Attraverso un libro speditogli da don Guiscardo Mercati, parroco di Carpineti, nella lontana Taranto ha scoperto l’Appennino e, dopo 11 anni, ha maturato la sua vocazione sacerdotale. È la storia di Marcello Mantellini, che a otto mesi dalla sua ordinazione diaconale, avvenuta il 26 settembre 2020, sabato 22 maggio in Cattedrale, a Reggio, sarà ordinato sacerdote assieme a Sebastiano Busani e Paolo Lusvardi.
L’appuntamento previsto alle ore 18 lo si potrà seguire attraverso la diretta diocesana su Teletricolore (canale 10), e sul canale YouTube La Libertà Tv e sulla pagina Facebook de La Libertà.
“Undici anni fa – racconta don Guiscardo Mercati a Redacon – risposi a un annuncio apparso sul settimanale Famiglia Cristiana -. , di Taranto, cercava un libro di canti antichi, ‘Usualis’, pensato nel novecento per le celebrazioni in latino e che, all’epoca, tutti i sacerdoti avevano. Ne avevo diverse copie, gliene spedii una e lui chiamò per ringraziarmi”.
E poi?
“Nella telefonata capii che suonava l’organo – spiega monsignor Mercati che dal 2000 è Cappellano della Grotta di Massabielle a Lourdes e organizza per Unitalsi, di cui è assistente regionale, diversi pellegrinaggi – e io avevo bisogno proprio di un organista per l’imminente pellegrinaggio a Lourdes di agosto 2010 e lui, che a Taranto era insegnate di religione e organista, decise di venire”.
Da lì all’ordinazione sacerdotale però non il passo non è stato breve.
“Ci conoscemmo sul treno per Lourdes. E fu una bella conoscenza. Poi venne a Carpineti a trovarmi e don Nildo Rossi, all’epoca rettore a Marola, lo contattò per suonare agli esercizi dei vescovi proprio nell’ex seminario. Gli proponemmo di venire a Marola come residente e lui accetto. Il vescovo gli affidò l’insegnamento di religione a Toano, Castelnovo, Felina. Certo prendemmo informazioni, prima, su di lui, presso la sua Diocesi e lui si dimostrò essere una persona motivata e affidabile. Fu anche assistente a Carpineti e Casina, quindi fece un anno in Vescovado prima di maturare la vocazione”.
In seguito fu catechista a San Pellegrino, a Bagnolo in Piano e Montecchio e continuò gli studi e, tuttora, prosegue per il dottorato in liturgia.
“Penso a questo incontro come una benedizione per la nostra diocesi – conclude don Guiscardo Mercati -. Un valido insegnante e la sua vocazione sarà soprattutto l’insegnamento. Marcello è persona competente, ironica, aperta con gli altri. In questi giorni pregheremo per lui, perché il suo sì sia gioioso, fedele e per sempre (“Tu es sacerdos in ae ternum”)”.
Marcello Mantellini celebrerà il 30 maggio la Santa Messa nell’Abazia di Marola e in data da destinarsi verrà anche a Carpineti.
Di seguito le parole del futuro sacerdote Marcello Mantellini prese dalla Libertà del 12 luglio scorso.
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“Questi ultimi otto mesi trascorsi dopo l’ordinazione diaconale nella comunità di Montecchio Emilia hanno cambiato la mia vita, l’hanno trasformata e rinnovata all’insegna della bellezza.
La parola chiave di questo rinnovamento non l’ho desunta dalla Scrittura, ma dalla situazione che tutti quanti stiamo vivendo da più di un anno a questa parte. Essa è “contagio”.
Non si è trattato del contagio di un virus, ma del contagio della bellezza del pastore bello, kalos, come lo definisce Giovanni al capitolo 11 del suo Vangelo.
La prima bellezza che ho sperimentato è stata quella della testimonianza del mio parroco, don Angelo Orlandini, che mi ha accolto come novello levita dalle mani del vescovo Massimo, ma che mi ha posto come agnello nel verdeggiante pascolo di questa comunità parrocchiale e mi ha insegnato in questi mesi il gareggiare nello stimarci a vicenda. Con il suo esempio di padre e sacerdote mi ha fatto gustare e vedere quanto è buono il Signore attraverso un profluvio di amicizia, solidarietà, comprensione, condivisione e, nonostante il mondo fosse immerso nelle difficoltà della pandemia, io, a Montecchio vivevo uno dei momenti più belli della mia storia.
È qui che ho capito realmente che ogni sacerdote, per quanto possa essere limitato dalla condizione umana che condivide con gli altri uomini, possiede una potenza vitale che è in grado di cambiare l’uomo dall’interno, facendo sì che ogni uomo possa diventare bello!
Questo avviene per la grazia sacramentale dell’Ordine che segna il momento della scelta decisiva dell’uomo che è finalmente pronto a “deporre la vita a favore delle pecore”.
È questa grazia che rende tutto il gregge bello, cioè capace di vivere secondo lo stile bello di Gesù. Pastore e comunità parrocchiale mi sono apparsi nella loro unità inscindibile, esercitando
un fascino così irresistibile da scavare nel cuore quella cavità necessaria ad accogliere il dono del sacerdozio e custodirlo con la stessa cura che una madre riserva al proprio figlio.
La seconda bellezza vissuta con straordinaria intensità l’ho appresa dal modo col quale don Angelo celebra l’Eucaristia feriale e festiva, non tralasciando mai l’omelia e curando la scelta della Preghiera Eucaristica affinché essa appaia sempre come prosecuzione e incarnazione del Vangelo proclamato nella Liturgia della Parola.
La Messa feriale celebrata ogni giorno al Santuario della Madonna dell’Olmo è davvero la perla della giornata, poiché animata in modo mirabile dalla comunità claustrale delle Serve di Maria, che con il loro canto ungono con olio di letizia il momento più alto e sublime che un prete possa vivere nella sua giornata.
