Fare in pieno in Appennino costa di più. E’ quanto emerge dal sito di open data di Fabiodisconzi grazie al quale, per altro, è possibile individuare i distributori più economici nelle province italiane.
Come era prevedibile l’Appennino è maglia nera del territorio provinciale. Per fare un esempio se a Bibbiano è possibile fare un pieno pagando 1,499 euro al litro, a Collagna o Cerreto costa il 16% in più, rispettivamente 1,79 e 1,744 euro al litro.
Per la precisione in Appennino sono 12 stazioni le stazioni di servizio con prezzi sopra alla media della provincia. Sono situate a Ramiseto, Collagna, Ligonchio, Villa Minozzo, Toano (2), Castelnovo Monti (quattro, dei quali uno a Felina e uno a Gatta), Carpineti, Vetto. Mentre solo 6 stazioni sono nella media e nessuna sotto la media.
Da qui la proposta di Alessandro Raniero Davoli, consigliere gruppo Lega - Fratelli d'Italia e di Alberto Bizzocchi, Consigliere, capogruppo Lega - Fratelli d'Italia al presidente dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino, Antonio Manari e, per conoscenza, al presidente del consiglio, Luca Zini (che di professione lavora in ambito carburanti).
In sintesi i due consiglieri di centro destra chiedono la “riduzione della ‘tassa occulta montagna’ e, quindi, di compensare il costo del trasporto carburanti, per diminuire il prezzo medio al litro di benzina e gasolio, a beneficio dei cittadini residenti e ad incentivo dell'afflusso turistico”.
I consiglieri rilevano come “il prezzo dei carburanti, benzina e gasolio, nell'area dei sette comuni montani, è di norma superiore al quello praticato nei distributori del resto della provincia: costo della benzina 1,617 euro/litro, gasolio 1,470 euro litro, rilevamento del 31 maggio 2021, provincia di Reggio Emilia”.
“La montagna reggiana – proseguono - ha una situazione orografica che fa inoltre aumentare il consumo a chilometro, per le pendenze e il maggior impegno dei motori, per la distanza dei servizi fondamentali, come supermercati, uffici pubblici, Ospedale distrettuale. Percorsi che sono superiori a quelli dei comuni della pianura o della media collina”.
Da qui la proposta: "Per equiparare il più possibile le condizioni di base, il diritto di tutti i 33 mila cittadini che abitano qui ad avere uguali condizioni di vita, garantito dalla nostra Carta Costituzionale, e non essere ulteriormente danneggiati da penalizzanti situazioni economiche, artificiosamente imposte, come la ‘tassa occulta Montagna’, il costo dei carburanti dovrebbe essere equivalente alla media del prezzo per litro pagato nelle altre aree della provincia”. Nel concreto al Consiglio dell’Unione si chiede di “intervenire, di concerto con i sette comuni dell'area, per abbattere il sovraprezzo dei carburanti, praticato nei distributori, tramite accordi con i gestori che riforniscono le stazioni di servizio, presenti nell'area dell'Unione. Quindi di investire una somma atta a ridurre il gap, (ipotizzabile attorno ai 40.000 per l'Unione, più un contributo da definire per i singoli comuni), con un "bonus ad autocisterna", da conferire ai grossisti che operano sul territorio. Non ultimo di proporre la riduzione, ove possibile tramite l'intervento dei singoli comuni, delle addizionali irpef, tari e pubblicità comunale, alle singole stazioni di servizio, che aderiranno all'iniziativa di moderare il costo al litro, equiparandolo al costo medio delle stazioni presenti in città, e nella pianura reggiana”.
Proposto anche “un osservatorio dei prezzi, in collaborazione con le associazioni di categoria e con la Camera di Commercio, che controlli il rispetto dell'accordo e di pubblicizzare l'iniziativa tramite apposita campagna stampa, advertisement mirato sui quotidiani ragionali e nazionali, sui social media, oltre che presso i tour operator, allo scopo di promuovere l'arrivo di turisti anche da altre provincie e regioni italiane”.
Proposta interessante. Certo che se Salvini avesse mantenuto la promessa di togliere tutte le accise sui carburanti appena fosse andato al governo non ce ne sarebbe bisogno. Ricordiamocelo la prossima volta che voteremo.
