servizi alla persona in genere sono, invece, da potenziare nei comuni, il più vicino possibile a chi ne ha bisogno. C’è poi il tema della sicurezza, molto sentito, ammiro quanto fatto dal nostro ispettore in passato e che, oggi, andrebbe ulteriormente valorizzato. Colgo l'occasione per ringraziare di cuore i molti che mi hanno incoraggiato e gli amici che si sono spesi per me in questo mese. In bocca al lupo a chi assumerà l'impegno”.
Essendo la decisione di Giovanna di queste ore non è ancora noto chi potrebbe essere il candidato del Pd e del centro sinistra per le elezioni autunnali.
Non so come interpretare le parole “mi sarebbe piaciuto che questa mia candidatura avesse fatto riprendere la partecipazione civica anche attraverso i partiti, cosa che ora latita un po’ ovunque e che a livello sovracomunale non mi ha dato alcun incoraggiamento”, ma mi sembrerebbe che la “latitanza” in discorso, con relativa delusione, possa essere verosimilmente riferita alla politica, segnatamente la parte cui appartiene o afferisce la persona interessata.
Se da un lato è condivisibile l’idea che con le risorse del Recovery found “dovremo essere noi cittadini, attraverso la politica e i partiti, a disegnare la nuova società”, occorre tuttavia fare un passo indietro, quando i partiti subirono una pesante crisi – ai tempi in cui la Prima Repubblica ebbe a “crollare” – con effetti che continuano a farsi tuttora sentire quanto a livello di fiducia verso la politica (a quel “tracollo” la sinistra non può ritenersi estranea, il che andrebbe sempre tenuto presente)
Prima di allora, anche da noi si poteva contare sulla organizzazione dei singoli partiti, sia a livello comunale che sovra comunale, tramite i Direttivi di Zona, mediante i quali si formavano di norma le candidature politiche per l’amministrazione delle comunità montanare, un sistema ormai perduto, fin da subito per quei partiti che già in quei giorni uscirono immeritatamente dalla scena politica, ma andato poi via via in declino anche per quelli che sopravvissero a quella impetuosa “ondata”.
Anche per la politica vale solitamente il principio che le cose non nascono mai per caso, nel senso che il contesto presente, per quanto insoddisfacente possa essere, almeno a detta di molti, è in qualche modo figlio degli accadimenti e comportamenti del passato, rispetto ai quali non possiamo far finta di niente, e a chi, eventualmente, ne è stato in qualche misura “corresponsabile” – ovviamente sul piano politico – verrebbe da dire con la più rispettosa franchezza: “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.
P.B. 22.06.2021