Infine, la Messa domenicale, vissuta all’insegna della gioia dell’incontro di ogni parrocchiano, giovane e meno giovane, è il festoso coronamento della settimana sugellato dalla la presenza viva e reale del Risorto.
Man mano che il cammino proseguiva, i nomi e i volti dei giovani - Leonardo, Tommy, Cecilia, Ester, Cata, Matteo, Christian, Andrea, Lucia, Gloria - ma anche dei meno giovani – Giuseppe, Stefania, Giovanni, Caterina, Tiziana, Giovanna (solo per citarne alcuni) - entravano nella mia mente e si imprimevano in essa fondendosi nella mia preghiera.
E poi le suore, a cominciare da suor Rosy che assieme alla comunità delle Dorotee con in testa le fantastiche suor Margherita e suor Lucia, mi facevano comprendere sempre più quanto è vero il passo di Matteo 19,29: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.
Tutto questo ha rinverdito in me il ricordo degli anni trascorsi a Marola sotto la guida di don Nildo prima, don Umberto dopo e suor Elena, del parroco di carpineti monsignor Guiscardo, e mi ha fatto capire il senso di quegli anni, il senso del Seminario, che cioè questo era il piano di Dio su di me, restare qui, a Reggio Emilia per dire il mio sì a Cristo e alla Chiesa.
E allora, contagiato da questa bellezza mi preparo all’ordinazione sacerdotale che avverrà il prossimo 22 maggio, giorno solenne, nel quale sarò pronto ad entrare nel braciere trasformante della Pentecoste portando nel cuore il versetto del Salmo 132,14: “Questo è il mio riposo per sempre; qui abiterò, perché l’ho desiderato”.
Marcello Mantellini
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Ripresentiamo rapidamente i tre ordinandi sacerdoti.
Sebastiano Busani, 32 anni, è cresciuto nella parrocchia “Madonna del lavoro” in Casalgrande, oggi nell’unità pastorale “Maria Regina della pace”.
Dopo aver frequentato le scuole dell’infanzia ed elementari a Salvaterra e le medie a Casalgrande, si è diplomato al liceo classico “Ariosto” di Reggio; nel 2012 si è laureato in Giurisprudenza a Modena. Negli anni di formazione in Seminario ha prestato servizio insieme a don Daniele Simonazzi presso i Sinti e presso l’Opg di Reggio, nelle unità
pastorali di Guastalla, Sassuolo e “Padre Misericordioso” di Reggio.
Don Sebastiano celebrerà la prima Messa domenica 23 maggio alle 15.30 nella chiesa parrocchiale “Madonna del lavoro” in Casalgrande.
Paolo Lusvardi, 36 anni, proviene dalla parrocchia di Rio Saliceto. Finite le scuole medie ha frequentato l’ITI di Correggio (Meccanica) e l’Accademia di musica moderna a Modena (chitarra).
Nel 2012 si è laureato in Ingegneria elettronica a Modena. Le esperienze durante gli anni di Seminario: servizio ai Sinti e all’Opg, oratorio e catechesi a Scandiano, stage pastorale e visite ai malati a Guastalla, aiuto ai sacerdoti dell’unità pastorale “Santa Teresa di Calcutta” e poi a Regina Pacis, in città.
Don Paolo Lusvardi celebrerà la sua prima Messa domenica 23 maggio alle 19 nella chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire in Rio Saliceto.
Marcello Mantellini, 39 anni, è originario di Crispiano, in provincia di Taranto, ma si può considerare un figlio adottivo della nostra montagna.
Dopo le scuole superiori ha frequentato l’Istituto di Scienze Religiose di Taranto, dove ha conseguito il diploma e il Magistero in Scienze Religiose
con indirizzo pedagogico-didattico.
Nel 2008 ha animato all’organo gli esercizi spirituali dei vescovi dell’Emilia-Romagna. È stato docente di religione nella scuola secondaria di primo e secondo grado, iniziando presso l’Istituto comprensivo di Toano; ha prestato servizio alle parrocchie di Carpineti e Casina, risiedendo a lungo nell’ex seminario di Marola. Nel 2013 ha conseguito il baccalaureato allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia; ha operato nelle parrocchie cittadine di San Pellegrino e del Buon Pastore come accolito istituito, ministro straordinario della Comunione per i malati e guida di uno dei centri d’ascolto e ha concluso il cammino in Seminario accompagnato nel discernimento dal vescovo Massimo. Nel 2019 ha conseguito la licenza in Liturgia a Padova. Ha svolto servizio nelle comunità pastorali di Bagnolo in Piano e successivamente di Montecchio.
Qui, nella chiesa parrocchiale di San Donnino Martire, don Marcello Mantellini celebrerà la sua prima Messa domenica 23 maggio alle 10.
Nella stessa celebrazione eucaristica del 22 maggio in Cattedrale il vescovo Massimo conferirà l’ordinazione diaconale al seminarista Francesco Ametta, dell’unità pastorale “Sacra Famiglia” di Albinea e della Comunità sacerdotale “Familiaris Consortio”.
Per prepararsi all’Ordinazione i quattro seminaristi stanno partecipando nel Centro di spiritualità di Marola agli esercizi spirituali predicati dal rettore del Seminario diocesano, don Alessandro Ravazzini, sulla figura di san Giuseppe. Gli esercizi si concludono venerdì 21 maggio, proprio alla vigilia della consacrazione in Cattedrale. Una festa per la Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, molto provata dal lutto per la morte di don Romano, aperta sempre al soffio dello Spirito
Quanta Grazia sta per discendere sulla nostra Diocesi !
Un grande abbraccio nella preghiera.