Il carburante in montagna costa di più da sempre come costa di più qualsiasi altra cosa ma non per il trasporto come sostengono questi signori che io ritengo politici per caso ma perché i commercianti della nostra montagna si approfittano del fatto che la città è lontana e hanno poca concorrenza e quindi la clientela è costretta ad acquistare in ogni caso. Io essendo un pendolare non compro niente in montagna, finito il lavoro mi rifornisco di tutto ciò che mi occorre prima di risalire le nostre valli perché a me non piace essere spolpato ma purtroppo chi non può spostarsi rimane fregato. Chi lavora nella logistica come me sa bene che i commercianti quando fanno ordini non hanno spese di trasporto, è già tutto compreso tranne che per le isole dove in effetti viene richiesto un supplemento. Non esiste nessuna tassa occulta.
Giovanni
Un ringraziamento a Davoli e a Bizzocchi per aver sollevato il problema dei maggiori costi dei carburanti sui paesi montani, ma non solo di questi se parliamo di mobilità, anche dei pneumatici, freni, manutenzione, ecc. Basta osservare che sui Comuni del crinale non vengono più realizzate infrastrutture per migliorare il collegamento a valle o opere che portano lavoro e soldi su queste terre; è la dimostrazione che dei paesi montani non importa nulla a nessuno, lupi e cinghiali non avranno bisogno di strade e di carburanti. Senza lavoro e senza viabilità i pochi giovani rimasti sono costretti a lasciare queste terre, chi ha la mente libera da ideologie tragga le conclusioni. Tutti sanno che i territori montani e i montanari danno un grande contributo al miglioramento del clima, danno acque limpide alla pianura e alle città, producono energia pulita e contribuiscono alla riduzione del dissesto idrogeologico; ma a fronte di questo, quali benefici ne ricevano i montanari?, nessuno, anzi come dice Davoli e Bizzocchi qui tutto costa più caro e i servizi chiudono. Ai montanari resta solo una possibilità, eleggere esponenti che lottino per la realizzazione di opere che portino lavoro ai paesi montani; persone capaci, serie, leali, oneste che lottino con ogni mezzo per queste terre e non persone supine agli ordini di partito.
Sorvolando sull’assurdità del commento che parla dei commercianti montanari che spolpano i clienti, sintomo di scarsissima conoscenza delle elementari leggi di mercato, resto sull’argomento concordando pienamente con quanto viene evidenziato nell’articolo. I prezzi alti dei carburanti in un territorio dove necessariamente ci si deve spostare, sono una delle tante assurdità a cui stiamo assistendo. Stesso discorso vale per le tassazioni applicate ad esercizi che per la loro dislocazione, erano più un servizio alla gente che una attività economica. Per non parlare della qualità dei servizi che paghiamo comunque come nei luoghi dove funzionano. Sto parllando di qualità della telefonia mobile, dei segnali delle trasmissioni televisive, di sportello postali e bancari che chiudono e così via. Non da meno vanno considerate le problematiche delle zone non raggiunte dalla metanizzazione, nonostante le promesse politiche di fine secolo scorso, buona parte del territorio non è raggiunto da questo servizio e ciò implica sicuramente altri costi maggiori. Insomma, siamo sempre quella parte di territorio che, se non proprio dimenticata, è sicuramente tenuta in scarsa considerazione.
Antonio D. Manini
Ognuno è libero di comprare dove vuole, ci mancherebbe altro! Veramente l’articolo qua sopra riguarda le tariffe dei carburanti fissate da qualche ufficio per ordini superiori e non certo dai gestori. Tuttavia però, questa mi sembra una pessima pubblicità per la nostra montagna. Quando leggo questi commenti penso agli sforzi e ai sacrifici di tutti gli abitanti della nostra montagna, ai volontari ed ai titolari di qualsiasi attività che non hanno come obiettivo quello di spolpare o di fregare la gente, ma sono impegnati a tenere in piedi con molti sacrifici il proprio lavoro, tenere in piedi la propria famiglia e la propria comunità. Visto che Lei sign. Giovanni lavora nella logistica, può provare a migliorare le cose invece che…. Per fortuna non tutti si comportano come lei altrimenti avremmo una montagna deserta, abitata soltanto da qualche coraggioso pendolare e durante l’estate da bellimbusti e rambo in vena di esaltarsi. Sono dell’avviso che il lavoro altrui vada sempre rispettato, poi, mi ripeto, ognuno per fortuna è sempre libero di dire e fare.
elio bellocchi
Signor Bellocchi io rispetto il suo lavoro e rispetto la sua libertà di vendere al prezzo che le pare, rispetto lei e i suoi colleghi commercianti della montagna. Ma è un dato di fatto che da noi più o meno tutto è più caro e il motivo l’ho detto nel mio commento di prima. Io ribadisco tutto, ribadisco che la poca concorrenza vi fa tenere i prezzi un pochino più alti e ribadisco che quando lei fa un ordine il fornitore non le fa pagare la consegna. Mi smentisca pubblicando una fattura e io prontamente chiederò scusa a tutti. Poi per quanto riguarda la montagna che si spopola mi dispiace , vorrà dire che staremo più larghi.
Giovanni
Sign. Giovanni, mi sembra inutile continuare questa discussione. Prendo atto con piacere del rispetto ora precisato verso di me, il mio lavoro ed i miei colleghi. Chiedo scusa se mi sono permesso di intervenire, ma quando leggo che spolpiamo e freghiamo i clienti, mi prudono fortemente le dita! Ognuno poi mantiene le proprie convinzioni, ma sono convinto che la risposta ad ogni dubbio sulle spese, le difficoltà e quant’altro è quello di provare e dare servizi migliori. In zona ci sono tanti locali vuoti, mi chiedo, perché fare il pendolare? E qua chiudo.
elio bellocchi
Vede signor Giovanni io ho un allergia e le scarpe le posso far fare solo da un artigiano di Bergamo e per farle arrivare a felina ho un surplus di 25 euro che non sono pochi ma la nostra viene data mi diceva l artigiano come zona depressa dunque o li pago o mi arrangio
Io vorrei fare i complimenti a Bizzocchi e a Davoli per aver evidenziato uno dei tanti problemi che vi sono in montagna.
Un cittadino che abita in montagna non puo’ pagare più tasse rispetto a chi abita in pianura o comunque vicino alla città, avendo meno servizi e maggiori difficoltà.
Tutti quei cittadini che ogni giorno decidono di continuare o venire a vivere in montagna vanno agevolati, non tassati.
Il signor Giovanni si dovrebbe vergognare del suo commento, nei confronti di tutti i commercianti che ogni giorno, nonostante le difficoltà, continuano a tenere viva la montagna che se fosse per lei sarebbe già morta.
La montagna non ha bisogno di gente come lei!
Mi dispiace per lei ma io non mi vergogno affatto, sono fermamente convinto di cio’ che dico e anzi, molti la pensano esattamente come me. Lei parla di piu’ tasse che paghiamo rispetto a chi vive in pianura, me le elenchi queste tasse. E poi secondo lei sono i commercianti che tengono viva la montagna? no, i commercianti fanno i loro interessi, come io faccio i miei acquistando dove lo ritengo piu’ vantaggioso. E semmai saranno i commercianti di citta’ ad avere piu’ difficolta perchè devono lottare con una vera concorrenza e sicuramente pagando affitti piu’ alti rispetto a chi vive quassu’.
la saluto
Giovanni
Un modo per far ripartire la residenza ed il lavoro in montagna e per riequilibrare i più alti costi ed i minori servizi potrebbe essere quello di dimezzare le tasse ai montanari: iva e redditi.
Altro che le elemosine delle aree interne e della Regione.
Dal giorno dopo di un provvedimento così ci sarebbe il problema di decidere quale sviluppo sarebbe consentito e quanti abitanti possono risiedere…
Gianni
Commento quanto scrive a più riprese Giovanni.
Scusa ma da che pianeta sei sceso ?
I piccoli negozi dei piccoli borghi di Ligonchio, Civago, ecc sono servizi essenziali per la popolazione residente ed anziana.
I più fanno fatica a tirare avanti.
Un giorno, se sarai fortunato, anche tu invecchierai e magari non troverai più nel tuo piccolo paese la bottega che avrà chiuso a causa di quelli che come te fanno acquisti dove costa meno.
Con questa mentalità ti toccherà andare da Ligonchio a Castelnuovo ne Monti per comprare un panino ed un panetto di stracchino.
Meglio se lo pago qualcosa in più ma a km zero!
Poi ognuno è libero di fare dire e scrivere quello che ritiene più opportuno, ma se non si capiscono queste cose semplici e basilari, forse sarebbe meglio tornare a scuola.
Inoltre dalle tue parole capisco che non hai senso di appartenenza e forse è più opportuno che invece di fare il pendolare ti vai a rinchiudere in un appartamento in città, possibilmente vicino a diversi centri commerciali dove potrai scegliere di acquistare ai prezzi più bassi esistenti.
Booh credo di fare molta fatica a comprendere mentalità così grette.
Saluti
Vittorio Bigoi
Giovanni è uno che sa … quasi nulla. “Tassa Occulta Montagna” è battezzata con ironia la “tassa” non scritta che paghiamo ogni giorno per il solo fatto di vivere qui. Dalle strade scomode e col manto stradale dissestato, ai servizi lontani, alle percorrenze maggiori che dobbiamo fare per recarci in qualunque luogo.
Poi, Giovanni è uno che sa … quasi nulla: le autocisterne che salgono i tornanti della SS63, per venire in montagna, costano, e parte del costo “di trasporto” viene scaricato sul prezzo al litro, benzina o gasolio, (l’ho verificato con i distributori, con le compagnie di bandiera, che al contrario di Giovanni, sanno far di conto). (Se Giovanni lavora nella logistica dovrebbe saperlo: lui stesso scendendo a lavorare e ritornando a casa ha dei costi, carburante, pneumatici, riparazioni dell’auto, assicurazione ecc. Se abitasse vicino al luogo di lavoro in città, potrebbe andare a lavorare con l’autobus, pagando solo un biglietto …) Tra l’altro i commercianti “veri”, hanno due opzioni: la merce ritirata direttamente viene scontata rispetto a quella consegnata a destinazione. (Proprio per il prezzo di trasporto)
Il prezzo del carburante viene “comunicato” dalla società di bandiera, dal marchio, dal distributore, al “benzinaio”, il gestore. Questi può solo applicarlo. Sul prezzo incide anche la quantità venduta. Se tutti fanno come Giovanni, e comprano in città, il distributore (la compagnia di bandiera), deve aumentare ancora di più il prezzo, per recuperare i costi fissi.
Siamo politici per caso … secondo Giovanni. In realtà siamo volontari, eletti con voto democratico e lavoriamo gratis per i cittadini … ovvero mettiamo il nostro tempo e anche i nostri soldi, per arrivare dai vari comuni alla sede dell’Unione … ma questo proprio Giovanni non lo sa … La proposta dei “politici per caso”, Davoli e Bizzocchi, portata all’attenzione del consiglio dell’Unione Montana, ha l’obbiettivo di abbassare il prezzo al litro del carburante, forse con un contributo al trasporto (autocisterna) oppure con agevolazioni al gestore, diminuendo la tari e altre tasse locali.
E questo a favore di tutti i cittadini residenti in montagna (purtroppo anche di Giovanni), e come un bel biglietto da visita per i turisti, un invito a venire qui in montagna. Ma Giovanni di tutto questo … sa … nulla.
Saluti ai lettori montanari,
Alessandro Raniero Davoli
Consigliere Unione Montana
Non entrando nel merito tecnico e della fattibilita’ della proposta, non essendo competente, posso pero’ affermare che chiunque di buon senso la trovi valida. Non c’e’ la spesa di trasporto? Ma e’ chiaro che da qualche parte viene imputata !!!: dal costo al litro, al prezzo da applicare consigliato al gestore…ecc…ecc..I commercianti di montagna approfittatori e spolpatori??? Ma le merci che vendono quanto costano in piu’ a questi commercianti rispetto a quelli di pianura? il prezzo della singola merce il fornitore lo fa in base al trasporto ed alla quantita’ ordinata, e’ ovvio che se il commerciante di montagna ordina 10 pezzi li paga notevolmente di piu’ rispetto a quello di painura che ne ordina 100 ed ha meno traporto, e’ innegabile…..! Detto questo penso che certi commenti siano anche spinti da una certa “simpatia politica avversa” nei confronti di chi ha fatto questa proposta. Saluti .